Rivoluziona il calcio in tv il nuovo bando della Lega Serie A. Per guardare le dirette dell'intero campionato potrebbero servire almeno due abbonamenti, a meno di accordi commerciali fra gli operatori, resi possibili da regole e tecnologie. Di certo gol e highlights in chiaro non saranno disponibili in televisione prima delle 22 di domenica (salvo il diritto di cronaca per i tg), mentre sul web saranno visibili tre ore dopo ogni partita. Dopo un anno tormentato, fra bandi a vuoto e l'accordo naufragato con Mediapro, la Lega conta finalmente di incassare 1.1 miliardi di euro a stagione per il 2018/21, puntando su più svolte: cade la barriera fra piattaforme, si strizza l'occhio al principale player, Sky, che voleva forti esclusive per prodotto, ad operatori web e millennials. Meno ai telespettatori tradizionali, che non potranno più contare su 90' Minuto.«Siamo tranquilli, fino a mercoledì», sorride uno dei presidenti dopo l'assemblea lampo che ha varato i pacchetti.
Entro mercoledì alle 11 devono essere infatti depositate le eventuali offerte di Sky (l'ad Andrea Zappia ha chiuso la tornata di trattative privare), Mediapro (Marco Bogarelli ha condotto i confronti oggi), Mediaset, Tim, Perform e Italia Way. Nella stessa giornata l'assemblea assegnerà. La Lega ha scelto la vendita per prodotto, accantonando quella usata fin qui per piattaforma, stimando una differenza di oltre 300 milioni fra i due modelli. È stata seguita la linea più comune all'estero, sottolineano i manager della Lega e dell'advisor Infront, che hanno messo sul mercato tre pacchetti: uno da 452 milioni con 3 partite a giornata (sabato alle 18, domenica alle 15 e 20.30); uno da 408 milioni con 4 match (sabato alle 15, domenica alle 15 e 18, e il 'monday night'); e quello da 240 milioni con 3 gare (sabato alle 20.30, domenica alle 12.30 e 15).
I prezzi sono commisurati a numero di partite, fasce orarie, ma anche alla formula 'pick', ossia al numero di scelte (8 per i primi due pacchetti, 4 per il terzo) e all'ordine con cui vengono esercitate dai licenziatari, una volta definito il calendario, per collocare i 20 big match negli slot orari che ciascuno ha acquistato. Si tratta degli scontri diretti fra Inter, Milan, Juventus, Roma e Napoli, che in genere si giocano in prima serata sabato e domenica. Le squadre dovranno adeguarsi.
Ogni operatore può acquistare al massimo due pacchetti. Chi vorrà seguire l'intero campionato in poltrona dovrà sottoscrivere almeno due abbonamenti, salvo accordi commerciali fra operatori: è prevista la possibilità da parte del licenziatario di uno o due pacchetti, di ritrasmettere le proprie partite sulla piattaforma di un altro broadcaster. Lo scenario più probabile è un mercato con Sky in possesso di due pacchetti e il terzo a un altro operatore: Mediaset, che ha già stretto altre intese con la pay tv di Murdoch, Tim o Perform. Pare formale l'interesse di Italia Way, mentre Mediapro, che puntava al canale, può tornare in gara solo come intermediario, per rivendere ad altri. Il valore dell'esclusiva è tutelato anche eliminando i diritti per le società di scommesse, combattendo la pirateria.
»In merito allo scenario che si va definendo relativamente all'acquisto dei diritti televisivi del campionato di calcio di Serie A per le prossime tre stagioni, la Rai evidenzia con stupore che si è davanti ad un rischio grave e incomprensibile per il servizio pubblico: non far vedere a tutti gli italiani il sabato sera e la domenica pomeriggio le immagini salienti delle partite, come avvenuto per oltre mezzo secolo, ma solo a chi può permettersi abbonamenti con privati«. Lo afferma la Rai in una nota dura in cui chiede alla Lega di Serie A di »rivedere una decisione che danneggia tutti i tifosi« ed ipotizza la chiusura di una trasmissione storica come 90/o minuto. »La Rai - aggiunge infatti il comunicato - che ha contribuito, nel corso degli anni, a rendere il calcio lo sport più popolare, potrebbe essere costretta a rinunciare a trasmissioni storiche come 90esimo Minuto. Chiediamo pertanto ai presidenti delle società di Serie A - conclude la nota - di rivedere questa decisione che danneggia prima di tutto i loro stessi tifosi e tutti gli appassionati di calcio«.