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TIM, accordi con DAZN e Mediaset accellera crescita prevista dei ricavi

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Digital-News (com.stampa) / Corriere della Sera

E
Economia

TIM, accordi con DAZN e Mediaset accellera crescita prevista dei ricavi TIM comunica che l’accordo con DAZN per la distribuzione del campionato di Serie A comporta un’accelerazione nella crescita prevista per ricavi ed EBITDA (mid single digit growth) negli anni 2022-2023, con obiettivi 2021 confermati in termini di Fatturato (stable to low to single digit growth) e rivisti a low to mid single digit decrease per l’EBITDA, anche in conseguenza dei generali effetti sul mercato dello slittamento temporale del piano vouchers per le famiglie e imprese.

I benefici attesi dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dall’acquisizione degli assets mobili di Oi non sono ancora incorporati nella guidance. Prosegue l’azione di rilancio del business domestico e si apre una nuova fase di crescita sostenibile legata ai mercati adiacenti (beyond connectivity). Il piano “Beyond Connectivity” 2021-2023 ha avviato le factories di Gruppo (Noovle, Olivetti, Telsy) su un percorso che le porterà a più che raddoppiare i ricavi da servizi innovativi nel periodo. Gli accordi con DAZN e con Mediaset estendono il piano nel segmento Consumer, aggiungendo la serie A e la Champions League a TIM Vision, la piattaforma più ricca di contenuti sul mercato italiano.

Confermati l’obiettivo di generazione di cassa di 4 miliardi di Euro nell’arco di piano e il rapporto Net Debt/EBITDA di 2,6x al 2023. Confermata la politica di distribuzione dei dividendi: 1 euro cent (floor) per le azioni ordinarie e 2,75 euro cent per le azioni di risparmio. Confermate nel secondo trimestre 2021, a livello domestico, la stabilizzazione delle linee fisse e la forte crescita dell’UBB oltre ad un’ulteriore riduzione del churn fisso e mobile- Confermata anche l’ottima performance di TIM Brazil che continua ad accelerare i tassi di crescita di ricavi ed EBITDA

«Oggi Tim è sia un incumbent sia una startup —, spiega l’amministratore delegato, Luigi Gubitosi al Corriere della Sera. Il manager che da tre anni guida il gruppo di tlc ha avviato un profondo piano di trasformazione e il nuovo profilo dell’ex monopolista dei telefoni si inizia già a vedere —. Restiamo leader nella connettività e nell’infrastruttura ma abbiamo avviato e stiamo sviluppando attività per il mercato business e per la Pubblica Amministrazione nel cloud, nell’hedge computing, nella cybersecurity, nell’Internet of things e nell’intelligenza artificiale. Per il mercato consumer stiamo investendo su Tim Vision, con l’ultima novità del Campionato di Serie A in seguito all’acquisto dei diritti da parte di Dazn».

Cosa c’entra Tim con la tv?
«Ci stiamo adeguando a un trend inevitabile che nel mondo ha portato Netflix, Amazon Prime e Disney+ a guidare la trasformazione del mercato. Quest’anno la finale del Superbowl è stata vista da quasi 100 milioni di persone tra Tv via cavo e streaming. Questo cambiamento epocale sta avvenendo anche da noi e poiché la tecnologia non aspetta, Tim si sta velocemente adeguando ampliando l’offerta per cogliere una domanda in rapida crescita. Ovviamente parliamo solo di distribuzione di contenuti».

C’è ancora qualche scetticismo, si teme che la rete di Tim non regga.
«C’era anche durante il lockdown e le reti hanno retto senza problemi. Per il calcio siamo pronti: oltre a investimenti annui per circa 3 miliardi, abbiamo stanziato altri 70 milioni per rafforzare la rete e approntare una piattaforma di distribuzione multicast con cui potremo rispondere adeguatamente alla domanda, anche da parte dei clienti di altri operatori che vorranno vedere il calcio. Non siamo solo noi ad avere vantaggio dai nostri investimenti ma tutto il mercato. Non solo sul calcio, pensiamo al Cloud, che si sta diffondendo a grande velocità in tutto il mondo».

Quanto pesano queste attività sul conto economico?
«Lo sviluppo di attività per i nuovi mercati è a buon punto e il peso sulla valutazione complessiva crescerà. Abbiamo creato delle factories dedicate ai nuovi business e nel 2023 ci attendiamo un fatturato di 1,5 miliardi, dai 700 milioni del 2020. Il mercato rimane tuttavia molto sfidante, con i prezzi più bassi d’Europa. Ci siamo dati l’obiettivo di stabilizzare il fatturato domestico nel 2021 e ci riusciremo. L’Ebitda quest’anno risentirà dell’avvio del calcio e del ritardato lancio dei voucher,che avrebbero ridotto qualche irrazionalità di mercato, ma si avvantaggerà nei prossimi anni della “startup” del calcio, dell’arrivo del Pnrr e più in generale del processo di trasformazione di Tim. Anche in Brasile, grazie alla prevista acquisizione con Vivo e Claro degli asset mobili di Oi la crescita accelererà».

Nel 2026 l’Italia sarà davvero connessa e digitale?
«Il Pnrr è un’occasione straordinaria, di quelle che si presentano una sola volta nella vita, per ridisegnare il Paese attraverso riforme e investimenti. L’importante è avere ben presente che le risorse pubbliche devono stimolare investimenti privati e non sostituirli».

E tra cinque anni Tim come sarà?
«Un tempo si diceva che Tim fosse un freno all’innovazione, oggi è il motore del cambiamento tecnologico del Paese. I dati rappresentano un’altra grande opportunità e Tim intende contribuire ad un utilizzo intelligente e sicuro da parte di tutti. Vogliamo essere il motore dell’innovazione tecnologica».

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