Jp Morgan riduce sotto la soglia del 5% la sua presenza in Telecom dove resta secondo azionista, dietro a Vivendi, col pacchetto di titoli legato al convertendo dell'ex socio Telefonica. Il movimento sarà seguito da altri, da qui a due anni, quando scadrà il prestito e la banca americana dovrà rigirare al gruppo spagnolo le azioni necessarie a convertire il bond. Più a breve termine, entro fine mese, l'azienda guidata da Marco Patuano punta intanto a chiudere le due trattative separate con Netflix e Mediaset per veicolare sulla rete a banda larga i contenuti televisivi della società americana, pronta a sbarcare in Italia, e della tv di Cologno Monzese, replicando con quest'ultima il modello di intesa già avviato con Sky. Poi il 6 agosto sarà la volta del Cda sui conti del secondo trimestre, preceduti dai risultati di Tim Brasil, la controllata la cui vendita potrebbe tornare d'attualità in caso di un cambio delle strategie di Telecom da parte del nuovo socio forte Vivendi.
Non sarà comunque il board estivo l'occasione per una staffetta nel consiglio di Telecom per l'ingresso dei rappresentanti francesi. Per ora l'indipendente Tarak Ben Ammar potrà dar voce alla società guidata dall'amico Vincent Bollorè, come è stato fatto filtrare nei giorni scorsi: l'arrivo di uno o due rappresentanti dei francesi non sarebbe quindi di stretta attualità.
Tornando a Jp Morgan, il primo luglio, prima che fosse reso noto l'ingresso in Telecom (avvenuto il 24 giugno) con una quota vicina al 7%, la banca americana era già scesa al 4,6%, sotto la soglia rilevante del 5%, secondo quanto è emerso oggi dalle comunicazioni alla Consob. Jp Morgan è libera di movimentare le azioni che le sono state affidate da Telefonica con un contratto: si tratta di un total return equity swap che permette agli spagnoli di rientrare in possesso, a luglio 2017, di una quota di Telecom compresa tra il 5,3 e il 6,4% così da disporre delle azioni per rimborsare alla scadenza il prestito convertendo. L'altro 8,24% di Telefonica (aveva nel complesso il 14,7% di Telecom) è finito invece a pieno titolo nelle mani di Vivendi che, peraltro, ha già provveduto a portarsi al 14,9%, senza escludere la possibilità di rafforzarsi ancora.