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Il digitale terrestre? Test chiave in Sardegna

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Fonte: Il Corriere della Sera Economia

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Digitale Terrestre

Il 2008 sarà un anno decisivo per il sistema della comunicazione e dei media nel nostro Paese, segnerà un punto di svolta per lo sviluppo industriale e per l'innovazione. Lo si deduce anche dalla lettura del decimo Rapporto sull'industria della comunicazione in Italia, elaborato dall'Istituto di Economia dei Media e pubblicato da Guerrini & Associati. Anche se i dati si riferiscono al 2006, il rapporto può essere utilizzato per formulare alcune ipotesi di evoluzione del comparto.

Il 2007 è stato un anno importante perché ha confermato che l'industria, così com'è oggi strutturata, non riesce a crescere. Non solo l'industria televisiva generalista o le imprese editoriali a stampa o la radiofonia, ma tutti settori che hanno necessità di trovare strategie e applicazioni innovative rispetto al loro tradizionale modello di business.

Sul fronte televisivo il 2008 dovrebbe portare, già dal mese di marzo, il passaggio al digitale nell'intera ragione Sardegna. Per fare questo è necessario che l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (guidata da Corrado Calabro), gli operatori televisivi, il Comitato nazionale Italia digitale, il Ministero delle Comunicazioni trovino soluzione ad uno dei problemi irrisolti del sistema televisivo nazionale, la questione delle frequenze. L'Autorità riunirà «a conclave» gli operatori del digitale, con la speranza che alla fine ci sia una fumata bianca.

Nel 2007 si è compiuto ilpasso necessario ed inevitabile di mettere a punto il catasto delle frequenze; sono state individuate frequenze ancora disponibili di cui è stata messa all'asta la concessione. Un'altra asta è prevista per i primi mesi del prossimo anno, si tratta delle frequenze destinate a portare la banda larga via etere (Wi-Max) nelle zone non raggiunte da cavi a fibra ottica o da Adsl. Queste aste sono ostacolate da una serie di ricorsi al Tar e di proteste da parte di operatori locali. Sembra che in Italia non possa esserci apertura di mercato che non passi dai Tribunali o dalla Comunità europea.

Le frequenze sono un ambito sensibile, ma senza una ripartizione razionale e il conseguente dividendo digitale e dunque la possibilità per nuovi soggetti di farsi avanti, non si apre alcun mercato.

Per la televisione digitale terrestre il 2008 sarà anche l'anno in cui prenderanno forma le offerte più accattivanti. Il 2007 si è chiuso con un grande successo: la trasmissione dell'incontro Milan-Boca Juniors per l'assegnazione del titolo di club campione del mondo. Ha vinto il Milan e ha vinto Mediaset: l'offerta a pagamento, in esclusiva sul digitale terrestre, ha permesso di incassare oltre quattro milioni di euro e ha rilanciato la piattaforma nella quale l'azienda ha investito in frequenze e in cui ora dovrà investire in contenuti.

I primi giorni del 2008 vedranno il lancio di tre canali Mediaset a pagamento
grazie ai quali film e fiction di prima scelta affiancheranno i canali gratuiti.

È probabile che nel nuovo anno anche gli atteggiamenti reciproci degli operatori incumbent dovranno cambiare. Sarà gioco forza che Mediaset e Sky stringano alleanze e si scambino canali, che gli editori e i fornitori di contenuti cerchino di distribuire i loro prodotti su più piattaforme.

Nel 2008 si capirà se la tv sui cellulari è una stramba idea o un'offerta in grado di produrre bilanci in attivo e se la Iptv appartiene a un futuro remoto o prossimo. Nel 2008 dovranno anche delinearsi meglio le strategie multy-player degli operatori. In questo Rapporto lo lem affronta anche la questione «multiple play e reti di nuova generazione, stato dell'arte e possibili scenari». Il 2008 probabilmente non svelerà le potenzialità delle Next generation network, confuse tra mito e realtà, ma mostrerà i risultati più consolidati delle offerte degli operatori e delineerà in modo più chiaro i contorni del futuro sistema dei media.

Clelia Pallotta
per "Corriere Economia"

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