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Calcio spezzatino, le dichiarazioni di Matarrese, Zappia e altri

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Fonte: La Repubblica / La Stampa

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Sport
«Siamo costretti dal dio denaro...»: Antonio Matarrese, presidente della Lega Calcio, spiega cosi l'ultima (ultima?) rivoluzione del calcio.

Ma non rischiate di svuotare ancora di più gli stadi che già sono mezzi vuoti?
«Non è certo questo il nostro obiettivo, anzi: il nostro è un tentativo di rendere il campionato più elettrizzante ma senza danneggiare i tifosi. Ce l'ha chiesta Sky, questa spalmatura, e noi facciamo solo quello che altri Paesi hanno già fatto. E non solo in Spagna. Il tifoso può andare allo stadio per tifare per la sua squadra e vedersi poi le altre partite in tv. La gente deve abituarsi. Abbiamo deciso in consiglio di Lega su questi orari nuovi, e tutti erano d'accordo. Ripeto: è un test, che speriamo però di ripetere anche in futuro».
 
E il derby di Roma alle 21.15? Troppo tardi, con rischi anche per l'ordine pubblico.
«Non sono d'accordo: la Nazionale a volte gioca alle 21, la Champions alle 20,45. In fondo, non cambia molto. A Roma, di sera, gira un sacco di gente in auto, su e giù: meglio quindi se vanno allo stadio. Meno vizi e più calcio... La mia è una battuta, certo, ma spero proprio che la gente vada all'Olimpico. Problemi di ordine pubblico? No, ci teniamo in continuo contatto con l'Osservatorio del Viminale».
 
Questa spalmatura è anche un segnale per a calcio in chiaro? Si era pensato addirittura ad un embargo sino alla domenica alle 22.30 dei gol in chiaro...
«Certo è un segnale, questo. Per Rai e Mediaset (che però si è già tirata indietro, ndr): a giugno scade il contratto per gli highlights del campionato. Siamo in difficoltà, è innegabile».
 
Ma lo spezzatino è finito qui?
«No: a me andrebbe bene anche una partita all'una della domenica...».
 

 
Andrea Zappia, come vicepresidente di Sky lei è fautore dello spezzettamento del campionato. È davvero necessario?
«Premesso che il 'format' lo decide la Lega, non le televisioni, parlare di spezzettamento dà un significato negativo a qualcosa che ritengo invece molto positivo».

Vale a dire?
«La libertà del tifoso di scegliere cosa vuole vedere, mentre anni fa la scelta era di chi decideva quale secondo tempo trasmettere in tv».
 
Sarà vero ma la nuova filosofia è dettata solo dalla ricerca di un business più corposo.
«A tempi brevi, differenziare gli orari d'inizio non ci procurerà più abbonati. Invece potremo dare un prodotto migliore a chi ci segue perché gli si permette di vedere un maggior numero di grandi partite mentre quando tutti giocano alla stessa ora un evento esclude necessariamente un altro».
 
E per chi va allo stadio?
«L'impegno è di non penalizzale nessuno, anzi vogliamo creare un circolo virtuoso per cui chi vede un bello spettacolo in tv è più invogliato ad andare poi allo stadio».
 
Il derby alle 21.15: a quando una partita a mezzogiorno?
«La scelta non è nostra. L'idea è interessante ma difficile da adottare, con gli stadi che non hanno un ristorante dove la gente possa pranzare. Il vero problema è che le tv si sono modernizzate come in tutto il mondo, invece gli stadi da noi sono fermi a 30 anni fa».


 
Altre brevi dichiarazioni tratte da Repubblica:

Massimo De Luca,
direttore di Raisport: «E' assurdo mettere una gara delicata come il derby alle 21... Ormai, in Lega Calcio si sono consegnati alla tv a pagamento. E' chiaro che a queste condizioni il valore degli highlights diminuisce sempre più, ne terremo conto».

Sergio Campana
, n. 1 del sindacato calciatori: «Sono d'accordo su questo test, l'importante era giocare poche notturne in pieno inverno».
 
Claudio Lotito
, presidente della Lazio:«Derby alle 21,15? Un vantaggio per i tifosi».
 
Antonio Ferraro
(Rifondazione Comunista): «Così facendo, ammazzano lo sport più popolare: è solo una mercificazione e contribuisce a svuotare ancora di più gli stadi».

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