Fox Channels Italia, pubblicit in crescita del 25%
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Sole 24 Ore
E
Economia
La crisi dei consumi c'è, come quella della raccolta pubblicitaria, eppure sembra un problema che non riguarda la tv satellitare, anzi. «Sto andando a vedere una nuova sede. La nostra base è Roma, ma vogliamo allargarci anche a Milano», racconta Diego Londono, 38 anni, amministratore delegato di Fox Channels Italia, il network in onda sulla piattaforma Sky con 12 canali.
«Negli ultimi tre mesi - continua il manager - la raccolta pubblicitaria è cresciuta del 25%», nonostante le stime Upa prevedano una progressione del comparto dell'1,4 per cento. «L'obiettivo per il 2008/2009 (il gruppo chiude il bilancio al 30 giugno) è superare quota 100 milioni, dopo aver archiviato l'anno a 85 milioni in aumento del 50%», prosegue Londono. Un'accelerazione che ha portato la società italiana a pesare fino al 30% del risultato operativo di Fox International Channels, salito a 232 milioni di dollari, a fronte di ricavi per 932 milioni di dollari. «Un ottimo risultato, ma in linea con le nostre performance in termini di share», sottolinea l'ad.
E sì perché l'audience di Fox è vicino al 2% complessivo e al 4% commerciale, mentre nel totale gli investimenti pubblicitari in televisione, quest'anno, dovrebbero salire a 5,18 miliardi.
Un obiettivo raggiunto nonostante l'Italia sia stata spesso "accusata" di essere indietro sul fronte dell'offerta televisiva a pagamento, «ma non è vero. Il Paese - dice Londono, americano di origini colombiane - è in linea con il resto del mondo. Siamo al pari di Germania, Spagna Francia, è chiaro però che paghiamo dazio verso Usa e Gran Bretagna, ma loro sono partiti molto prima».
In Italia Fox ha debuttato nel 2003 insieme alla nascita di Sky (come la piattaforma satellitare, anche il network fa capo alla Newscorp di Rupert Murdoch) con un obiettivo chiaro: essere leader nell'intrattenimento e nel campo del factual. Da un lato con grandi serie televisive, dall'altro con documentari e programmi dedicati alla storia. Ma è stata soprattutto la scelta di scommettere sui grandi serial a rivelarsi vincente con il lancio di programmi cult come Lost (in arrivo la nuova serie) e Desperate Housewives. «Mentre Dottor House - ci tiene a spiegare il manager - non è mai stato nostro in prima visione. Noi abbiamo acquistato i diritti per il secondo passaggio».
Insomma, nessuno "scippo" da parte di Mediasct al momento del lancio della sua pay tv, che però non sembra preoccupare i vertici di Fox: «La concorrenza fa bene, ma noi non la temiamo. Abbiamo una strategia chiara e cioè puntare su una programmazione chiara e sulla valorizzazione del brand».
Tra le strategie commerciali di Fox c'è anche lo sviluppo di iniziative studiate ad hoc con gli investitori pubblicitari: «In modo che possano colpire il target desiderato, per esempio con Fx per gli uomini e con Fox Life per le donne». E in arrivo, dopo il debutto dei concorrenti di DeaKids, potrebbe esserci anche un canale per bambini, «così come sono allo studio altre proposte».
«Negli ultimi tre mesi - continua il manager - la raccolta pubblicitaria è cresciuta del 25%», nonostante le stime Upa prevedano una progressione del comparto dell'1,4 per cento. «L'obiettivo per il 2008/2009 (il gruppo chiude il bilancio al 30 giugno) è superare quota 100 milioni, dopo aver archiviato l'anno a 85 milioni in aumento del 50%», prosegue Londono. Un'accelerazione che ha portato la società italiana a pesare fino al 30% del risultato operativo di Fox International Channels, salito a 232 milioni di dollari, a fronte di ricavi per 932 milioni di dollari. «Un ottimo risultato, ma in linea con le nostre performance in termini di share», sottolinea l'ad.
E sì perché l'audience di Fox è vicino al 2% complessivo e al 4% commerciale, mentre nel totale gli investimenti pubblicitari in televisione, quest'anno, dovrebbero salire a 5,18 miliardi.
Un obiettivo raggiunto nonostante l'Italia sia stata spesso "accusata" di essere indietro sul fronte dell'offerta televisiva a pagamento, «ma non è vero. Il Paese - dice Londono, americano di origini colombiane - è in linea con il resto del mondo. Siamo al pari di Germania, Spagna Francia, è chiaro però che paghiamo dazio verso Usa e Gran Bretagna, ma loro sono partiti molto prima».
In Italia Fox ha debuttato nel 2003 insieme alla nascita di Sky (come la piattaforma satellitare, anche il network fa capo alla Newscorp di Rupert Murdoch) con un obiettivo chiaro: essere leader nell'intrattenimento e nel campo del factual. Da un lato con grandi serie televisive, dall'altro con documentari e programmi dedicati alla storia. Ma è stata soprattutto la scelta di scommettere sui grandi serial a rivelarsi vincente con il lancio di programmi cult come Lost (in arrivo la nuova serie) e Desperate Housewives. «Mentre Dottor House - ci tiene a spiegare il manager - non è mai stato nostro in prima visione. Noi abbiamo acquistato i diritti per il secondo passaggio».
Insomma, nessuno "scippo" da parte di Mediasct al momento del lancio della sua pay tv, che però non sembra preoccupare i vertici di Fox: «La concorrenza fa bene, ma noi non la temiamo. Abbiamo una strategia chiara e cioè puntare su una programmazione chiara e sulla valorizzazione del brand».
Tra le strategie commerciali di Fox c'è anche lo sviluppo di iniziative studiate ad hoc con gli investitori pubblicitari: «In modo che possano colpire il target desiderato, per esempio con Fx per gli uomini e con Fox Life per le donne». E in arrivo, dopo il debutto dei concorrenti di DeaKids, potrebbe esserci anche un canale per bambini, «così come sono allo studio altre proposte».
Articolo tratto da
"Il Sole 24 Ore"
(23/10/08)
"Il Sole 24 Ore"
(23/10/08)
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