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L'asta delle frequenze tv, svolta per lo switch-off?

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Fonte: Corriere delle Comunicazioni

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Digitale Terrestre

Cosa cambierà il bando di gara indetto dal ministero delle Comunicazioni per la riassegnazione dei 108 impianti frequenza non utilizzati?

Si tratta di un passo, per le frequenze televisive, verso una gestione più controllata e trasparente? Si inaugura una doppia pista di frequenze (di serie A e di serie B), con tutte le incertezze del caso? Saranno le tv nazionali medio-grandi a essere avvantaggiate dal bando, oltre a Rete A (l'operazione nasce proprio da un suo ricorso)? Mtv e La7 potrebbero esserne favorite?

Di fatto, per la prima volta nella storia della televisione tricolore, si tenta il riordino di un patrimonio che è anche il risultato di gestioni e criteri stratificati nel tempo. Frequenze occupate, vendute, scambiate. Frequenze acquisite ma non utilizzate. Frequenze dichiarate ma non esistenti.

Per la prima volta è una procedura competitiva a assegnare il diritto di effettuare attività televisiva. 1108 impianti frequenza sono una goccia in un mare composto, come da censimento, da 24mila impianti (24.680): in parte appartengono al gruppo di risorse assegnate all'Italia dalla Conferenza internazionale di Ginevra del 2006 e in parte ad altre risorse individuate a seguito di una verifica effettuata sul database delle frequenze conclusa a giugno dal ministero delle Comunicazioni e dall'Agcom.

"Per la prima volta -  ha detto il ministro Paolo Gentiloni - tutto si svolge secondo regole precise e nella massima trasparenza, e con l'obiettivo della gestione efficiente dello spettro, come chiede la Ue".

L'operazione nasce da un ricorso presentato da Rete A: "Il ministero ha deciso di non impugnare, ma di dare esecuzione alla sentenza (13415/2006) con cui il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di Rete A (del gruppo l'Espresso) contro un provvedimento con cui nel 2005 il ministero delle Comunicazioni aveva dato risposta negativa alla richiesta della stessa emittente di ottenere frequenze non utilizzate", ha spiegato Gentiloni.

Le frequenze oggetto del bando pubblicato in questi giorni sono state suddivise in due elenchi: un allegato A che comprende le frequenze coordinabili a livello internazionale, censite ai sensi della legge 223/1990, e un allegato B che comprende le frequenze presenti nella lista degli Assi-gnments attribuiti da Ginevra all' Italia. Possono partecipare al bando i titolari di concessione o autorizzazione, che non hanno raggiunto la copertura dell' 80% del territorio nazionale (dunque escluse le locali oltre Rai e Mediaset).

Per le frequenze A le assegnazioni saranno effettuate sulla base di un esame tecnico che darà la precedenza alle richieste degli operatori che conseguono il miglior incremento percentuale di copertura territoriale. Per le frequenze B l'assegnazione avverrà per mezzo di procedura d'asta. Il bando prevede, poi, il divieto di cessione o di permuta a terzi delle frequenze assegnate e, comunque, la procedura avrà una tempistica molto rapida, che dovrà concludersi in primavera con l'assegnazione degli impianti-frequenze su base non interferenziale. Le risorse dovranno essere usate entro 180 giorni.

Roberta Chiti
per "Il Corriere della Comunicazione"

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