'Tutti alla lavagna', la Lav contro Pupo: animali maltrattati
News inserita da: Giorgio Scorsone (Giosco)
Fonte: corriere.it
«PUNIZIONE PER GLI AUTORI» - «Più che ?alla lavagna?, Pupo con RaiUno e la società Magnolia dovrebbero essere messi dietro alla lavagna. In punizione per la violenza sugli animali» dicono alla Lav il cui presidente, Gianluca Felicetti, ricorda che la Rai ha adottato delle linee guida a protezione degli animali sul piccholo schermo e che un pronunciamento della Commissione parlamentare di vigilanza impegna la tv pubblica a non ridicolizzare esseri viventi in ambito televisivo.
«Se la trasmissione continuerà - ha commentato Felicetti -, visto che vuole riproporre una vera classe scolastica (il programma prevede che alcuni vip affianchino alcuni ragazzini e con loro devono rispondere a domande tratte da un sussidiario, ndr), dovrebbe invece adempiere alla legge 189 del 2004 che prevede corsi integrativi scolastici per diffondere il rispetto degli animali». L'uso del pinguino e dell'iguana nella puntata di venerdì, secondo gli animalisti, poteva essere tranquillamente evitato con la proposta di un filmato o con l'esibizione di un manichino in studio, come peraltro fatto nel caso di un dinosauro.
IL CASO IN VIGILANZA - Sulla vicenda è intervenuto anche Giampiero Catone, deputato della Dc per le autonomie e membro della Vigilanza, che ha annunciato che la questione sarà esaminata dalla commissione parlamentare che monitora i palinsesti Rai. Quella che si profila è un'accusa di violazione sulle norme a tutela degli animali. «La commissione di Vigilanza Rai - ricorda Catone - ha approvato il 22 febbraio del 2001 una risoluzione che impegnava la tv pubblica affinché? l'utilizzo di animali nelle trasmissioni televisive sia finalizzato alla sensibilizzazione, al rispetto e alla conoscenza delle specie, escludendo qualsiasi utilizzo di animali domestici, esotici e selvatici non consono alla loro natura, nonché? un loro utilizzo che li sottoponga a stress evidenti o atteggiamenti ironici ed irrispettosi iniziando con l'escluderle dalle programmazioni dedicate ai minori».
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