In attesa delle firme e dell'annuncio ufficiale previsto ormai a breve, la Borsa continua a spingere sull'intesa tra Mediaset e Vivendi, che per ora riguarda le pay tv ma che getta le basi per un'alleanza che potra' essere molto piu' stretta. Advisor e legali stanno limando gli ultimi dettagli - comunque non marginali - di un accordo le cui linee guida sono disegnate da settimane: Mediaset in Piazza Affari e' salito di un altro 2% abbondante, che porta il rialzo del titolo del Biscione a oltre il 20% da fine febbraio.
Vivendi, anche perché avra' un impatto sui conti molto ridotto dal primo 'deal' con Mediaset, si muove piu' cauta a Parigi. Appunto e' un primo passo, con operatori e analisti che danno ormai per certa - salvo problemi dell'ultimissima ora - la costituzione di una piattaforma comune di distribuzione e in parte di produzione di 'contenuti media'. Di fatto e' un'alleanza anti-Netflix e di contrasto alla concorrenza piu' diretta di Sky che non a caso ha da poco accorpato le sue attivita' europee. Mediaset dovrebbe conferire Infinity Italia e Spagna, Vivendi parte della attivita' di Canal+ e il servizio tedesco Watchever.
In ottica finanziaria, il punto interessante di questo primo gradino e' la forma (una joint venture) e soprattutto che gia' in questa fase potrebbe avvenire uno scambio azionario paritario tra capogruppo su una quota attorno al 3%, con possibile ingresso incrociato di rappresentanti dei gruppi controllati da Bolloré e Berlusconi nei rispettivi consigli di amministrazione. Ovviamente si pone la questione della molto diversa capitalizzazione di Mediaset e Vivendi, circa cinque volte maggiore a favore dei francesi: con uno scambio azionario alla pari serve un 'conguaglio', individuato in Mediaset Premium. Dagli analisti il valore dell'89% in mano al Biscione (l'11% e' detenuto da Telefonica pronta a uscire) viene valutato poco sotto gli 800 milioni, con Vivendi che ha sempre chiarito di voler pagare solo in 'carta', cioe' in azioni.
La soluzione potrebbe essere trovata in una cessione parziale di Premium, anche perché il Biscione si troverebbe senza quote nella pay tv ideata soprattutto da Pier Silvio Berlusconi e con in mano azioni Vivendi poco liquidabili, essendo la base di un'alleanza futura ancora piu' stretta. Citigroup vede comunque come probabile l'accordo a breve e i report di tutti gli analisti finanziari - per i quali si starebbe gia' preparando una presentazione dell'intesa - promuovono la nuova 'creatura' europea. Anche perché sgraverebbe i conti di Mediaset dal peso di attivita' finora sempre in rosso anche per il forte investimento sui diritti di Champions League.