Quando si dice che il mondo si ferma per il pallone. Saranno almeno una dozzina di milioni gli italiani che attenderanno di diventare digitali per far sì che le emittenti televisive possano dare la massima copertura ai prossimi
Mondiali di calcio in Sudafrica. D'altronde l'Italia ci arriva da campione del mondo e lasciare all'oscuro la più popolosa e ricca regione del Belpaese, assieme a una bella fetta del Nord, magari a causa di qualche disservizio, sarebbe stato un rischio troppo alto. Senza contare che, tre mesi prima del calcio d'inizio dell'evento più atteso dell'anno, ci saranno le
elezioni regionali, che necessitano di copertura informativa da par condicio analoga se non superiore ai mondiali di calcio.
Così, secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il governo ha rotto gli indugi e, dopo aver avuto l'assenso anche di Palazzo Chigi (che vuole evitare una replica del caos verificatosi nel Lazio lo scorso novembre), ha preso una decisione: salvo dietrofront dell'ultima ora, il passaggio alla tv digitale terrestre in Lombardia e nel Piemonte orientale non partirà più in primavera ma verrà rimandato a settembre.
Sarà questa la novità che giovedì 21 gennaio il Cnid (Comitato Nazionale Italia Digitale) formalizzerà a tutte le parti in causa, dalla Rai a Mediaset e Telecom Italia passando per la Federazione delle radio e televisioni privale. Per quel giorno infatti il viceministro alle Comunicazioni, Paolo Romani, ha convocato tutti gli attori della televisione digitale.
Dopo il calcio d'inizio del 2009, che ha visto il 30% della popolazione italiana servita dal digitale terrestre, il 2010 è l'anno del consolidamento cruciale, visto che la nuova tecnica di trasmissione deve diventare realtà anche in Lombardia, Piemonte orientale, Emilia Romagna, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Liguria. In tutto quasi 25 milioni di italiani. Restavano però alcuni nodi da sciogliere che alla fine hanno fatto propendere il governo per un rinvio, almeno in Lombardia e Piemonte.
Tutto ha concorso per uno slittamento dei termini: il fitto calendario dei prossimi switch off analogico-digitale; i possibili rinvii legati in particolare alle elezioni regionali; la gara per assegnare le cinque nuove reti che si libereranno con il passaggio definitivo al digitale; la battaglia in corso per l'assegnazione definitiva della posizione sul telecomando scatenata dalle emittenti locali laziali.
Nel 2009 quattro regioni (Valle d'Aosta, Piemonte Occidentale, Lazio e Campania) e due province autonome (Trento e Bolzano), per un totale di 15,3 milioni di abitanti, sono entrate nell'universo della nuova tv. L'operazione ha coinvolto oltre 6.000 impianti dì tv nazionali e locali. I possessori di decoder per il digitale terrestre hanno superato quelli con decoder per la tv satellitare e il digitale terrestre (Dtt) ha raggiunto a novembre il 25% di share.
Per le aree destinate a diventare digitali nel 2010, le date per switch-over (il trasloco dì Raidue e Retequattro sul digitale) e switch-off (lo stop definitivo air analogico) saranno definite proprio nella riunione del 21 gennaio al ministero. Se passerà la linea del rinvio, fortemente caldeggiata soprattutto dalle televisioni private che non vogliono perdere fette importanti di pubblicità durante i mondiali di calcio né avere problemi di informazione obbligatoria prima delle consultazioni amministrative di fine marzo, è possibile che tutta l'area padana spenga contemporaneamente la tv analogica dopo le elezioni e i mondiali del Sudafrica di giugno. Così l'avvento digitale slitterà a settembre, al ritorno dalle vacanze, quando agli italiani la televisione manca un po' meno del solito.
Roberto Sommella
per "MF"