Tutto come prima, dunque. L'11 luglio, Marcello Fiori, un altissimo dirigente del ministero delle Comunicazioni, lo mette nero su bianco in una lettera all'Autorità per le Comunicazioni. Fiori ha misurato il volume di 90 interruzioni pubblicitarie su Rai Uno, Canale 5 e anche su La7. Questo, tra il 16 e il 18 giugno 2007. E le sue conclusioni sono, in un certo senso, sconfortanti. «I dati - scrive Fiori - confermano i risultati delle prime campagne di misurazione. Solo la Rai - aggiunge - ha in certa misura adeguato il segnale sonoro degli spot ai livelli previsti dalla normativa». In una certa misura, non del tutto. Canale 5 poi è messa ancora peggio, mentre La 7 non ha colpe particolari.
Che cosa dice la normativa? E fino a che punto viene ignorata? Il 12 luglio 2006, l'Autorità per le Comunicazioni fa un primo passo. Stabilisce che spot e televendite non potranno superare il volume dei programmi. Certo: l'Autorità precisa che il divieto sarà vincolante quando lei stessa avrà definito una metodologia per misurarlo, il volume. L'8 agosto, il ministro Gentiloni chiede regole più stringenti.
Il 10 ottobre, allora, l'Autorità vara un provvedimento d'urgenza. In attesa di arrivare a questa benedetta metodologia, stabilisce un tetto di tolleranza massima: il sonoro della pubblicità - dice - non dovrà mai oltrepassare del 15% quello ordinario delle trasmissioni.
Insomma, tra luglio e ottobre 2006 prende corpo una precisa volontà del ministro e anche dell'Autorità: basta spot assordanti. Ora nell'ultimo monitoraggio ministeriale (quello di giugno 2007), La7 sembra immune da colpe, se si escludono un paio di casi limite sui 30 studiati. La Rai viola il tetto di tolleranza in 3 casi sui 30 monitorati. E i tecnici ministeriali giudicano accettabile questo risultato. Più critica è la situazione di Canale 5, che è protagonista di 10 violazioni su 30. Di queste, sei sono gravi (con lo spot al massimo volume) e 4 più lievi.
La lunga crociata contro la pubblicità che ti insegue non è finita, dunque. Il 13 settembre, tutte le emittenti televisive sono convocate davanti all'Autorità per le Comunicazioni, che ha aperto uno dei suoi tavoli di confronto. Prima che i lavori terminino, bisognerà aspettare qualche mese. E solo nel 2008 arriveranno una metodologia per misurare il volume e un insieme dì regole certe. Sarà davvero la volta buona?
Aldo Fontanarossa
per "La Repubblica"
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