Non solo diritti tv e commerciali, ma anche sviluppo degli stadi. È un piano ad ampio raggio quello dei tre fondi di investimento, Cvc, Advent e Fsi, pronti a fare un'offerta in cordata alla Lega Serie A per entrare con una quota di minoranza, il 10-15%, nella media company che verrà costituita proprio per ampliare i ricavi del campionato di calcio italiano. Martedì scade il termine fissato dalla Lega per le offerte tassativamente vincolanti dei soggetti di private equity.
Per una settimana, i club potranno studiarle con gli advisor finanziari e legali, poi il 2 settembre dovrebbe riunirsi l'assemblea, anche se non è detto che subito arrivi una decisione. Da Cvc arriva un secco «no comment». Fonti fonti vicine al dossier - confermando la notizia del Sole 24 Ore - spiegano invece che Advent, già al lavoro sul piano con il gruppo italiano Fsi, ha deciso di aderire al progetto di Cvc (nello sport ha esperienze in Formula1, rugby e MotoGp), il primo fondo a trattare in esclusiva con la Lega a giugno e l'unico a proporre un'offerta vincolante fra i sei che hanno risposto alla prima chiamata, a fine luglio. Concentrare le forze per concentrare l'attenzione, e arrivare più facilmente al quorum dei due terzi in assemblea, è la logica con cui si stanno muovendo i tre fondi. La convinzione condivisa è che la Serie A abbia margini di ricavi inesplorati da uno sviluppo commerciale fin qui inadeguato rispetto al potenziale, soprattutto sul mercato estero.
Il consorzio fra Cvc, Advent e Fsi diventerebbe azionista di minoranza della media company (si parla di una valutazione di 15 miliardi di euro), la cui governance sarebbe slegata dall'assemblea dei club. Si tratterebbe di un progetto di lungo termine, con attenzione anche agli stadi: la logica è quella di di mettere una parte del capitale in un fondo infrastrutturale per stimolare club e amministrazioni, con un misto di prestiti e finanziamenti, a realizzare o rinnovare gli impianti. C'è un altro fondo, Bain, interessato a una quota di minoranza, e altri tre, Apollo, Fortress e Gso-Blackstone, solo al ruolo di finanziatori. E c'è un gruppo di società che invece preferisce la soluzione caldeggiata dal presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, una media company gestita in autonomia dalla Lega, con un partner industriale per la realizzazione del canale.