Riparte "Annozero", il programma di Michele Santoro in onda da oggi ogni giovedì alle ore 21.05 su RaiDue. Principali novità di quest'anno il ritorno di Corrado Formigli nella redazione storica di Santoro e il debutto della campionessa di scherma, Margherita Granbassi, che prende così il posto di Beatrice Borromeo.
E proprio la presenza della Granbassi è stata messa in discussione fino all'ultimo a causa della mancanza del via libera dell'Arma dei Carabinieri, cui la fiorettista appartiene. Giallo risolto poco prima dell'ora di cena con un comunicato del Comando Generale che ha chiarito come la decisione sia «stata assunta dopo avere verificato la compatibilità della collaborazione, richiesta dal Carabiniere atleta con formale istanza, con la disciplina vigente in materia di esercizio di attività extraprofessionali da parte di militari».
La Granbassi si aggiunge così alla folta schiera di "santorine", come sono state ribattezzate le giovani collaboratrici di Santoro, che ha così commentato in conferenza stampa: «Le 'santorine' sono ormai "un marchio di qualità. Quel che trovo insopportabile è quando si dà una versione spregiativa di chi ha lavorato nella mia squadra. Non ho mai avuto persone che hanno fatto delle comparsate e poi sono sparite: Luisella Costamagna ora è una giornalista di prim'ordine e quando ha cominciato era piuttosto sprovveduta, come oggi la Granbassi; Simonetta Martone è una presenza televisiva che ha fatto tante cose, anche trasmissioni di successo come "Ultimo minuto"; Bianca Berlinguer è stata piuttosto una creazione di Curzi che mia; Beatrice Borromeo, un talento straordinario. Ha una grinta pazzesca e a noi ha dato la mancanza di calcolo, il ritegno nello stare sempre nel politicamente corretto, anche quando è stata attaccata. Il suo problema, semmai, è che, a un certo punto, si fa un percorso in questa trasmissione e poi si deve decidere: o si diventa redattore con tutto il carico che questo comporta o si prende un'altra strada».
Riguardo a questo "percorso", Santoro ha invocato la ricerca del pluralismo come leit motive del suo programma: «La Rai è servizio pubblico o servizio ai partiti? Se è servizio ai partiti noi ci rifiutiamo, perché non è scritto da nessuna parte e in nessun regolamento. E quindi quello che fanno i politici è un abuso. Noi abbiamo sempre ospitato le repliche. E secondo me questo è il vero pluralismo».
Anche Antonio Marano, direttore di RaiDue, ha tenuto a precisare che «l'informazione è parte fondamentale del Paese» e rientra in piena regola nel tanto decantato servizio pubblico: «tra me e Michele è cresciuto il rapporto personale, dove c'è stima reciproca. L'ho detto tre anni fa che Santoro me l'ero ritrovato (fu in occasione della presentazione dei palinsesti Rai a Cannes, ndr), perché aveva vinto la causa di lavoro e non era stata una mia scelta averlo nella rete che dirigo. Oggi dico che il rapporto è cresciuto e ognuno dei due sa quali sono i ruoli di entrambi. Ciò non toglie che io non condivida molte delle cose che dice, però noi siamo per i telespettatori, noi siamo servizio pubblico. E questo non è né di destra né di centro e neppure di sinistra. Se potessimo allargare l'informazione anche con altri personaggi, lo faremmo ma non è facile. Il problema è allora valorizzare quelli che ci sono».
Tra i nuovi personaggi del programma, oltre la Granbassi che si occuperà dello spazio "Generazione zero", come detto il ritorno in Rai di Corrado Formigli dopo l'esperienza quadriennale a Sky Tg24: «sono tornato a fare reportage - ha commentato -, ho avuto una folgorazione. Erano anni che non giravo più nulla. Ho ritrovato certe emozioni. Nello studio di ?Controcorrente? ho rischiato di perdere il contatto con la realtà e poi a Sky, dove mi hanno sempre lasciato libero, l?approfondimento viene sacrificato sull?altare delle notizie».
Confermati gli interventi di Marco Travaglio e Vauro che avranno rispettavamento l'onore di aprire e chiudere il programma: «Marco sarà spietato e freddo - ha avvertito Santoro - è insostituibile, un pilastro che fa cantare le carte. Aprirà il programma che invece Vauro chiuderà. Non chioserà più ?Annozero? con le vignette, ma farà una rubrica dei fatti della settimana».
