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Il vero Rino Gaetano rivive luned sera a 'La Storia siamo noi'

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Fonte: ilmessaggero.it

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Rino Gaetano continua a far parlare di sé. Dopo la fiction di Rai Uno Rino Gaetano - Ma il cielo è sempre più blu che, nonostante le polemiche sulla fedeltà alla vera storia del cantante ha riscosso un grande successo, ora a è la trasmissione La Storia siamo noi su Rai Educational a voler raccontare la sua vita attraverso le testimonianze di chi lo conosceva bene. La puntata Rino vive, realizzata da Antonio Carella, verrà trasmessa lunedì 19 novembre, alle 23.30 su Rai Due.
 
Gli autori del programma hanno raccolto le dichiarazioni di quanti fecero parte della vita di Rino, dalla sorella Anna alla ragazza che stava per sposare, dai suoi amici e colleghi come Antonello Venditti e Mogol ai conoscenti. I suoi primi anni trascorsi a Crotone, dov'è nato il 29 ottobre del 1950, e gli esordi come cantautore al teatro Folkstudio, dove sono passati tanti artisti di successo come Antonello Venditti e Francesco De Gregori, in Rino vive si ripercorrono le tappe più importanti della sua breve esistenza, interrotta a soli 31 anni da un incidente, il 2 giugno del 1981.

La sorella Anna, nel ricordarlo con affetto ha detto: «Rino era un bimbo molto vivace e intuitivo e molto legato a nostra nonna. Quando fece la canzone I love you Marianna era dedicata a lei. Dopo gli studi è andato a fare un po? di tutto: dentro una libreria, un bar. Ebbe un conflitto con mio padre perché a lui piaceva cantare e mio padre una sera lo buttò fuori da casa. Quando tornò si misero a tavolino e Rino disse: ?Papà facciamo un patto, se entro un anno non riesco a concludere niente ti giuro che vado a lavorare in banca però ora no. Sono giovane fammi fare quello che voglio. Ognuno ha le sue scelte, perché mi devi tarpare le ali?».
 
Rino era un ragazzo semplice e umile, suonava per amore e non per il successo, forse proprio per questo non ha saputo gestire il clamore che si creò intorno al suo personaggio. Faticò molto per far comprendere il suo talento, prima ai genitori e poi allo stesso pubblico. Il successo gli arrivò all'improvviso, nel 1978, partecipando al Festival di Sanremo, con la canzone Gianna. «Lui non voleva andare a Sanremo con Gianna ma voleva andare con la canzone Nuntereggaepiù», ha detto Anna Gaetano e Bruno Franceschelli, un amico di Rino, ha confermato che «lui odiava il brano perché diceva che assomigliava a Berta Filava». La canzone, però, spopolò per la sua orecchiabilità e consacrò Rino nell'olimpo della musica degli anni '70.
 
Antonello Venditti, suo amico e produttore, associa il ricordo di Gaetano alle sue prime esibizioni al Folkstudio. Il teatro fu importante per il cantante anche perché segnò l'inizio dell'amore con Amelia Conte. «Ricevetti un invito per una festa di 18 anni - ha detto Amelia - e mi dissero che sarebbe stata una serata speciale perché sarebbe arrivato un ragazzo le cui canzoni si sentivano alla trasmissione di Arbore, Alto Gradimento. Ad un certo punto arrivò uno magro magro, lungo e coi brufoli. Pensai quant'è brutto. Siamo sempre stati molto bene insieme. Avevamo molti amici che ci volevano bene. Avevamo tutto». E della notte nella quale la vita di Rino fu spezzata da un incidente sulla Nomentana, a Roma, Amelia ricorda: «Feci uno strano sogno: una macchina, un incidente e una bara. Poi ricevemmo una telefonata e mi dissero che dovevamo vestirci perché Rino aveva avuto incidente. Forse avevo capito o non volevo capire. Poi una mia amica mi prese da parte e me lo disse. Stavamo per sposarci proprio in quel mese».
 
Grazie a Francesco De Gregori e Antonello Venditti, Rino Gaetano approdò nel mondo discografico della capitale, ma l'incontro decisivo sarà quello con Vincenzo Micocci, proprietario della casa discografica IT che pubblicò quattro suoi Lp. Dopo la popolarità di Sanremo, però, Gaetano divenne per tutti il cantante del ?nonsense?. Vincenzo Mollica ha detto: «Aveva una grande forza: l'ironia, che non sempre in quegli anni veniva capita perché c'era una sorta di settismo, anche nella critica e fra gli artisti».
 
Articolo tratto da
"ilmessaggero.it"

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