Può un lupo divenire agnello? Certo che no! E allora perché una iena dovrebbe essere scambiata per pecorella?
Alessandro Sortino, Iena sanguinaria, ha lasciato il programma per aver subito la censura all'agitazione mastelliana. Ora ricorda e rileva. Enrico Lucci, compagno di schermo, commenta - stupito - tutto questo can can.
Un breve riepilogo è necessario.
Sortino: «Avevo fatto un servizio nel quale tentavo di dimostrare che la famiglia Mastella pratica la raccomandazione come stile di vita. E lo fa apertis verbis. Un mio servizio realizzato ad aprile scorso documentava la disinibizione politica dei coniugi. Poi dimostravo che il figlio Elio sarà un bravo figlio ma grazie a papà è divenuto proprietario del giornale dell'Udeur (e dell'appartamento che lo ospita).
Lucci: «Chiunque conosca il roscio sa che è un talento. Però è sembrato incredibile al piccolo Mastella che un figlio di papà potesse fare a meno del suo papà».
E' sempre brutto passare per raccomandato.
Sortino: «Elio Mastella mi sputa addosso questa infamia e io rispondo col mio lavoro. Non ho mai detto che Elio lavora grazie a una spintarella, ma certo posso provare che il suo cognome gli ha procurato altri vantaggi. E Davide Parenti, il curatore del programma, aveva giudicato il servizio bello e non rancoroso»
Lucci: «La credibilità è tutto quel che abbiamo».
Quelle arance da consegnare all'arrestata chissà dove sono finite.
Lucci: «Le arance non le avrei portate».
Sortino: «Ho fatto una ca..ata».
Lucci: «Si fanno gli errori e si ripara».
Viva la sincerità.
Sortino: «Nel servizio non c'era però traccia di arance. Che avevo portato solo perché mesi fa, a Ceppaloni, Mastella mi aveva fatto dono di un caciocavallo. Mi era venuta l'idea dello scambio...».
Arance-caciocavallo.
Lucci: «Ca..ata».
Sortino: «Un'idea subito abortita. Avevo riparato all'errore».
Ma alle Iene un raccomandato che diavolo farebbe?
Lucci: «Una pippa non può lavorare alle Iene. Lo metti in un angoletto e lo fai dormì».
Sortino: «Se vogliamo dirla tutta, Parenti mi ha preso e Parenti mi ha via via raccomandato, grazie a lui ho lavorato anche altrove».
Lucci: «Il roscio è tosto, pignolo, un cagnaccio. Prende le carte, legge tutto, resta per ore in redazione. Io mi stanco molto prima. E ha un'altra grande qualità: nessuna paura, nessuna riverenza. C'è da andare a guastare la festa a qualche mafiosetto? Lui è li».
Un cagnaccio che purtroppo questa volta non ha morso.
Sortino: «E' passata l'idea che si debba per forza appartenere a qualcuno. Il suo cognome ha fatto il resto. Incredibile ma vero».
Lucci: «La nostra libertà è misurata con gli ascolti. Più ne abbiamo più liberi siamo. L'autonomia ci deriva dal successo di un'idea».
Sortino: «Dal modo di guidare la telecamera, realizzare un servizio».
Lucci: «E' un circuito virtuoso che qualche volta si inceppa».
Anche Piersilvio Berlusconi ha un papà. E sa che tra poco ci sono le elezioni.
Sortino: «Però devo dire grazie a Mediaset perché mi ha fatto fare televisione con tutta la libertà che si è vista in questi anni».
Comunque, una iena in meno.
Lucci: «Vabbè, abbiamo preso una bella botta».
Sortino: «Raccomandato a chi?».
Antonello Caporale
per "La Repubblica"