Primo tema questa sera sarà la vicenda Alitalia, con titolo "Lacrime di Caimani": sarà dato spazio a quei piloti e assistenti di volo che, alla notizia del fallimento della trattativa tra Cai e sindacati, hanno esultato lasciando di stucco mezzo paese. «A vedere la reazione di quei dipendenti - ha detto Santoro - si poteva pensare che coloro che hanno esultato sono dei pazzi. Ma io sono voluto andare a sentire direttamente che cosa hanno da dire e perché l'hanno fatto».
Si proseguirà quindi con il reportage, frazionandolo di più rispetto alla precedente edizione, per favorire un'analisi accurata dei contenuti: «Con l'aiuto della rete - ha continuato Santoro - mi sono reso conto che era forse un tantino presuntuoso ogni settimana un reportage di 40 minuti. Accorciandolo ci avviciniamo alla realtà più rapidamente, anche se prevediamo di uscire da questo schema circa una volta al mese per dare un prodotto più compiuto e trasmissioni più azzardate, con un docu-drama con attori e veri e propri documentari».
Non manca il ricordo di un grande come Gianfranco Funari, scomparso quest'estate, cui Marano ha tenuto a dedicare questa edizione di Annozero «per rendere omaggio alla televisione disordinata e scorbutica», tanto cara anche a Santoro che non si è risparmiato (come già Piroso qualche settimana fa) un attacco a Bruno Vespa: «Dice che io sono al servizio del popolo? Io a 19 anni ho servito il popolo, lui arrivato a questa età, ancora non ci ha provato. Nella Rai dei tempi migliori, anche in seconda serata andavano in onda programmi informativi differenti. Da quando non lo facciamo più ? riferendosi al suo "TempoReale" in onda negli anni '90 - abbiamo perso il dominio della seconda serata. E poi non si capisce chi fa queste scelte. In Italia galleggiano le decisioni dei cattolici. Una minoranza che controlla, gestisce e decide tutto. E poi il Papa si lamenta per come è fatta la tv? Ce l?hanno tutta in mano loro? Potrebbe chiamare i cattolici al suo capezzale: direttori di rete e testata, direttori generali e presidenti del Consiglio e dire: cari fratelli, mettete riparo. E invece ? ha chiosato Santoro ? l?attività principale è impedire a quei pochi laici che ci sono in giro di dire la loro». Inutile dire che ne vedremo delle belle...
E proprio la presenza della Granbassi è stata messa in discussione fino all'ultimo a causa della mancanza del via libera dell'Arma dei Carabinieri, cui la fiorettista appartiene. Giallo risolto poco prima dell'ora di cena con un comunicato del Comando Generale che ha chiarito come la decisione sia «stata assunta dopo avere verificato la compatibilità della collaborazione, richiesta dal Carabiniere atleta con formale istanza, con la disciplina vigente in materia di esercizio di attività extraprofessionali da parte di militari».
La Granbassi si aggiunge così alla folta schiera di "santorine", come sono state ribattezzate le giovani collaboratrici di Santoro, che ha così commentato in conferenza stampa: «Le 'santorine' sono ormai "un marchio di qualità. Quel che trovo insopportabile è quando si dà una versione spregiativa di chi ha lavorato nella mia squadra. Non ho mai avuto persone che hanno fatto delle comparsate e poi sono sparite: Luisella Costamagna ora è una giornalista di prim'ordine e quando ha cominciato era piuttosto sprovveduta, come oggi la Granbassi; Simonetta Martone è una presenza televisiva che ha fatto tante cose, anche trasmissioni di successo come "Ultimo minuto"; Bianca Berlinguer è stata piuttosto una creazione di Curzi che mia; Beatrice Borromeo, un talento straordinario. Ha una grinta pazzesca e a noi ha dato la mancanza di calcolo, il ritegno nello stare sempre nel politicamente corretto, anche quando è stata attaccata. Il suo problema, semmai, è che, a un certo punto, si fa un percorso in questa trasmissione e poi si deve decidere: o si diventa redattore con tutto il carico che questo comporta o si prende un'altra strada».
Riguardo a questo "percorso", Santoro ha invocato la ricerca del pluralismo come leit motive del suo programma: «La Rai è servizio pubblico o servizio ai partiti? Se è servizio ai partiti noi ci rifiutiamo, perché non è scritto da nessuna parte e in nessun regolamento. E quindi quello che fanno i politici è un abuso. Noi abbiamo sempre ospitato le repliche. E secondo me questo è il vero pluralismo».
