Capello telecronista - Don Fabio macina giudizi mentre Civoli tace (Repubblica)
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: La Repubblica
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Sport
E' il suo secondo lavoro ufficiale e se il primo non gli avesse dato qualche soddisfazione negli anni, chissà. Come se non avesse mai smesso - e sono passati 15 anni - Fabio Capello si è rimesso in postazione microfonica ieri sera accanto a Marco Civoli e si è messo a giostrare nomi e giudizi su Ungheria-Italia, la competenza e il senso del calcio temperati dalle sacre esigenze televisive.
Ma con irruenza, quasi: il problema per Civoli, spesso, è stato quello di non farsi esautorare dalla verve di Capello, che non attende certo segnali dal telecronista per intervenire. Piuttosto facilitato dalla semplicità dell'impegno amichevole (è stato un allenamento anche per lui, Italia-Francia sarà un altro film), Capello ha esordito senza smancerie o altro, Civoli gli ha dato il "bentornato " e lui si è messo a macinare parole e interpretazioni su quando stava accadendo in campo.
Va da sé, senza la necessità di calcare mai la mano (ma questo, con la Nazionale, succede solo in rarissimi casi per chiunque), esaltando gli spunti migliori ("Bella palla dì Aquilani", "Bella palla di Pirlo"), una sorta di zio esperto che accompagna il telecronista e gli spettatori. II Capello piacione di queste nuove telecronache deve ripristinare un minimo di rapporto di simpatia con gli italiani: e per diventare simpatici (nonché per l'esatto contrario) non c'è niente di meglio della televisione.
Va un po' in difficoltà coi toni appena si mette male e gli azzurri vanno sotto, ha appena pronosticato una Nazionale più veloce con Inzaghi ma meno potente, quindi difficilmente può sbagliare, comunque vada, ma le botte dell'Ungheria alla fine gli riducono il morale visibilmente: vede in fuorigioco il gol azzurro ma si corregge con il replay come facciamo tutti noi umani, lancia la frecciatina solo quando elenca le favorite per la Champions: Inter, Chelsea e Barcellona, senza dimenticare il Milan. Nemmeno il beneficio di un piccolissimo dubbio per il vecchio Real.
Si diverte un sacco, insomma, Fabio Capello, si sente quello giusto al posto giusto, più o meno, e andando avanti si vedrà, infatti lo dice in avvio di telecronaca: la panchina non mi manca, per ora.
Ma con irruenza, quasi: il problema per Civoli, spesso, è stato quello di non farsi esautorare dalla verve di Capello, che non attende certo segnali dal telecronista per intervenire. Piuttosto facilitato dalla semplicità dell'impegno amichevole (è stato un allenamento anche per lui, Italia-Francia sarà un altro film), Capello ha esordito senza smancerie o altro, Civoli gli ha dato il "bentornato " e lui si è messo a macinare parole e interpretazioni su quando stava accadendo in campo.
Va da sé, senza la necessità di calcare mai la mano (ma questo, con la Nazionale, succede solo in rarissimi casi per chiunque), esaltando gli spunti migliori ("Bella palla dì Aquilani", "Bella palla di Pirlo"), una sorta di zio esperto che accompagna il telecronista e gli spettatori. II Capello piacione di queste nuove telecronache deve ripristinare un minimo di rapporto di simpatia con gli italiani: e per diventare simpatici (nonché per l'esatto contrario) non c'è niente di meglio della televisione.
Va un po' in difficoltà coi toni appena si mette male e gli azzurri vanno sotto, ha appena pronosticato una Nazionale più veloce con Inzaghi ma meno potente, quindi difficilmente può sbagliare, comunque vada, ma le botte dell'Ungheria alla fine gli riducono il morale visibilmente: vede in fuorigioco il gol azzurro ma si corregge con il replay come facciamo tutti noi umani, lancia la frecciatina solo quando elenca le favorite per la Champions: Inter, Chelsea e Barcellona, senza dimenticare il Milan. Nemmeno il beneficio di un piccolissimo dubbio per il vecchio Real.
Si diverte un sacco, insomma, Fabio Capello, si sente quello giusto al posto giusto, più o meno, e andando avanti si vedrà, infatti lo dice in avvio di telecronaca: la panchina non mi manca, per ora.
Antonio Dipollina
per "La Repubblica"
per "La Repubblica"
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