L’immagine qui sopra, per i pochi che ancora non l’avessero vista, è ripreso da un video amatoriale girato sabato scorso a Roma in cui si vede Ilary Blasi accasciarsi a terra per un malore, che si rivelerà poi finto. Da questo scherzo parte il nostro VENERDÌTORIALE per una riflessione che spazia dal rapporto tra informazione e new media, oltre che introdurre il tema dei reality con la partenza del GF 10.
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Fin qui nessun problema, almeno si è trattato di una notizia realmente recente (e non come certi filmati internet spacciati come nuovi quando in realtà sono vecchi di anni, vedi l’ultimo caso svelato da Striscia). La problematicità è sorta quando martedì sera “Le Iene†hanno mostrato che tutto questo era stato da loro architettato per ingigantire – anziché smentire – la voce sullo stato interessante della Blasi. Una mossa a sorpresa che ha spiazzato tutti coloro avevano pubblicato la notizia, facendo senza saperlo il gioco delle Iene. Ecco il filmato andato in onda martedì scorso:
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Sorvolando qui sul contenuto in sé della notizia (smentita poi definitivamente mostrando anche l’esito di un test di gravidanza), ci interessa concentrarci sul processo informativo generato da quel video amatoriale, caricato a tempo di record su Youtube: «la realtà accade ma non esiste fin quando non è stata ripresa», così si potrebbe teorizzare, aggiungendo però un’ultima frase ovvero «e caricata sulla rete». È questo il passaggio che è variato di recente e che ha reso velocissimi i tempi di reazione di chi ha delle responsabilità sulla sua pubblicazione.
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Parliamo dei giornalisti, che spesso per praticità sfruttano internet non come semplice strumento di comunicazione, ma come fonte, non verificando sempre la veridicità di quanto prelevato. Proprio come accaduto col caso Blasi che, a dir la verità , non era di così semplice verifica, ma che poteva essere una notizia facilmente “bucabileâ€.
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Rimane però il fatto che i filmati di Youtube, eccezion fatta per quelli ripresi dai media tradizionali, sono ancora quelli che destano più curiosità tra i suoi fruitori (diretti e indiretti): come mai? La risposta che proviamo a dare è quella del "buco della serratura": vogliamo sempre guardare la realtà come se fossimo presenti, ma di nascosto senza rischiare di venire scoperti. Un esempio potrebbero essere i video girati nelle scuole, molto in voga qualche tempo fa, visti da moltissimi ragazzini entusiasti perché godevano delle bricconate altrui non rischiando alcun richiamo o sanzione.
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Se volete rispondere ai nostri interrogativi o dirci come la pensate in proposito, scriveteci a redazione[AT]digital-sat.it.
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 Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
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