Lo scoiattolo petomane di pomeriggio ha uno stile sobrio
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: Il Riformista
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Televisione
Fosse solo un'operazione di marketing, per far parlare due volte dello stesso spot ed eternarne la fama, allora chapeau! Altrimenti c'è da intristirsi un po' per la doppia versione, l'una scostumata l'altra rassicurante, dell'ormai celebre pubblicità con lo scoiattolino che salva il bosco dall'incendio appiccato, si presume, dall'uomo.
Capita questo: la "fresh air explosion" promessa da Vigorsol s'è sdoppiata in base alle fasce d'orario, come se i ragazzini dovessero essere messi al riparo dal roditore petomane che si produce a fin di bene in una vibrante emissione gassosa con benefica ed ecologica gelata. Ricordate? «Nulla poteva salvare la foresta dal fuoco, tranne un prodigio». Solo che il prodigio, appunto, ha mutato canale: di pomeriggio Mediaset, Rai e Mtv prediligono l'edizione, ritoccata, politicamente corretta, con l'amabile "squirrel" che soffia dalla bocca invece che dal sedere. A stretto rigore di logica, trattandosi di caramelle per l'alito, nulla di strano. Ma come si fa a non rintracciare nella scelta, già notata con sorpresa da tanti teen-ager, un'idea di normalizzazione perbenista, tanto più ridicola trattandosi di un cartone animato tutto sommato innocente?
Neanche fosse - altro sussulto moralistico in quest'Italia non proprio pudibonda - "la patatina" reclamizzata dal pornodivo Rocco Siffredi, peraltro volto sconosciuto ai più. Volete mettere com'era più anarchica e spassosa, anche nelle contorsioni muscolari dello scoiattolo, la mentina che scatenava quel turbine rinfrescante quanto avvolgente, riportando la tranquillità nella natura minacciata. Il gioco sbarazzino, pure impertinente, lì per lì spiazzò il pubblico, producendo di conseguenza un vivace dibattito pro e contro su Internet.
Però bisogna riconoscere che lo spot originario contribuiva a erodere, con gioiosa allegria, un tabù estetico dei più resistenti, almeno in tv, benché già una puzzetta tra innamorati avesse preceduto l'evento. Non nuovo al cinema, in verità, dove la materia ha goduto negli anni di notevole seguito: difficile dimenticare il rumoroso bivacco di cowboy in Mezzogiorno e mezzo di fuoco o il mirabolante Tognazzi-Pujol del Petomane.
Esiste un sito, detto "Petus mundi", il cui sottotitolo, in sintonia involontaria con la pubblicità dello scoiattolino, recita: "La scoreggia può salvare il mondo". Ne discende un goliardico rovesciamento morale dell'aborrita pratica corporale, si direbbe in chiave di estetica rivalutazione della flatulenza, contro i dettami del bon-ton o le perifrasi di "Elisir". Non per questo, sia chiaro, si vuole invitare il prossimo a lasciarsi andare senza opporre resistenza. Ma appare come una goffa capitolazione di fronte a incongrui criteri di buon gusto televisivo questa faccenda della doppia versione. A meno che, e qui nasce il sospetto, quel "bip" sulla erre di Fresh Air, prima scossa da una tremula scureggina finale, non sia una pura trovata commerciale, altro che censura, per la serie: me la canto e me la suono.
Capita questo: la "fresh air explosion" promessa da Vigorsol s'è sdoppiata in base alle fasce d'orario, come se i ragazzini dovessero essere messi al riparo dal roditore petomane che si produce a fin di bene in una vibrante emissione gassosa con benefica ed ecologica gelata. Ricordate? «Nulla poteva salvare la foresta dal fuoco, tranne un prodigio». Solo che il prodigio, appunto, ha mutato canale: di pomeriggio Mediaset, Rai e Mtv prediligono l'edizione, ritoccata, politicamente corretta, con l'amabile "squirrel" che soffia dalla bocca invece che dal sedere. A stretto rigore di logica, trattandosi di caramelle per l'alito, nulla di strano. Ma come si fa a non rintracciare nella scelta, già notata con sorpresa da tanti teen-ager, un'idea di normalizzazione perbenista, tanto più ridicola trattandosi di un cartone animato tutto sommato innocente?
Neanche fosse - altro sussulto moralistico in quest'Italia non proprio pudibonda - "la patatina" reclamizzata dal pornodivo Rocco Siffredi, peraltro volto sconosciuto ai più. Volete mettere com'era più anarchica e spassosa, anche nelle contorsioni muscolari dello scoiattolo, la mentina che scatenava quel turbine rinfrescante quanto avvolgente, riportando la tranquillità nella natura minacciata. Il gioco sbarazzino, pure impertinente, lì per lì spiazzò il pubblico, producendo di conseguenza un vivace dibattito pro e contro su Internet.
Però bisogna riconoscere che lo spot originario contribuiva a erodere, con gioiosa allegria, un tabù estetico dei più resistenti, almeno in tv, benché già una puzzetta tra innamorati avesse preceduto l'evento. Non nuovo al cinema, in verità, dove la materia ha goduto negli anni di notevole seguito: difficile dimenticare il rumoroso bivacco di cowboy in Mezzogiorno e mezzo di fuoco o il mirabolante Tognazzi-Pujol del Petomane.
Esiste un sito, detto "Petus mundi", il cui sottotitolo, in sintonia involontaria con la pubblicità dello scoiattolino, recita: "La scoreggia può salvare il mondo". Ne discende un goliardico rovesciamento morale dell'aborrita pratica corporale, si direbbe in chiave di estetica rivalutazione della flatulenza, contro i dettami del bon-ton o le perifrasi di "Elisir". Non per questo, sia chiaro, si vuole invitare il prossimo a lasciarsi andare senza opporre resistenza. Ma appare come una goffa capitolazione di fronte a incongrui criteri di buon gusto televisivo questa faccenda della doppia versione. A meno che, e qui nasce il sospetto, quel "bip" sulla erre di Fresh Air, prima scossa da una tremula scureggina finale, non sia una pura trovata commerciale, altro che censura, per la serie: me la canto e me la suono.
Michele Anselmi
per "Il Riformista"
per "Il Riformista"
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