Sky supera Mediaset ed e', dietro la Rai, il secondo operatore tv per ricavi. La tv di Stato lo scorso anno ha registrato "ricavi per 2.723 milioni di euro, Sky Italia 2.640 milioni e RTI 2.531 milioni di euro".Â
 "La Rai e' ancora - ha detto Calabro' - la principale media company italiana con oltre 2,7 miliardi di euro di ricavi, anche se in decremento rispetto al 2007 a causa della flessione della pubblicita' (-3,6%).
Sky Italia consolida la sua posizione, divenendo addirittura il secondo gruppo televisivo per ricavi. Il gruppo Mediaset (che scende al terzo posto, con un calo della pubblicita' dello 0,3%) vede il rafforzamento della propria offerta a pagamento sulla piattaforma digitale terrestre (passando da 125 a 199 milioni di euro).
Nel 2008, in Italia i ricavi complessivi del settore televisivo hanno raggiunto gli 8,4 miliardi di euro con un +4,1% rispetto al 2007, rileva il garante. La struttura televisiva e' articolata in tre soggetti "con una posizione simmetrica in termini di ricavi complessivi del settore televisivo. All'interno di essa - spiega Calabro' - RTI e' leader della pubblicita' e nuovo concorrente nelle offerte a pagamento; Sky e' di gran lunga leader nella pay tv e nuovo concorrente nella pubblicita'; Rai mantiene le classiche posizioni attraverso una quota di rilievo nella pubblicita' e prelevando le risorse residue dal canone di abbonamento".
L'esigenza di una riforma della Rai resta «irrinunciabile»: «Resta scetticamente inevasa - sottolinea Calabrò in un passaggio del testo - l'esigenza della riforma della Rai, tuttavia irrinunciabile se non altro per dare alla gestione maggiore efficienza e alle testate maggiore indipendenza dalla politica».
â€Investire parte delle risorse derivanti dal canone per migliorare la qualita’ dell’informazione televisiva e’ uno degli obiettivi prioritari delle linee guida che l’Autorita’ emanera’ per il nuovo contratto di servizio†della Rai.. â€La nostra televisione - sottolinea Calabro’ - e’ spesso una finestra sul cortile. E’ ripiegata sui fatti di casa nostra, specie di cronaca nera. E’ una grande tv localeâ€. E questo â€induce un effetto di chiusura mentale da considerare, poiche per una gran parte dei telespettatori la televisione ha una funzione di validazione della realta’: i fatti non riportati in tv vengono ritenuti per cio’ stesso irrilevanti. E viceversaâ€. Da cio’, â€il crescente divario tra le nostre televisioni e le migliori straniere, per la ricchezza di informazioni sui vari paesi del mondo e per l’approfondimento qualificato dei temi trattatiâ€.
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Grazie alla “cura dimagrante imposta†ai big, come Rai e Mediaset, e a una “maggiore efficienza†nell’utilizzo delle frequenze, con il passaggio definitivo al digitale terrestre “risulterà disponibile un dividendo nazionale di 5 reti, che verrà messo a gara con criteri e correttivi che garantiranno l’apertura alla concorrenza, l’ingresso di nuovi operatori e la valorizzazione di nuovi programmiâ€.Â
Lo scorso aprile, ricorda Calabrò, l’organismo di garanzia ha adottato una delibera che detta i criteri per il passaggio al digitale, in base alla quale “Mediaset e Rai ridurranno le loro reti da 5 a 4; anche Telecom Italia scenderà da 4 a 3. Le altre emittenti nazionali manterranno invece le loro reti. Europa 7 ha la sua rete, ponendo termine così a un contenzioso decennaleâ€.
Il presidente dell’Agcom spiega che “il passaggio al digitale e’ in corso e sostanzialmente funziona†ed il “metodo a macchia di leopardo si dimostra conducente allo scopoâ€. Calabro’ ritiene che “il processo potrebbe essere accelerato, anticipando la data finale del novembre 2012: si abbrevierebbe cosi’ il divide fra il resto d’Italia e la Sicilia e la Calabria (destinate a passare al digitale per ultime); si ridurrebbero inoltre i costi della transizioneâ€.
Calabro’ invita poi a proseguire con agevolazioni all’acquisto dei decoder per le fasce piu’ deboli e alla massima informazione ai cittadini, perche’ “il passaggio al digitale deve essere accettato dalla popolazione, non subitoâ€.
Un terzo delle risorse andrà alle tv locali. In base alla decisione dell’Agcom, le commissarie Ue alla Concorrenza, Neelie Kroes, e alla Società dell’informazione e dei media, Viviane Reding, “hanno interrotto la procedura di infrazione aperta contro l’Italia†per alcune norme della legge Gasparri, che a giudizio di Bruxelles rischiavano di ingessare anche il nuovo mercato della tv digitale, “riservandosi di rinunciarvi formalmente quando la nostra delibera - sottolinea Calabrò - avrà trovato piena attuazioneâ€. Delibera nel frattempo recepita in una norma di legge, come aveva chiesto l’Europa, con la comunitaria 2008.
