
E la stessa Rai, che ha ripreso i diritti dalla concorrente Mediaset, ha ottenuto ottimi ascolti con le sue rubriche storiche e anche con le rubriche dedicate alla Champions, nonostante i nostri club, come noto, siano scomparsi di scena già a marzo.
La parola agli esperti. Andrea Zappia, vicepresidente Sky Sport Channel: "Noi siamo più che contenti della stagione appena chiusa: siamo riusciti a coniugare lo spettacolo con la competenza dei nostri esperti, fra cui ex calciatori di spicco. Importante quest'anno è stato anche lo sviluppo di Sky Sport 24, ormai si è radicata e ha fatto da traino per gli ascolti delle gare. Ma anche Diretta Gol è in crescita...".
La gara più vista è stato il derby di Milano del 15 febbraio, quasi il 10% di share: un dato da tv generalista, non a pagamento. Molto bene sono andati anche Milan-Juve e Milan-Inter. Superati in tre casi quindi il 9% di share. Spiega ancora Zappia: "C'è voglia di bel calcio, trasmesso bene, con competenza e tecnologie sempre più all'avanguardia: basta pensare che abbiamo fatto buoni ascolti anche con la Premier League e abbiamo fatto il record pure in Champions".
La Rai si è ripresa i diritti in extremis, la stagione scorsa, soffiandoli a Mediaset. Risultato? "Soddisfattissimi-spiega Massimo De Luca, direttore di Rai Sport- Ottimi risultati anche tenendo conto del fattore costi-ricavi". Il calcio in chiaro non fa più gli ascolti record del passato, lo "spezzatino" e l'avvento della pay hanno cambiato, da anni, il panorama. Ma paga anche molto meno rispetto al passato. "Siamo andati bene con Stadio Sprint, Novantesimo Minuto è sempre stato sopra il 17%, la Domenica Sportiva ha guadagnato due punti, in due anni, sul diretto concorrente e pensare che qualcuno, la passata stagione, parlava di de profundis per noi...".
Controcampo, rivale della Ds, è stato spostato da Mediaset su Rete 4: una scelta editoriale, per puntare di più sul futuro, sul digitale. E la Champions? "Nonostante l'uscita di scena delle italiane, le nostre trasmissioni, il martedì e il mercoledì, sono andate benissimo", ci spiega la conduttrice Rai, Paola Ferrari. "Ascolti ottimi, in crescita rispetto agli ultimi anni, tanto che in una serata abbiamo battuto anche le elezioni di Obama... Significa quindi che non c'è overdose di calcio in tv, significa che la Champions è l'evento: la gente vuole lo spettacolo, il pubblico si appassiona al gesto tecnico del grande campione".
Squadra che vince non si cambia, intanto. E così anche il prossimo anno il conduttore della storica "Ds" sarà ancora De Luca: cambio della guardia invece in direzione, perché salvo sorprese dell'ultima ora, è pronta la nomina per Eugenio De Paoli, un "interno" di lungo corso.
Un altro aspetto positivo: sono cresciuti quest'anno gli spettatori negli stadi (superata quota 26.000, 3.000 in più a partita rispetto allo scorso anno). Non è moltissimo rispetto ad altre Nazioni, è vero che l'indice di riempimento è ancora piuttosto basso e molti stadi, soprattutto quelli enormi con l'Olimpico, restano mezzi vuoti, ma almeno la tv sembra non aver contribuito ad allontanare la gente lontana dagli spalti. E' davvero così? "Io resto dell'idea-dice De Luca-che ci siano troppe partite in diretta in Italia. Gli spettatori sono cresciuti, è vero, anche perché c'è meno violenza, i nostri stadi sono più vivibili. Pensiamo ad esempio alla finale di Champions, da lì si deve ripartire. Da quella splendida atmosfera".
Spiega Zappia: "Guardiamo alla Premier League: stasi strapieni, prato verde e partite tirate sino al novantesimo. Non prendiamocela quindi con la tv: il pubblico da stadio e quello che sta davanti agli schermi non sono antagonisti ma complementari. Impariamo dall'Inghilterra...". Dove c'è Bskyb che però trasmette meno partite rispetto all'Italia e dove i diritti esteri si vendono benissimo soprattutto in Oriente. Stadio e tv stanno cercando un'intesa da noi: ci può essere spazio per entrambi, anche se sul fronte stadi, tolte poche eccezioni (vedi la Juve), molti club sono ancora fermi.
La rivoluzione del calcio in tv arriverà solo dalla stagione 2010, non dalla prossima: fra pochi giorni, esattamente il 19 giugno, la Lega Calcio, con la consulenza di Infront, pubblica il bando di concorso per la vendita dei diritti collettivi. Tre blocchi: diritti domestici, diritti esteri e Coppa Italia. Possibile che cambi lo spezzatino. Con una "finestra" in più: da scegliere fra una gara alla domenica all'ora di pranzo (il 5 aprile, il test con Atalanta-Fiorentina ha fatto il 2,91% di share), una partita alle 19 di domenica (sempre il 5 aprile: Udinese-Inter, 6,25% di share), oppure una gara il lunedì sera (quando in B c'erano Juve e Napoli, funzionava). La certezza: 900 milioni di euro garantiti a stagione. Il sogno (dei presidenti): un miliardo.
Ma dipende tutto dalle tv. Comandano sempre più loro. I club addirittura ora vorrebbero farsi pagare dalle tv le interviste agli allenatori e calciatori: non so se in Italia sarà possibile. Nell'Nba, Le Bron James è stato multato perché ha fatto il silenzio stampa. Lì, i grandi del basket sono obbligati a parlare.
Fulvio Bianchi
per "Repubblica.it"