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RAI e FIGC: valore Nazionale, prolungato accordo fino al 2022

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Fonte: Digital-News (com.stampa)

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Sport

RAI e FIGC: valore Nazionale, prolungato accordo fino al 2022Il primo capitolo è del 25 marzo 1928. Il grande racconto popolare del calcio italiano, quello rappresentato dalla maglia della Nazionale, nella quale ci identifichiamo tutti, che rende ognuno di noi, a suo modo, CT, con le sue idee tattiche e con la sua formazione preferita, non può prescindere dalla Rai.

Un rapporto, quello tra Rai e FIGC, appena rinnovato e che si protrarrà fino al 2022, anno dei Mondiali in Qatar e che, oltre alle Nazionali A maschili e femminili, vedrà protagoniste, sugli schermi Rai, tutte le nazionali azzurre, dall’Under 21 alle selezioni giovanili. Un impegno comune, nella condivisione di quei valori di educazione, di rispetto e di inclusione che sono propri del Servizio Pubblico e della Federazione Italiana Giuoco Calcio.

Da quell’Italia-Ungheria, valida per la Coppa Internazionale, una sorta di Europeo dell’epoca, giocata al Flaminio di Roma, inaugurato in quella circostanza e trasmessa via radio dall’EIAR, con la voce di Giuseppe Sabelli Fioretti, a Liechtenstein-Italia, match di qualificazione europea giocato il 15 ottobre scorso e visto, in tv, da 6 milioni di appassionati, la Rai ha portato, nelle case degli italiani, venti edizioni dei Campionati del Mondo e 15 edizioni dei Campionati d’Europa, oltre a tutte le gare olimpiche e decine e decine di amichevoli. In 91 anni è cambiato tutto, nel calcio e non solo: nuovi Paesi hanno allargato i confini del pallone, nuove regole hanno modificato il gioco, nuovi media hanno introdotto linguaggi differenti nella narrazione delle partite. Ciò che non è cambiato, ciò che unisce, idealmente, la Roma del 1928 alla Vaduz del 2019, è l’amore per la maglia azzurra, che, anzi, grazie ai successi ottenuti con Roberto Mancini e con Milena Bertolini in panchina, si è rinsaldato, accomunando nel sentimento, sia la nazionale maschile sia quella femminile, protagonista di uno straordinario Mondiale.

LA RAI E LA MAGLIA AZZURRA: 91 ANNI DI PASSIONE ININTERROTTA - La formazione iniziale dell’Italia che è scesa in campo sabato 12 ottobre all’Olimpico di Roma contro la Grecia, conquistando, grazie al 2-0 firmato da Jorginho su rigore e da Bernardeschi, la qualificazione aritmetica al prossimo Campionato Europeo. Per l’occasione la Federcalcio ha scelto una maglia verde, utilizzata nella storia soltanto un’altra volta, nel 1954, per sottolineare la linea giovane della Nazionale e il Rinascimento del calcio italiano.

La formazione scelta in partenza dal CT Milena Bertolini per affrontare il Brasile, il 18 giugno 2019 a Valenciennes, ultima partita della prima fase del Mondiale. Le azzurre vennero sconfitte 0-1 (gol di Marta), ma si trattò di una sconfitta indolore, perché, grazie alle vittorie contro Australia e Giamaica, l’Italia si era già qualificata per i quarti di finale, nei quali sconfisse la Cina 2-0 (gol di Giacinti e Galli), entrando tra le prime otto del Mondiale. La sconfitta contro le campionesse d’Europa dell’Olanda (0-2) fermò la corsa delle azzurre, ma amplificò il loro successo di pubblico: Italia-Brasile, infatti, fu vista da 6,5 milioni di telespettatori in prima serata, mentre Italia-Olanda, alle 15.00, toccò la quota record del 38% di share (5,3 milioni di spettatori).

LA TOP-TEN DEGLI ASCOLTI AZZURRI - L’immagine di Roberto Donadoni, in ginocchio, lo sguardo perso nel vuoto dopo aver appena fallito uno dei due rigori decisivi della semifinale mondiale del 1990 (l’altro lo sbagliò Aldo Serena, ipnotizzato dal portiere argentino Goycoechea) è tanto nei libri di storia del calcio quanto in quelli di comunicazione Italia-Argentina, infatti, giocata martedì 3 luglio 1990 allo stadio San Paolo di Napoli, è la partita di calcio più vista, all-time, della televisione italiana. Rai1 inchiodò allo schermo 27,5 milioni di appassionati con uno share monstre dell’87,2%: valori mai più raggiunti nella storia dello sport e della televisione. Giova precisare che il sistema di rivelazione degli ascolti televisivi, l’Auditel, è stato introdotto solo nel 1986 e che quindi è plausibile supporre che la finale di Spagna ’82 abbia fatto registrare ascolti non dissimili, ma il Mondiale giocato in casa, con cinque partite tra le dieci più viste, resta il più amato, dal punto di vista televisivo. Sono proprio le rassegne iridate quelle che, naturalmente, interessano di più l’appassionato di calcio e il tifoso della Nazionale azzurra: oltre alle cinque gare di Italia ’90, infatti, trovano  spazio nella classifica anche tre partite di Usa ’94 (Italia-Messico del girone eliminatorio, la semifinale Italia-Bulgaria e la finale, Italia- Brasile, anche questa decisa ai rigori) e semifinale e finale di Germania 2006, partite delle quali, diversamente dalle altre, la Rai non deteneva l’esclusiva, eppure furono quasi 24 milioni i telespettatori che si sintonizzarono su Rai1.