 Mentre la Francia ha organizzato gli Stati generali dell'editoria, «in Italia la riforma della stampa è tuttora ai blocchi di partenza». Corrado Calabrò, nella Relazione annuale al Parlamento individua anche nella «qualità dell'informazione» la ricetta grazie alla quale la carta stampata può «sopravvivere» a Internet«. »Mentre la Francia ha chiamato a raccolta gli Stati generali della stampa, che hanno formulato proposte meritevoli di considerazione - rileva Calabrò - in Italia la riforma della stampa è tuttora ai blocchi di partenza. Eppure c'è un 'fil rougè che lega le tre riforme: informazione televisiva, servizio pubblico radiotelevisivo e riforma della stampa«, e cioè la consapevolezza che »il pluralismo e la libertà d'informazione si garantiscono migliorando la qualità e l'indipendenza delle fonti dell'informazione
Nella telefonia fissa «la diminuzione del potere di mercato di Telecom Italia è netta, sia nel complesso del settore (dal 78% del 2005 al 66% del 2008), che in tutti i singoli segmenti di mercato, dall'accesso (-14 punti percentuali in 4 anni) alla larga banda (dal 74% del 2005 al 58,7% di aprile 2009)». Quanto all'accesso, prosegue l'Autorità , «permane il problema», con la quota di mercato di Telecom «ancora pari all'80%», ma gli impegni sottoscritti dall'ex monopolista e la nascita di Open Access rappresentano «uno snodo fondamentale che, se compiutamente attuato, garantirà anche al settore della telefonia fissa un contesto durevolmente concorrenziale».
Quanto al futuro dell'informazione a mezzo stampa, per il presidente dell'Agcom l'elemento fondamentale per sopravvivere alla dilagante diffusione di Internet è la qualità dell'informazione giornalistica. Un'informazione di cui si avverte tanto più il bisogno quanto più indiscriminata e grezza è la massa di notizie che si riversa a getto continuo nella rete, sicchè si profila il rischio di una nuova forma d'ignoranza per incapacità di valutare, di formarsi un'opinione ragionata«. Per questo Calabrò saluta «con piacere il rinnovo del contratto nazionale dei giornalisti».
L'urgenza di sviluppare con decisione la fibra ottica, spiega Calabrò, deriva dal regresso del servizio voce e dal progressivo aumento del servizio dati, il quale però, per sostenersi, «richiede investimenti già nelle reti attuali e molto di più nella rete di nuova generazione, necessaria per l'alta velocità trasmissiva».
E invece, avverte l'Autorità , gli investimenti diminuiscono: nel 2008 nella rete fissa hanno segnato un -8,9% e nel mobile un -6,8%, per un complessivo -7,9% a 6,6 miliardi di euro. Le connessioni in fibra, così, che nel 2005 erano pari a 200mila, alla fine del 2008 erano appena 300mila. L'avvento della fibra ottica «non è rinviabile» e per raggiungere l'obiettivo la via più praticabile è quella di dare vita a «una società veicolo formata da un nucleo forte di partner industriali con un mix di capacità imprenditoriali per sviluppare il progetto». La sollecitazione è del presidente dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Corrado Calabrò, ed è contenuta nella Relazione annuale al Parlamento. La società , prosegue Calabrò, «potrebbe anche ottenere finanziamenti dalla Cassa Depositi e Prestiti o nel capitale o sotto forma di prestito a tasso agevolato». La situazione, quindi, «è urgente e drammatica».
Per questo l'Autorità suggerisce un percorso complementare a quello previsto dal piano Romani per il superamento del digital divide, invitando gli operatori a dare vita a una società che provveda a portare la fibra ottica nelle case degli italiani: «Questo - spiega Calabrò - dovrebbe puntare a una rete aperta, sostituendo i doppini telefonici nelle aree dove esiste una ragionevole aspettativa di redditività , ed essere organizzato sul modello del digitale terrestre». L'idea è di «identificare una serie di aree territoriali dove effettuare la sostituzione del doppino telefonico con la fibra ottica». Secondo Calabrò si può partire anche «con un nucleo ristretto di abitazioni, ma si parta subito». Quanto al ritorno economico, Calabrò assicura che verranno valutate «insieme con gli operatori le opzioni regolamentari che, garantendo la concorrenza, incoraggino maggiormente e remunerino adeguatamente gli investimenti in fibra».
Si tratta, in sostanza, del prezzo di accesso alla rete. La società veicolo, secondo l'Autorità , «potrebbe mettere a frutto i tratti in fibra eseguiti dalle amministrazioni locali e le opere civili da quelle realizzate ad altro scopo» e «potrebbe anche ottenere finanziamenti dalla Cassa Depositi e Prestiti o nel capitale o sotto forma di prestito a tasso agevolato, a condizione che il lender si assuma gli stessi rischi dei privati».