Vivendi prende il timone di TIM, deleghe a De Puyfontaine
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Digital-News (com.stampa)
I francesi occupano la 'stanza dei bottoni' in Tim e il cda puo' solo «prendere atto dell'inizio dell'attivita' di direzione e coordinamento da parte di Vivendi» come riporta il comunicato al termine del cda che ha approvato la semestrale e dato un assetto provvisorio alla governance del gruppo. Una sottolineatura che rappresenta una novita' e che attira l'attenzione, considerando le recenti ispezioni Consob e che richiama il tema del consolidamento del debito di Tim nella controllante Vivendi.
La normativa italiana, dopo questa ammissione, lo prevederebbe e ora la palla passa ad Amf (la Consob francese) e ai tribunali d'Oltralpe. Di fatto Tim dopo l'uscita di Flavio Cattaneo resta senza un a.d, con le deleghe «temporaneamente conferite al presidente esecutivo De Puyfontaine» (che e' anche ceo di Vivendi) e quelle piu' sensibili, relative alla Funzione Security e a Sparkle, assegnate ad interim al vice presidente, Giuseppe Recchi. Una situazione di incertezza che di solito innervosisce i mercati e contro la quale ha alzato la voce Assogestioni mentre in seno alla societa' ha visto 'puntare i piedi' ai consiglieri indipendenti che hanno chiesto che la procedura per la nomina del successore di Cattaneo venisse rispettata. E cosi' il Comitato Nomine e Remunerazione ha dato mandato a Egon Zehnder, secondo quanto si apprende, di selezionare una rosa di candidati per trovare alla fine un ceo italiano. Amos Genish, gradito a Vivendi che ne avrebbe voluto fare il capo azienda, e' ancora vincolato dal patto di non concorrenza sul Brasile firmato con Telefonica quando il 1 gennaio 2017 ha lasciato la guida di Vivo per approdare il 4 gennaio a Parigi per sovrintendere la strategia di convergenza del gruppo tra contenuti, piattaforme e distribuzione. Per lui dunque si delinea per ora solo il ruolo di direttore generale, che Cattaneo lascera' lunedi' 31 luglio. L'annuncio potrebbe arrivare gia' domani.
L'ultimo atto del manager sara' la presentazione dei conti alla comunita' finanziaria. Il primo semestre si e' chiuso con ricavi consolidati pari a 9,8 miliardi di euro (+7,4%) e un ebitda a 4,1 miliardi di euro (+10,4%) ma con un utile di 596 milioni di euro che sconta oneri netti non ricorrenti per oltre 170 milioni e, viceversa, il primo semestre 2016 beneficiava della valutazione al fair value dell'opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria. Il debito e' sceso a 25,1 miliardi. «Lascio un'azienda migliore di come l'ho trovata - commenta Cattaneo tracciando un bilancio del suo mandato - un miglioramento di 1,3 miliardi di euro dell'ebitda dal primo trimestre 2016, una crescita di di oltre 9 punti percentuali del fatturato di gruppo e la riduzione del debito di 2,4 miliardi negli ultimi 12 mesi». «Sono una solida base per la seconda fase del piano di rilancio - sottolinea De Puyfontaine - Tim proseguira' negli investimenti sulle infrastrutture e nello sviluppo di servizi convergenti». Nessun riferimento ulteriore al tema della banda larga. Su cui invece torna l'ad di Enel Francesco Starace, una eventuale fusione tra Tim e Open Fiber «non ha senso, siamo completamente contrari, si tratta di una discussione inutile».
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