Niente pubblicità all'interno dei telegiornali. Neppure se succede una volta sola, per errore. L'Autorità non solo ha condannato la società Giocattoli Lucchi e TeleArena per aver inserito un servizio promozionale tra quelli giornalistici della tg, ma ha inflitto anche una sanzione pecuniaria di 4.100 euro a Giocattoli Lucchi e di 3.700 euro all'emittente tv.
Si è trattato di una disattenzione, se cosi la si può definire, costata cara a TeleArena, una delle emittenti più seguite del Veneto, e al negozio di giocattoli Lucchi di Verona, dopo che un concorrente aveva segnalato un servizio tv trasmesso nel notiziario serale delle 19,30, lo scorso 9 dicembre, festa di Santa Lucia, patrona di Verona. Il servizio, prendendo spunto dalle feste cittadine, si era focalizzato sulla tradizione per cui si regalano doni ai bambini in quella data. Doni, in questo caso, giocattoli. E infatti il servizio tv era stato interamente realizzato presso i locali del negozio Giocattoli Lucchi, finendo quindi per fare pubblicità al gestore.
L'Autorità ha avviato un'indagine nel corso della quale è emerso che tra Lucchi Giocattoli e l'emittente era stato concluso un accordo, per il quale l'agenzia Publiadige avrebbe realizzato uno spot da inserire nella rubrica Primo Piano. Per un errore materiale dei tecnici di trasmissione, invece, lo spot era finito all'interno del tg, con l'inevitabile effetto promozionale non riconoscibile attraverso le necessarie avvertenze. Il servizio mostrava le immagini esterne del punto vendita con zoom sull'insegna Giocattoli Lucchi.
L'Autorità non ha faticato a giungere alla decisione di condanna, in quanto è emerso palesemente che il messaggio aveva natura" pubblicitaria. Inoltre, è stata riscontrata l'assoluta mancanza di modalità grafiche di evidente percezione, che permettessero di distinguere la pubblicità dalle altre forme di comunicazione.
Inoltre, la struttura giornalistica del messaggio, l'inserimento dello stesso all'interno del tg di per sé destinato a svolgere una funzione informativa incompatibile con la natura promozionale della comunicazione contestata, la visualizzazione del logo del tg sullo schermo mentre vengono trasmesse le immagini in questione, nonché l'annuncio del servigio da parte del giornalista, che non differisce da quelli impiegati per gli altri reportage trasmessi nel corso del notiziario, hanno contribuito a confondere il lettore circa la natura pubblicitaria del messaggio sotto esame
Federico Unnia
per "Italia Oggi"
(17/08/07)