Eventi sportivi più visti dell'era Auditel

N. Data Rete Manifestazione Passaggio Incontro Ora Ascolto ('000) Share

  1. martedì 03/07/90 Rai 1 Mondiali: Italia '90 semifinale ITALIA-ARGENTINA 20:00 27.535 87,23%
  2. mercoledì 13/07/94 Rai 1 Mondiali: USA '94 semifinale ITALIA-BULGARIA 22:05 25.886 85,82%
  3. giovedì 14/06/90 Rai 1 Mondiali: Italia '90 girone ITALIA-USA 21:00 25.749 81,65%
  4. lunedì 25/06/90 Rai 2 Mondiali: Italia '90 ottavi ITALIA-URUGUAY 21:00 25.333 79,88%
  5. martedì 19/06/90 Rai 2 Mondiali: Italia '90 girone ITALIA-CECOSLOVACCHIA 21:00 25.293 77,89%
  6. domenica 17/07/94 Rai 1 Mondiali: USA '94 finale 1° e 2° posto ITALIA-BRASILE 21:36 24.929 86,95%
  7. domenica 09/07/06 Rai 1* Mondiali: Germania 2006 finale 1° e 2° posto ITALIA-FRANCIA 20:00 23.935 84,11%
  8. sabato 09/06/90 Rai 1 Mondiali: Italia '90 girone ITALIA-AUSTRIA 20:59 23.929 76,86%
  9. martedì 28/06/94 Rai 1 Mondiali: USA '94 girone ITALIA-MESSICO 18:35 23.807 85,55%
  10. martedì 04/07/06 Rai 1* Mondiali: Germania 2006 semifinale ITALIA-GERMANIA 21:00 23.766 79,52%
    *: trasmessa anche da SKY

VOCI “NAZIONALI”  - Il telecronista e il radiocronista della nazionale italiana di calcio sono come vecchi amici. Li ascolti, li vedi ogni tanto, in alcuni periodi con maggiore frequenza, in altri meno spesso, ma quando “gioca la Nazionale” sai che ci saranno, con la loro voce rassicurante, il loro lessico personale, le loro espressioni preferite.

Il primo a raccontare le gesta degli Azzurri fu Giuseppe Sabelli Fioretti, che nel 1928, per l’inaugurazione dello Stadio del Partito Nazionale Fascista, che oggi si chiama semplicemente Flaminio, venne chiamato dall’EIAR ad effettuare la radiocronaca di Italia-Ungheria, scontro tra le due nazionali europee più forti dell’epoca. L’Italia, nel corso del decennio successivo, vincerà due Mondiali e un’Olimpiade, tutte imprese narrate da Nicolò Carosio, rimasto, nell’immaginario e nella memoria collettiva

“IL” radiocronista, poi prestato anche alla TV, della Nazionale. Per trentasette lunghi anni, infatti, il suo nome, la sua voce e la sua locuzione preferita “quasi gol”, furono una sola cosa con la maglia azzurra. Nel 1970, durante il Mondiale del Messico il testimone di Carosio fu raccolto da Nando Martellini, che già nel 1968 aveva avuto l’opportunità, in realtà, di commentare la vittoriosa finale dell’Europeo, conquistato in casa battendo 2-0, al secondo tentativo, la Jugoslavia (Carosio aveva commentato la prima finale, a Martellini toccò la ripetizione). A Nando Martellini sono indissolubilmente legati tanto il racconto di Italia-Germania 4-3 (“Non ringrazieremo mai abbastanza i nostri giocatori per le emozioni che ci offrono”) quanto, soprattutto, il triplice “Campioni del Mondo!”, pronunciato al termine di un’altra Italia-Germania, quella dell’11 luglio 1982 a Madrid, ultimo atto di Spagna ’82.

Ancora il Messico, quattro anni dopo, favorì la staffetta al microfono azzurro, che Bruno Pizzul ereditò da Martellini. Pizzul rimase nel ruolo, come il suo predecessore, sedici anni, fino al Mondiale nippo-coreano, tra grandi imprese sfiorate (Italia ’90, USA ’94, Euro2000), delusioni cocenti (Francia ’98) e la pazzesca eliminazione del 2002. Tre voci nei primi quarantotto anni di telecronache, cinque avvicendamenti nei successivi diciassette, con, nell’ordine, Gianni Cerqueti, Marco Civoli (che nel 2006 accompagnò l’avventura azzurra verso un quarto, incredibile trionfo mondiale), Bruno Gentili, Stefano Bizzotto e Alberto Rimedio, che commenta l’Italia dal 2014, anno del Mondiale brasiliano.

E se Tiziana Alla è la telecronista della Nazionale femminile, della quale l’Italia intera si è innamorata la scorsa estate, impossibile non inserire nell’elenco delle voci azzurre i nomi di Sandro Ciotti, Riccardo Cucchi e Francesco Repice che con la radio hanno portato, e portano ancora oggi, l’azzurro nelle case di tutti gli italiani.

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