Nella miniserie dedicata a uno dei santi più bizzarri della storia della Chiesa, il protagonista è appunto quel sacerdote che fu denominato “il santo della gioia”, “il giullare di Dio”, “il secondo apostolo di Roma”, “Pippo il buono”. Nato a Firenze nel 1515, Filippo Neri si trasferì giovanissimo a Roma dove per sessant’anni si occupò dei ragazzi di strada, avvicinandoli alla Chiesa e alla liturgia in modo insolito e personalissimo: facendoli divertire, giocando e cantando con loro.
“State buoni se potete” è una delle sue espressioni più ricorrenti divenuta memorabile. Mentre si celebrava il Concilio di Trento e prendeva avvio la Controriforma, San Filippo “inventava” un metodo molto originale di aggregazione giovanile che avrebbe successivamente dato vita all'Oratorio, decretato nel 1575 da Papa Gregorio XIII vera e propria congregazione.
Lo spirito indipendente di questo prete libero, convinto che l’approccio migliore al Vangelo fosse lo stupore dei bambini, hanno fatto diventare Filippo Neri uno dei personaggi più amati del nostro ‘500. Amico di Sant’Ignazio e del cardinale Carlo Borromeo, quando gli fu chiesto se voleva diventare cardinale disse: “Preferisco il Paradiso!”. Fu proclamato santo nel 1622.
La fiction, coprodotta da Lux Vide, Rai Fiction e Rai Trade, e diretta da Giacomo Campiotti, si avvale, accanto al protagonista Gigi Proietti, di un cast artistico di tutto rispetto: Francesco Salvi, Roberto Citran, Sebastiano Lo Monaco, Francesca Chillemi, Josafat Vagni, Francesca Antonelli, Niccolò Senni, Adriano Braidotti, Jesus Emiliano Coltorti, Francesco Grifoni, Mariano Matrone e Toni Mazzara.
LA STORIA
Prima parte
Per una strada di campagna, Filippo Neri, sacerdote dal passo deciso, si dirige verso Roma: vuole incontrare Ignazio di Loyola e chiedergli di poter partire per le Indie fra i suoi missionari. La grande città lo accoglie in modo caotico e Filippo nota i tanti ragazzini lasciati per strada a fare i ladruncoli, in balìa di loro stessi o - peggio - di chi come Alessandro, nipote del potente Cardinale Carpuso, li sfrutta per le sue angherie. Vittima di tali soprusi è anche il sarto pontificio Galiotto, malmenato per la sua gobba nonostante le proteste della moglie Lucia. Filippo interviene in sua difesa, guadagnandosi l'astio di Alessandro, ma anche una zuppa calda e la riconoscenza del sarto.
Dopo essere stato dissuaso da Ignazio che già intravede in lui una vocazione diversa, Filippo accetta un posto come precettore dei due giovani figli di Galiotto, Michele ed Ippolita. I suoi metodi educativi tutt'altro che tradizionali lo portano a far lezione anche all'aperto e qui incontra nuovamente la masnada di ragazzi, capeggiata da Mezzapagnotta il più scaltro e scostante di loro. Un altro, invece, Pierotto, resta attratto dalla lezione semplice e divertente di Filippo su chi sia Dio e per questo deve pagare pegno: Mezzapagnotta lo costringe ad una notte all'addiaccio sotto un tremendo temporale!
Quando Pierotto pare in fin di vita per il malanno preso durante la nottata, Mezzapagnotta disperato corre a chiedere aiuto a Filippo ed insieme portano il ragazzo moribondo all'ospedale, dove li accoglie don Persiano Rosa. Il ragazzo è grave ma ce la farà e Filippo deve star attento anche agli altri che, fra le corsie dei malati, sgraffignerebbero di tutto se il sacerdote non li fermasse.
Il sacerdote capisce che non può accontentarsi di tornare a casa del sarto, il Signore gli chiede di più, ma cosa? Vagando per i sobborghi della città, Filippo raggiunge le catacombe di San Sebastiano e la sua preghiera si fa più intensa fino a quando un sasso non lo colpisce in testa. I ragazzi di strada: ecco la risposta!
Filippo prepara loro la prima minestra insieme: il pentolino sembra troppo piccolo eppure mangiano tutti ed è il pretesto per raccontare la moltiplicazione dei pani e dei pesci fatta da Gesù. Anche se durante la prima notte insieme i ragazzi lo derubano di tutto, Filippo non perde entusiasmo: corre da Galiotto e gli propone di accoglierli tutti nella sua casa. Quando ottiene un garbato rifiuto decide che sarà lui ad andare incontro ai ragazzi.
La vita in comune all'aperto intrapresa da Filippo e i ragazzi attira l'attenzione di del giovane principino Camillo che vorrebbe unirsi a loro contro la volontà del severo aristocratico padre, ma attira soprattutto l'attenzione del Cardinale Carpuso e di suo nipote Alessandro che intendono porre fine alle sediziose adunate di questo anarchico sacerdote.