Anche Antonio Marano, direttore di RaiDue, ha tenuto a precisare che «l'informazione è parte fondamentale del Paese» e rientra in piena regola nel tanto decantato servizio pubblico: «tra me e Michele è cresciuto il rapporto personale, dove c'è stima reciproca. L'ho detto tre anni fa che Santoro me l'ero ritrovato (fu in occasione della presentazione dei palinsesti Rai a Cannes, ndr), perché aveva vinto la causa di lavoro e non era stata una mia scelta averlo nella rete che dirigo. Oggi dico che il rapporto è cresciuto e ognuno dei due sa quali sono i ruoli di entrambi. Ciò non toglie che io non condivida molte delle cose che dice, però noi siamo per i telespettatori, noi siamo servizio pubblico. E questo non è né di destra né di centro e neppure di sinistra. Se potessimo allargare l'informazione anche con altri personaggi, lo faremmo ma non è facile. Il problema è allora valorizzare quelli che ci sono».
Tra i nuovi personaggi del programma, oltre la Granbassi che si occuperà dello spazio "Generazione zero", come detto il ritorno in Rai di Corrado Formigli dopo l'esperienza quadriennale a Sky Tg24: «sono tornato a fare reportage - ha commentato -, ho avuto una folgorazione. Erano anni che non giravo più nulla. Ho ritrovato certe emozioni. Nello studio di ?Controcorrente? ho rischiato di perdere il contatto con la realtà e poi a Sky, dove mi hanno sempre lasciato libero, l?approfondimento viene sacrificato sull?altare delle notizie».
Confermati gli interventi di Marco Travaglio e Vauro che avranno rispettavamento l'onore di aprire e chiudere il programma: «Marco sarà spietato e freddo - ha avvertito Santoro - è insostituibile, un pilastro che fa cantare le carte. Aprirà il programma che invece Vauro chiuderà. Non chioserà più ?Annozero? con le vignette, ma farà una rubrica dei fatti della settimana».
Primo tema questa sera sarà la vicenda Alitalia, con titolo "Lacrime di Caimani": sarà dato spazio a quei piloti e assistenti di volo che, alla notizia del fallimento della trattativa tra Cai e sindacati, hanno esultato lasciando di stucco mezzo paese. «A vedere la reazione di quei dipendenti - ha detto Santoro - si poteva pensare che coloro che hanno esultato sono dei pazzi. Ma io sono voluto andare a sentire direttamente che cosa hanno da dire e perché l'hanno fatto».
Si proseguirà quindi con il reportage, frazionandolo di più rispetto alla precedente edizione, per favorire un'analisi accurata dei contenuti: «Con l'aiuto della rete - ha continuato Santoro - mi sono reso conto che era forse un tantino presuntuoso ogni settimana un reportage di 40 minuti. Accorciandolo ci avviciniamo alla realtà più rapidamente, anche se prevediamo di uscire da questo schema circa una volta al mese per dare un prodotto più compiuto e trasmissioni più azzardate, con un docu-drama con attori e veri e propri documentari».
Non manca il ricordo di un grande come Gianfranco Funari, scomparso quest'estate, cui Marano ha tenuto a dedicare questa edizione di Annozero «per rendere omaggio alla televisione disordinata e scorbutica», tanto cara anche a Santoro che non si è risparmiato (come già Piroso qualche settimana fa) un attacco a Bruno Vespa: «Dice che io sono al servizio del popolo? Io a 19 anni ho servito il popolo, lui arrivato a questa età, ancora non ci ha provato. Nella Rai dei tempi migliori, anche in seconda serata andavano in onda programmi informativi differenti. Da quando non lo facciamo più ? riferendosi al suo "TempoReale" in onda negli anni '90 - abbiamo perso il dominio della seconda serata. E poi non si capisce chi fa queste scelte. In Italia galleggiano le decisioni dei cattolici. Una minoranza che controlla, gestisce e decide tutto. E poi il Papa si lamenta per come è fatta la tv? Ce l?hanno tutta in mano loro? Potrebbe chiamare i cattolici al suo capezzale: direttori di rete e testata, direttori generali e presidenti del Consiglio e dire: cari fratelli, mettete riparo. E invece ? ha chiosato Santoro ? l?attività principale è impedire a quei pochi laici che ci sono in giro di dire la loro». Inutile dire che ne vedremo delle belle...
Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
per "Digital-Sat.it"