
Dalla ricerca - che sarà pubblicata in esclusiva sul prossimo numero del magazine Contribuenti.it - è emerso che l'evasione del Canone RAI delle famiglie si attesta intorno al 41% con punte che arrivano fino al 87% in alcune regioni quali Campania, Calabria e Sicilia, mentre quello delle imprese si attesta intorno al 96%.
''In Italia - spiega Contribuenti.it - esistono due canoni: quello ordinario, dovuto dalle famiglie, e quello speciale, dovuto dalle imprese, lavoratori autonomi, enti pubblici, enti pubblici non economici, enti privati. Ma se il canone ordinario è dovuto per il possesso di ''apparecchi atti o adattabili alla ricezione delle radioaudizionì', il canone speciale si paga anche per il possesso di computers e/o monitors e altri apparecchi multimediali (videofonino, videoregistratore, iPod, sistemi di videosorveglianza, ecc.) posseduti dalle imprese o enti pubblici o privati''.
L'evasione del canone RAI delle famiglie, che già nel 2005 ammontava al 22%, è balzata, nel 2010, al 41% (contro l'8% della media europea) e, si stima che nel 2011 arriverà al 43%.
Tra i maggiori evasori del Canone Rai figurano le famiglie residenti nelle province di Caserta, Ragusa e Catanzaro, dove l'evasione sfiora il 90% delle famiglie. All'opposto le province più virtuose sono quelle di Aosta, Ferrara e Pisa dove l'evasione si attesta al 12%. Ma l'evasione maggiore si riscontra nelle imprese. Secondo i dati, che saranno pubblicati su Contribuenti.it, in Italia esistono circa 4,5 milioni di imprese, di cui il 98% collegata con Internet con almeno un computer. Dunque, almeno 4,4 milioni di imprese dovrebbero pagare il canone speciale.
Ma dai dati pubblicati dalla Rai risulta che i canoni speciali riscossi ogni anno sono meno di 180 mila. Per cui almeno 4,2 milioni di imprese non pagano il canone, con un 95% di evasione. Limitandosi ad applicare il canone speciale base di 195,31 euro a 4,2 milioni di imprese, l'evasione è di 820 milioni di euro.
E se si considera che oltre alle imprese devono pagare il canone anche i lavoratori autonomi, i circoli, le associazioni, le fondazioni, le sedi di partiti politici, gli istituti religiosi, gli artigiani, le scuole e gli enti pubblici e che il canone speciale va pagato per ciascuna sede o ufficio, e che lo stesso varia da 195,31 a 6.510,13 euro l'anno a seconda della tipologia commerciale, Lo Sportello del Contribuente stima che l'evasione del canone speciale supera il miliardo di euro l'anno.
Tra i maggiori evasori del Canone Rai figurano le imprese con sede nelle province di Milano, Venezia, Torino e Roma dove l'evasione sfiora il 98% delle aziende. All'opposto, le province più virtuose sono quelle di Aosta, Napoli, Pescara e Firenze dove l'evasione si attesta al 92%.
L'Italia, comunque, non ha il canone più alto per le famiglie. In Europa, il record del canone più esoso appartiene all'Islanda con 346 euro, seguita dalla Svezia e Finlandia dove la tassa è pari rispettivamente a 210 e 208,5 euro, dalla Germania con 206 euro, dall'Inghilterra con 176 euro e dalla Francia con 116 euro. All'estremo opposto troviamo la Spagna, il Portogallo, Olanda e Ungheria dove gli utenti non pagano il canone per vedere la TV pubblica.
Perchè si evade? Dall' indagine dell'Associazione Contribuenti Italiani è emerso che il 36% delle famiglie non paga il canone perchè c'è la pubblicità sulla TV pubblica, il 31% per la scarsità dei controlli e la percezione che se chi evade non viene punito, il 24% per la scarsità qualità dei programmi e la troppa presenza della politica in TV e solo il 9% perchè non ha soldi, mentre l'83% delle imprese evade perchè l'Amministrazione finanziaria, durante le verifiche fiscali non richiede le attestazioni del pagamento del canone, nè lo sanziona.
''L'abbonamento alla RAI è una tassa e come tale va pagata - afferma Vittorio Carlomagno presidente dell' Associazione Contribuenti Italiani -. Ed è incredibile che l'amministrazione finanziaria dimentichi di richiedere il pagamento della tassa di concessione governativa durante le verifiche generali, pur avendo la delega all'accertamento''.