«Tre reti: una commerciale una di informazione e una regionale. Serve una profonda razionalizzazione della tv pubblica. E serve anche nei tg. Ne basterebbe uno. Forte. Autorevole. Che potrebbe nascere unendo risorse umane e mezzi tecnici che oggi sono inspiegabilmente divisi».
È la Rai che vorrebbe , se ne fosse azionista di maggioranza, Luisa Todini, componente del cda di viale Mazzini, a quanto afferma in una intervista ad 'Avvenire'. Quanto alla partita dei nuovi direttori «se la Rai fosse la mia azienda vedrei quali sono le mie risorse interne che sto pagando e cercherei di valorizzarle al meglio consapevole però che risorse esterne possono essere decisive per far crescere il peso specifico della donna», prosegue Todini, con un corollario in materia di 'quote rosa': «A un'azienda moderna servono donne ai vertici dei tg, donne alla guida di programmi di intrattenimento politico».
Todini affronta anche il tema dei costi, dei tagli: «Questa crisi è la grande occasione per care pulizia. Per tagliare i rami secchi, per eliminare sprechi e inefficienze. E per ridurre i costi. Farlo è sempre possibile. In ogni azienda. Anche quando si dice che si è all'osso ci sono dei margini per intervenire», magari, quanto a stipendi, «si parte da un fisso che poi potrà crescere in base agli ascolti e alla raccolta pubblicitaria legata al programma». Il tutto all'ombra di un giudizio sull'azienda che lascia aperta ogni via: «In Rai ho trovato il peggio e il meglio dell'Italia», ovvero il Paese che «lavora e produce», con «genialità» e «creatività», e «quell'altra Italia che non sopporto più: quella seduta, che aspetta, che non prende mai l'iniziativa», cioè «l'Italia dei privilegiati, dei raccomandati, dei garantiti». Mali che Todini riconduce alla politica che «alla Rai ha fatto danni veri. Con pressioni e con favori».
E sul peso della politica in Rai «è il momento di voltare pagina, di spingerla fuori», anche in materia di contenuti dei tg specifica Todini, affliti da «vergognoso 'cencellismo'» nel proporre dichiarazioni pesate partito per partito. Todini di dice convinta che «mai come ora serve una rivoluzione: sta per cominciare una campagna elettorale assai importante e, inevitabilmente, pressioni e tentativi di condizionamento si moltiplicheranno», mentre va seguita con «equilibrio e attenzione ai fatti».
Un esempio da seguire? «Prima di arrivare a viale Mazzini guardavo molto Sky. Mi piaceva, e mi piace, quel modo di fare informazione».