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Carelli: 'Vi presento la conversione ecologica di Sky'

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Fonte: Nuova Ecologia

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Sky Italia
È del maggio scorso la decisione di Rupert Murdoch, fondatore della News corporation proprietaria di Sky Italia, di fare del proprio impero mediatico un modello ecologico. Con la campagna Cool Change intende portare le proprie attività, che nel 2006 hanno prodotto oltre 60 Ornila tonnellate di CO2, a zero emissioni entro il 2010.
 
In Italia l'impegno ecologico di Sky inizia il 13 aprile 2007 quando Emilio Carelli, al quarto anno di direzione di Sky Tg 24, va in onda con le sei puntate di Unità di crisi. Con l'ausilio di ospiti autorevoli, tra cui Al Gore, Jeremy Rifkin, Carlo Rubbia, Massimo Scalia e rappresentanti dell'Ipcc, la trasmissione ha trattato le grandi questioni ambientali dal punto di vista tecnico e politico. «Penso che l'ecologia costituisca oggi una vera emergenza - spiega Carelli - dico emergenza non problema. Se ne parla a tutti i livelli, le tecnologie in parte ci sono, altre si stanno studiando. A livello prettamente energetico ci sono fonti alternative e si stanno ideando sistemi innovativi di approvvigionamento che spero presto prenderanno piede su larga scala. Ma siamo molto in ritardo».
 
Pensa che i provvedimenti presi finora dai governi siano inadeguati?
Nella stesura del protocollo di Kyoto e negli incontri successivi ci doveva essere più coraggio da parte di tutti per un maggiore sacrificio nell'immediato, per avere risultati più significativi. La difesa dell'ambiente, si sa, può richiedere costi e tempi notevoli. Ma non dobbiamo fermarci per questo. Difendere l'ambiente vuol dire rinunciare ad alcune cose, pagarne di più delle altre, ma soprattutto investire nella ricerca. Gli Stati dovrebbero impiegare molte più risorse in questo settore.
 
Dopo decenni di ostentato scetticismo sull'allarme clima Murdoch, solitamente vicino alle posizioni dei conservatori, ha cambiato rotta distanziandosi dall'amministrazione Bush. Perché?
Penso, semplicemente, perché Murdoch è una persona molto intelligente ed è capace di cambiare posizione. In questi anni sono stati due i suoi grandi cambi di rotta: nei confronti della difesa dell'ambiente, credendoci profondamente e sposandone le tesi, e sull'apertura al web da parte della carta stampata. Insieme abbiamo parlato molto dei problemi ambientali e ho capito che questa "conversione" non è frutto di opportunismo ed è dovuta invece alla ferma convinzione che l'ecologia sia il tema dominante di questo secolo e il più grande problema con cui dobbiamo confrontarci.
 
Come viene vissuta la "conversione verde" dentro Sky?
Direi molto bene. Stiamo lavorando per dei cambiamenti concreti che ci facciano diventare un gruppo mediatico "carbon free". Tutto il parco auto aziendale si sta trasformando per avere presto solo mezzi ibridi e anche in altri settori stiamo tentando di migliorare la nostra efficienza energetica.
 
Ultimamente i media parlano molto più spesso di ambiente. Pensa si tratti di una moda o c'è una maggiore e autentica attenzione al problema?
La carta stampata ha dato molto spazio ai temi ambientali e tanti colleghi credono fermamente in quello che scrivono, ritenendo che su questi problemi sia necessario non far mai calare l'attenzione del pubblico. È per questo, credo, che lo spazio dedicato dai settimanali sta aumentando notevolmente, come nel caso dei due maggiori settimanali italiani, Espresso e Panorama. La televisione invece ha dato e continua a dare poco spazio all'ambiente. In Italia la tv ha giocato purtroppo un ruolo marginale nel cambiamento in atto.
 
Ma invece proprio la televisione potrebbe avere un ruolo fondamentale sulle coscienze del pubblico...
Abbiamo un grande potere. Attraverso i media che gestiamo possiamo coinvolgere il pubblico e convincerlo che il risparmio energetico ha una sua importanza concreta: È un ruolo che potremmo definire "educativo" e che dobbiamo svolgere, dando noi per primi l'esempio. Riuscire a modificare i comportamenti del pubblico facendogli capire che insieme possiamo fare la differenza è una mission fondamentale.
 
Al di là dell'oceano la situazione è molto diversa. Negli Usa quattro nuovi siti dedicati all'ambiente di grandi gruppi editoriali come National Geographic, Newsweek, New York Times e Washington Post si stanno rivelando ottime "macchine da soldi".
Tra i colleghi americani si sta creando una sensibilità vera, e non posso che rallegrarmene. Il fatto che si stiano creando sezioni e appositi siti dedicati a queste tematiche e ai loro problemi, per raggiungere più persone possibile, è indubbiamente positivo. Spero che in futuro questo esempio venga seguito anche in Italia. Il fatto che nel nostro paese la tv non abbia ancora dedicato il giusto spazio all'ecologia è molto grave.
 
Si prevede una seconda serie di "Unità di crisi"?
Probabilmente in primavera. Ma una cosa.è certa: su Sky si apriranno in futuro sempre più spazi dedicati all'ambiente.
 
Alessandro De Pascale
per "Nuova Ecologia"

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