La promiscuità senza regole con cui Filippo educa i ragazzi, la spregiudicatezza con cui amministra i sacramenti fuori dai luoghi di culto, questo ed altro basta per chiedere al Papa di fermarlo.
Come dimostrare al pontefice che quei ragazzi di strada meritano di avere un’ oratorio in cui riunirsi? Filippo intuisce che potrebbero cimentarsi nel canto ed iniziano, così, le prove per formare un coro fra esilaranti difficoltà e anche qualche apprensione...
Mentre Filippo è alle prese con le piccole voci bianche, fra latino e volgare, Alessandro coltiva il suo odio nei confronti del sacerdote e, poco prima del concerto al cospetto del Papa, riesce a coinvolgere Mezzapagnotta come complice in un tranello per il prete.
Filippo viene condotto con l'inganno presso una prostituta d'alto bordo affinché sia colto in flagrante scandalo... A sorpresa, però, è la prostituta ad essere conquistata dalla parole del sacerdote e ad Alessandro non resta che scagliarsi contro Mezzapagnotta accusandolo di averlo tradito svelando l'intrigo...
Mezzapagnotta fugge disperato credendo di aver ucciso il suo avversario nella colluttazione che ne è scaturita, ma Filippo con la forza del suo amore sana miracolosamente la ferita di Alessandro
Seconda parte
Sono passati parecchi anni e l’Oratorio è diventato come era nei sogni di Filippo Neri. I bambini di un tempo sono giovani uomini impegnati nelle opere iniziate dal sacerdote: la cura dei malati e dei pellegrini, l’educazione dei fanciulli e molto altro. I primi seguaci di Filippo gli fanno la sorpresa di festeggiare il suo settantesimo compleanno riunendosi per la prima volta dopo anni e cantando come fecero per il Papa. Manca solo Mezzapagnotta di cui nessuno ha notizie precise, se non di una vita da randagio e delinquente.
Mentre il principino Camillo annuncia a Filippo che intende diventare sacerdote, il superbo Aurelio, grazie agli appoggi della sua famiglia, sta per intraprendere la carriera ecclesiastica ma viene bruscamente ridimensionato da Filippo che lo allontana dall’Oratorio.
Il sarto Galiotto e Lucia, invece, sono preoccupati per la figlia Ippolita che ha rifiutato molti pretendenti, forse perché non ha mai dimenticato Mezzapagnotta.
Nel frattempo viene eletto un nuovo Papa, un uomo severo che trova il suo ideale braccio destro nel cardinale Carpuso, che non tarda a muoversi contro Filippo.
In effetti, la confraternita patisce una cronica mancanza di fondi anche perché Filippo devolve tutte le donazioni ai poveri. Carpuso segnala con sdegno la situazione al Papa che convoca il sacerdote e gli impone di dare un ordine alla sua congregazione, provvederla di un luogo adeguato e manifestare pubblicamente la sua obbedienza ai dettami della Chiesa, altrimenti l’Oratorio verrà chiuso.
Mentre cerca il padre di uno dei suoi bambini in una taverna Filippo si imbatte in Mezzapagnotta e riesce a convincerlo a tornare: sarà il direttore del coro. Il ragazzo viene accolto con calore da tutti gli ex compagni e in particolare da Ippolita, ma il suo incarico non tarda a suscitare malumori, anche perché Galiotto non vede di buon occhio il legame tra sua figlia e un ex delinquente.
Quando Camillo comunica al padre che intende diventare sacerdote, il principe di Nerano reagisce con violenza e decide di danneggiare Filippo che gli ha corrotto il figlio, impedendo il proseguimento dei lavori della chiesa, dove un crollo causa la morte del fedele compagno di Filippo, Persiano Rosa.
Camillo, disperato, confessa a Filippo di non avere al forza di opporsi al padre e fugge, arrivando sull’orlo del suicidio. Filippo riesce a salvarlo ma la vicenda di Camillo, unita alle voci maligne diffuse su Mezzapagnotta, mettono il sacerdote in una posizione molto difficile con il Papa. Carpuso adesso sembra soddisfatto, l’Oratorio con molta probabilità sarà chiuso.
Saranno invece i ragazzi di Filippo (compreso Mezzapagnotta, tornato sui suoi passi e capace finalmente di coronare il suo amore con Ippolita nel matrimonio) a mettersi d’impegno per consentire il completamento dei lavori della chiesa dove il sacerdote dovrà dare prova della sua obbedienza.
Quando il Papa finalmente giunge, Filippo proferisce queste sole parole: l’unica regola è la carità. Con queste parole, compendio della sua attività pastorale, Filippo conquista la stima del pontefice che gli offre di diventare cardinale. Filippo rifiuta, lui preferisce il Paradiso.
Mentre Carpuso si ritira sconfitto e Aurelio, che lo aveva aiutato, si rende conto del poco valore di ciò che ha perseguito allontanandosi da Filippo, il sacerdote passa le consegne della guida della comunità a Pierotto, prima di morire. Le campane della sua chiesa suonano a festa. Lo spirito di Filippo e dell’Oratorio è più vivo che mai.