«Siamo abbastanza soddisfatti sugli ascolti della partenza della stagione, ma per dare giudizi complessivi ci vuole più tempo». Lo ha detto il direttore di La7, Paolo Ruffini, al Prix Italia di Torino dove il programma 'Quello che (non) ho' di Fabio Fazio e Roberto Saviano - andato in onda su La7 lo scorso maggio - ha ricevuto una menzione speciale.
«Penso che nel panorama della tv digitale -ha aggiunto Ruffini- dove è cambiato il concetto di televisione, siamo partiti bene e possiamo fare ancora meglio, ma serve più tempo per misurare. Formigli e Mannino sono partiti bene e la Parodi è partita a livello che ci aspettavamo, di un pomeriggio dove pensiamo di dovere crescere. Certamente non è quello il risultato. Siamo piccoli ma cresceremo».
Il direttore di La7 ha anche annunciato «sorprese nel corso della stagione, alcune le conosciamo già, ad altre si sta lavorando. La7 è una macchina in moto sulla programmazione». Quanto alla vendita della rete, Ruffini non ha voluto dire nulla: «Non ha senso che io dica qualcosa -ha concluso- se non che noi cerchiamo di fare del nostro meglio per realizzare buoni programmi. Il resto in questo momento non ci appartiene»
«Penso sia sbagliato pensare a Roberto Saviano solo come personaggio televisivo. È uno dei protagonisti della vita culturale del Paese, con cui ragioniamo per altri progetti». Così il direttore ad una domanda sul rapporto con Roberto Saviano, che dal primo ottobre, dopo l'esperienza sulla rete di Telecom Italia, tornerà su Rai3. «Roberto è molto legato a Fabio Fazio - ha proseguito Ruffini - ed è normale che faccia delle cose con lui, ma è sbagliato pensarlo come esclusiva di un'azienda. Roberto sa che a La7 può fare altre cose, le abbiamo anche discusse. Sono progetti ancora in fase embrionale, che non potranno prendere corpo nella prima parte del 2013, ma più in là»