Calano gli abbonamenti alla Rai ma non gli spot dice l'Istat
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Avvenire
Siamo inondati da circa 60mila ore di trasmissioni l?anno: circa la metà sono offerte da Mediaset e La7, mentre il resto arriva dalla Rai, che ne produce quasi 26 mila in chiaro, con una cospicua fetta dell?8,1% destinata alla pubblicità.
Ma gli abbonamenti al servizio televisivo pubblico risultano in calo e soprattutto al Sud le famiglie che pagano la tassa sono veramente poche: in quell?area infatti l?incidenza degli abbonamenti sulla popolazione arriva a 228 ogni mille residenti, mentre al Nord il tributo lo pagano in 312 su mille. Parola di Istat che ieri ha diffuso l?Annuario 2007 al cui interno, tra l?altro, vengono offerti parecchi dati sulle trasmissioni televisive dei maggiori network nazionali.
Nel 2006 il numero di abbonamenti sottoscritti alla Rai sono stati 16,4 milioni risultando in calo dell?1,4% (quasi 240mila in cifre assolute) rispetto all?anno precedente. Dunque notizie poco confortanti per la tv di Stato, che evidentemente, oltre a non riuscire a recuperare evasori del canone, ne perde anche. Forse stufi di tanta pubblicità (circa 2000 ore l?anno su un totale di 25mila ore trasmesse dalla Rai), come ci rimprovera Bruxelles che proprio in questi giorni ha segnalato l?eccesso di spot sulla tv italiana. E che gli evasori siano numerosi si deduce dal numero delle famiglie italiane, che come noto sono poco sopra i 23 milioni. Considerando che non c?è praticamente casa senza almeno un apparecchio tv, gli abbonamenti che mancano all?appello sono davvero tanti.
La Rai comunque non si scoraggia e, fedele alla sua mission principale, nel palinsesto inserisce programmi informativo- culturali e di pubblica utilità (dunque anche per chi non paga il canone) che coprono il 43,8% della programmazione totale. Rai Uno e Rai Tre fanno di più rispetto a Rai Due, giungendo al 49,1%. Primo e secondo canale, poi, programmano molti film, 19% e 12% rispettivamente, contro il 6% della programmazione totale del terzo canale. Su Canale 5, dove comunque sono ben presenti trasmissioni informativo-culturali, si osserva la presenza di un maggior numero di ore dedicate ai generi varietà, reality, tv movie, quiz e talkshow.
Che gli spettatori, infine, gradiscano maggiormente le trasmissioni dove gli interpreti sono persone normali si deduce dalla contrazione su Canale 5 delle ore programmate di varietà (-3,5%) dove gli attori sono dei professionisti a favore del genere reality (+2,3%) e dei quiz (+1,8%) dove trionfa invece l?uomo qualunque.
I dati Istat 2006 mostrano un calo di paganti (-1,4%) e 2000 ore di pubblicità su 25.000 trasmesse dalle reti pubbliche
Bruno Mastrogiacomo
per "L'Avvenire"
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