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Il Venerdìtoriale - Sky contro Mediaset: è davvero una ''battaglia'' globale?

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Fonte: Digital-Sat (original)

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Sky Italia
Gli ultimi aggiornamenti sulle vicende di Sky hanno portato alla luce una più marcata contrapposizione con Mediaset e – secondo alcuni, tra cui il Financial Times – anche con il governo. Lo scenario che sta emergendo, per di più in una fase come questa con lo switch-over lombardo alle porte, potrebbe condizionare non poco il futuro del digitale terrestre (e non solo questo) in Italia. Cerchiamo di tirare un po’ le somme nel nuovo VENERDÌTORIALEdi Digital-Sat.
 
In apertura però non possiamo dimenticare un saluto al grande Raimondo Vianello, uno dei personaggi simbolo della tv italiana, che ci lascia pochi mesi dopo Mike Bongiorno. Entrambi negli ultimi tempi avevano legato le loro sorti professionali a Mediaset (ci entrarono per la verità quando ancora si chiamava Fininvest), anche se negli ultimi per motivi diversi non era più così facile vederli su quegli schermi. Nel caso di Mike fu l’attrazione di una nuova sfida, quella rappresentata da Sky, su cui Raimondo finì solo per i suoi storici film, come quelli che proprio oggi gli vengono dedicati in sua memoria.
 
Ed è proprio sfida che tanto attrasse Mike quella di cui vogliamo tornare a parlare quest’oggi, perché di novità dal nostro ultimo aggiornamento ce ne sono parecchie. Innanzitutto la partenza burrascosa di Cielo aveva in qualche modo anticipato quali sarebbero state le mosse successive, sia di Sky che si sarebbe sempre più interessata al Dtt, sia di chi aveva di fatto contribuito a ritardarne la partenza.
 
È ormai una notizia molto nota la richiesta di Sky alla Commissione Ue per una parziale rimozione anticipata di uno o più commitments, quei famosi paletti imposti all’atto della fusione tra Stream e Telepiù del 2003. Sappiamo anche che il principale operatore pay in Dtt si è opposto formalmente alla richiesta, appoggiato dal viceministro Paolo Romani che si è recato più di una volta a Bruxelles per dichiarare la sua posizione direttamente al commissario Almunia, colui che sarà chiamato tra qualche settimana a prendere una decisione.
 
Cosa succederebbe se a Sky venisse tolto il vincolo di rimanere confinato sul satellite, nessuno con certezza lo sa. Ma è comunque ipotizzabile: innanzitutto non cercherebbe lo scontro frontale, per cui necessiterebbero ingenti investimenti ad alto rischio, ma si accontenterebbe di partecipare (e lì investire) al beauty contest per uno dei cinque multiplex digitali da assegnare prossimamente. Il conquistare un piccolo territorio nel risiko del panorama dtt italiano metterebbe Sky in una situazione tranquilla perlomeno per i prossimi cinque anni, durata vincolante dell’assegnazione.
 
Non sarebbe automatica l’esportazione dell’offerta pay anche sul digitale terrestre, sia per motivi tecnologici che per iper-concorrenza, mentre è invece auspicabile l’apertura al chiaro – già operata in Cielo – magari con i suoi canali all news come il pluripremiato Sky Tg24, il fratello minore Sky Meteo 24 e perché non con il giovanissimo Sky Sport 24. Se così fosse l’intero pubblico italiano ne trarrebbe giovamento e l’offerta gratuita del digitale sarebbe notevolmente più ricca.
 
La strada però non è così in discesa: secondo il Financial Timesproprio ieri smentito dallo stesso Romani – il governo starebbe comunque preparando delle contromisure nel caso in cui Bruxelles desse ragione a Sky. Come spiegava anche Repubblica, toccherebbe al dicastero di Romani la definizione delle regole per la partecipazione al beauty contest, che potrebbe quindi estromettere Sky in qualche altro modo. Ad inasprire ancor più la situazione ci ha pensato Mediaset che di recente ha presentato richiesta di arbitrato alla Camera di Commercio di Milano per ottenere da Sky i diritti inutilizzati dei prossimi Mondiali in Sudafrica per la piattaforma pay in dtt. Una mossa non solo a sorpresa ma che sembra sia stata compiuta solo come reazione ai nuovi obiettivi degli uomini di Murdoch.
 
Intanto sono ritornate a farsi sentire le voci di possibili movimenti tra gli attuali competitors del digitale terrestre: come riportava Alberto Guarnieri sul Messaggero di qualche giorno fa, Mediaset starebbe pensando di stipulare un accordo con Dahlia che permetta ai suoi abbonati di accedere anche ai canali sportivi e di documentari dell’emittente svedese. In questo modo Mediaset potrebbe offrire nella prossima stagione tutto il campionato di calcio, al par di Sky, e colmare la lacuna di canali dedicati alla natura, punto forte dell’offerta satellitare. Una mossa che potrebbe suonare come risposta alla possibile apertura di Bruxelles, ma rimane ancora tutta da verificare, anche in ottica Antitrust.
 
Un primo segnale di rottura però è arrivato dai contenuti: Mediaset ha infatti rinunciato alla co-produzione del sequel di Romanzo Criminale di Sky. Oltre alle motivazioni economiche del caso, potrebbe essere chiara l’intenzione di prendere le distanze dal “nemico”, specie per contenuti che non trovano un’adeguata collocazione sui canali generalisti del Biscione, i cui programmi però rimangono a disposizione degli abbonati Sky sul canale “Mediaset Plus”, prodotto in esclusiva proprio per Sky. Se la guerra fosse totale dovremmo veder morire anche questo, altrimenti la netta opposizione non sarebbe poi così netta…
 
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
 
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