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La Serie B affascina pi della Serie A: le tv entusiaste

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Fonte: La Repubblica

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La serie B va molto di moda anche perché la Juventus non è passata di moda (ma nemmeno il Genoa, o il Napoli, o il Bologna).

E allora la serie B diventa certe volte anche più vista e seguita della serie A, ridotta a un campionato minore. «La Juve ha trasformato il nostro campionato, nobilitandolo», dice Emiliano Mondonico che allena l 'Albinoleffe - cioè la periferia delle periferie del calcio - ma che conosce il pallone come pochi altri.

«Allenavo in B anche quando c'era il Milan: non c'è paragone. La grandezza della Juve ha reso grandi tutti noi». Grandi e ricchi, perché proprio l'Albinoleffe ha incassato, nella partita con i bianconeri, quanto incassa in due campionati interi: anche per questo la B è felice, e chi la guarda pure.

Della cosiddetta cadetteria attira l'incertezza, l'imprevedibilità, la varietà, persino quel po' di sano trash che in provincia ancora resiste. Sul livello tecnico ed estetico del prodotto ci sarebbe, per la verità, da discutere, perché il peso del blasone Juve, Napoli, Genoa, Bologna e Verona hanno uno scudetto nel palmarès, il Vicenza una Coppaltalia) sovrasta, e nasconde, la modestia calcistica di un campionato, bello perché incerto e molto metropolitano, ma non bello perché bello.

«Mi do la zappa sui piedi», osserva Serse Cosmi, da una settimana alla guida del Brescia, «ma questa non è una A2: questa è la serie B più la Juventus. Ricordo campionati assai più interessanti sul piano del gioco e dei valori: due anni fa Genoa, Empoli, Torino e Perugia valevano molto di più di quanto valgano le squadre che adesso stanno tra il secondo e il quinto posto. È un torneo interessante per mille motivi, ma il gusto del calcio è un'altra cosa». Infatti sono protagoniste squadre che l'anno scorso, con organici non troppo diversi, languivano nell'anonimato.

«Ma io non sono d'accordo», contesta Mondonico. «La Juve ha trascinato tutti versol'alto mentre la A si è livellata verso il basso, si gioca meglio perché tutti si sono attrezzati più sul piano della qualità. E poi, parliamoci chiaro, il calcio è audience e business, e in questo senso l'impatto della Juve è stato devastante, in bene. Ormai la realtà è questa. Prendete la Piccinini, non  è la pallavolista più brava ma è la più bella.ma essendo bella è per tutti anche la più brava. Quindi, viva questa serie B, secondo me non è mai stata così interessante».

Lo pensano anche quelli delle televisioni, che sul campionato di seconda divisione hanno costruito programmi e audience.

«Ha spesso più share il nostro Novantesimo che Controcampo», esulta Stefano Mattei, curatore del programma di Rai Tre. «Il bello è che teniamo anche quando non gioca la Juve: sabato scorso abbiamo sfiorato il 15 per cento di share nonostante i bianconeri giocassero la domenica. Significa che Juve e Napoli hanno attirato molte attenzioni, ma poi si è creata una nicchia di pubblico di veri appassionati: significa che un campionato interessante tira di più».

O che, come dice Mondonico, «uno accende per vedere la Juve e poi scopre Acquafresca e Pelle e li guarda volentieri: anche per questo dobbiamo dire grazie ai bianconeri».

Anche a Sky sono felici, lo share del sabato pomeriggio è generalmente raddoppiato. E domenica sera, per Juve-Piacenza, sul satellitare c'era l'8,45 per cento degli spettatori, contro un amedia del 6,72 per cento.

«Si guarda la Juve per i suoi campioni e per vedere quanto resiste l'avversario», spiega Flavio Natalia, direttore comunicazione del prodotto, «ma risulta che la B, nelsuo complesso, abbia conquistato unpubblico di calciofili non necessariamente tifoso.  L'interesse si è allargato, io stesso adesso so tutto di serie B. Merito della Juve, e di come si comporta, ma anche di Sky che sta trattando la B come se fosse la A».

Emanuele Gamba
per "La Repubblica"

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