E' uno show nuovo rispetto a quello che ha portato nei teatri questo inverno?
«Certo. Nel corso della stagione passata ho viaggiato con E permesso toccando tutti i capoluoghi e disquisendo su vari argomenti anche di grande spessore. Tutto a modo mio, naturalmente. Ora il pubblico ha bisogno di qualcosa di meno... per cosi dire pesante. Ha bisogno di riflettere ma senza stress e io provo a seguire una linea più fluida con Stasera... che sera!»
In che senso?
«Mi diletto a analizzare varie problematiche, come quelle del risparmio, delle banche, della svalutazione. Sì, perché nessuno lo dice chiaramente ma viaggiamo sull'onda di una svalutazione del 100 per cento. Un euro non ha il suo valore, duemila lire, ma mille lire. Non è il 100 per cento di svalutazione? Poi, tanto per essere in linea con la stagione, analizzo le vacanze dei poveri e quelle dei ricchi, i ricchi sugli yacht, nei resort più belli, nelle ville dislocate nei posti più suggestivi del mondo. Che noia! Invece i poveri che si devono conquistare ogni millimetro di spiaggia. Devono fare i conti per il pranzo e la cena. Devono dormire in cinque in una stanza. Ogni giorno è movimentatissimo».
Una bella denuncia anche d'estate. Ma il pubblico non le chiede i cavalli di battaglia?
«Prima che me lo domandino io li anticipo. Non faccio mancare nulla a chi acquista il biglietto per venirmi a vedere. Da "Torquato il pensionato" alla "Romatica donna inglese", a "Dudù e Cocò", sempre attualizzati, naturalmente. Insomma del mio meglio e... dei mio peggio. Scherzo eh!»
Tanto teatro, e la televisione?
«Non la voglio fare. È così noiosa, brutta, becera, diseducativa. Si dice così, no? La verità è che non c'è stato, fino a questo momento, nessun dirigente che mi abbia fatto proposte interessanti. Che vado a fare, il monologo come fanno tutti i comici che frequentano oggi la tv? Dicono tutti le stesse cose. Il monologo è diventato un rifugio. No, non va bene così. Bisogna trovare vere idee. Di questo passo si va verso l'appiattimento, verso un futuro arido».
Se la tv è out, il cinema è in?
«Il cinema è una cosa seria. Ho delle idee, ma per il momento non ne voglio parlare. È tutto in costruzione. E poi c'è sempre quel pizzico di scaramanzia che non guasta. La concretezza del mio domani è sicuramente il teatro. È la mia dimensione e il mio divertimento. Almeno per ora».
Patrizia Saladini
per "Il Messaggero
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