An indipendent mind: esiste ancora la liberta di espressione? (stasera su Cult)

Perché si finisce in carcere per aver disegnato un fumetto satirico dedicato al proprio Presidente? E? ammissibile essere torturati per aver scritto una poesia? Una canzone, niente più di una canzone, e? sufficiente per meritarsi l?esilio?

Queste alcune delle storie vere di AN INDEPENDENT MIND ? NOI VOCI LIBERE, in onda su Cult (canale 142 di SKY) mercoledì 10 dicembre alle 22.00 in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani (Parigi, 10 dicembre 1948).

Un documentario che prende spunto da uno dei fondamenti della Dichiarazione: l?art. 19, la libertà di espressione. Un diritto essenziale sempre più messo in pericolo dalle nuove minacce che compromettono il delicato equilibrio tra la sicurezza di Stato e le libertà individuali.

An independent mind racconta così otto storie di persone che lottano per affermare la propria libertà di espressione in diverse parti del mondo. L?approccio è diretto, ogni protagonista racconta liberamente la propria storia. Da un disegnatore di film di animazione di Algeri, ad una compagnia di comici in Birmania, da un poeta in Siria ad una giornalista radiofonica in Guatemala. Attraverso le loro vite e le loro attività costruiscono un percorso e una profonda e intensa riflessione sulla libertà di pensiero nel nostro mondo contemporaneo.

An independent mind si interroga anche sull?esistenza o meno di vincoli ?accettabili? alla libertà di parola, come nel caso di un gruppo rock basco accusato di sostenere l?ETA e le sue attività terroristiche. O come la vicenda di David Irving, storico inglese che ridimensiona la portata della Shoah e sminuisce le attività di Hitler e per questa ragione arrestato in Austria. A quest?ultimo proposito lo stesso autore del documentario Rex Bloomstein, ebreo laico, riconosce che si tratta ?di un caso particolarmente discutibile che spinge a riflettere sull?eventualità di porre limiti alla libertà di espressione?.