Fabio Canino è sempre sulla notizia. Quando in tv impazzavano i conduttori gay, spuntò lui.
Quando nei palinsesti non si poteva fare a meno del trash, arrivò lui con lo stra-cult "Cronache marziane" («Non ho ancora capito perché l'abbiano chiuso», si inviperisce).
Quando, come nell'ultima stagione, se non hai collezionato almeno un flop non sei nessuno, lui non si è tirato indietro e ha sfornato lo sciagurato "Votantonio".
Ma Fabio Canino, 44 anni a ferragosto, conduttore di Play Radio, ex Iena e volto di Gay.Tv, è sulla notizia soprattutto con "TgShow", il telegiornale satirico che si è appena concluso sul canale 116 di Sky. Una sorta di parodia dei notiziari seri, con un travestito dai capelli arancioni come valletta e Costantino Della Gherardesca nei panni dell'inviato...
Iniziamo con il successo di Sky. Com'è stata l'esperienza sul satellite?
«Più che positiva. In termini di ascolto e gradimento del pubblico, e come lavoro: il clima è stato ottimo. Stiamo valutando se riproporre il programma anche la prossima stagione».
Cos'ha di diverso da Rai e Mediaset?
«Sky è più moderna, sperimentale. Si lavora velocemente: parli subito con le persone che decidono, e loro hanno le idee chiare. È una tv europea, mentre Rai e Mediaset sono provinciali».
In cosa?
«In tutto. Con "Tg Show" mi sono divertito. È stato meno show di molti veri tg. Eravamo sempre borderline, a rischio denuncia...».
Per esempio? Ci sono state delle proteste politiche?
«Si. Quando uscì la foto di Berlusconi con le ragazze a Villa Certosa, preparammo un filmato divertente. Un sosia di Silvio che giocava a nascondino con le ragazze, come un nonno affettuoso. Un video è anche andato su "Striscia" e "Blob". Hanno creato problemi alcuni 'lecchini" di Berlusconi, gente che ha protestato per dimostrare che i loro stipendi sono giustificati...».
E da sinistra, nessuna lamentela?
«No, sono più furbi. Abbiamo preso in giro anche Prodi, sia chiaro. Non siamo schierati né a destra né a sinistra, in questo momento tutti vanno presi di mira. Io poi, che non sono certo di destra, non sono mai stato supportato dalla sinistra. Ho fatto le mie piccole battaglie, manonfaccio parte di gruppi che si sentono "illuminati"...».
A chi si riferisce?
«Voglio dire che non ho amici che contano. Vado per la mia strada».
Chi non le piace in tv?
«Più che i conduttori, non mi vanno a genio alcuni dirigenti. Quelli che dichiarano di odiarei reality, e poi ne trasmettono cinque o sei a stagione; quelli bigotti, che si curano più del Vaticano che dei gusti del pubblico».
Chi le piace?
«"Che tempo che fa", "Markette", "Amici". Non sopporto invece il pubblico che va in studio. Tutti si lamentano di quanto faccia schifo la tv, poi ci sono centinaia di pullman che portano gente in sala».
A proposito di pubblico, il suo "Votantonio" non ne ha raccolto tanto...
«È stato un mio errore, ricomincerò».
Sicuro che fosse solo un suo errore?
«Beh, io mi assumo la responsabilità perché ci ho messo la faccia. Forse non avrei dovuto nemmeno accettare il programma, forse dovevo essere più severo con me stesso. Certo, le amministrative non hanno giovato: fare un programma senza politici, quando il format originale si basa sulla presenza di politici veri, è difficile».
La critica più dura che ha ricevuto?
«Quelle che vanno sul personale. Ma devo dire che mi ha fatto piacere leggere più o meno la stessa cosa: "Il programma è brutto, ma Canino ha dato il massimo"».
Da "Votantonio" ha imparato che...?
«Che non è tutto oro quello che luccica; di stare attento a certi meccanismi che stanno sopra di me... E poi, vuole la verità?».
Sì.
«Ho capito che un passo falso fa curriculum. Ho visto la mia foto sui giornali insieme a quelle di Simona Ventura, Gianfranco Funari, Maria De Filippi. Insomma, un bel parterre...».
Prima di Sky e Rai, ha condotto con successo "Cronache marziane" e "Frankenstein", per Mediaset Perché, nonostante i buoni ascolti, se ne è andato?
«Non ho lasciato Mediaset sbattendo la porta. Non c'erano proposte adatte a me. Dal Biscione, nei giorni del flop di "Votantonio", ho ricevuto tanti messaggi di solidarietà: "Non è colpa tua", mi hanno scritto. "Cronache" è stato chiuso nonostante andasse benissimo. Anzi, forse proprio per quello. Parlavano di motivi economici, ma hanno sborsato di più per programmi-fiasco... Chi lo sa?».
Alessandra Menzani
per "Libero"