“Regola 1: non considerare i social media come un accessorio eventuale, ma integrarli nei cicli produttivi e assegnargli un budget adeguato”.E poi: “pensare transmediale”; “iper-personalizzare il rapporto con il pubblico”; fino a “valutare alla pari i risultati di ascolto on air e online”.
Sono alcune delle 10 regole d’oro dedicate a broadcast, direttori di tv, registi, autori, per sopravvivere e anzi avere successo nell’era di internet.
A suggerirle è “Social Tv - Guida alla nuova Tv nell’era di Facebook e Twitter” (ed. Gruppo 24 ore), vero e proprio manuale che smonta la tv del passato e disegna quella del futuro, scritto da Giampaolo Colletti e Andrea Materia, due dei massimi esperti di format televisivi e web tv in Italia: il primo, fondatore di Altratv.tv e della web tv di Vodafone e il secondo autore per Rai2 di ‘Social tv’. Il dato assunto è la pluralità di schermi che già oggi viviamo.
La tv non la guardiamo più solamente, ma la commentiamo in diretta su Twitter, andiamo a ricercare spezzoni su web, li postiamo e in qualche caso ci creiamo interi palinsesti con giovani filmaker digitali che riescono a fare ascolti da prima serata in tv: mutamenti comportamentali che non possono più passare inosservati per chi la tv la produce e per chi ci investe in campagne pubblicitarie.
“La tv sta vivendo una nuova primavera quasi cannibalizzando i social network”, spiega Colletti presentando il volume. “La Social tv - aggiunte Materia - è diventata ormai un’arma nucleare nelle mani delle tv generaliste perché, a differenza dell’on demand, non va a competere con i broadcast ma ne è completare”.
I pubblicitari che investono solo sul piccolo schermo oggi impattano su un pubblico limitato. “Non è un caso - aggiunge Materia - se 20 giorni fa, la Nielsen, l’ente di ricerca degli ascolti in America, ha stretto un accordo con Twitter per rilevare anche l’audisocial oltre all’auditel ‘classico’”.
L’esempio americano o inglese, ampliamente sviscerato nel libro, racconta di numeri e fenomeni ancora molto lontani per l’Italia: dalle interazioni su Twitter di un prodotto come ‘Dowton Abbey’ ai record di una fiction al femminile come ‘Pretty Little Liars’ che, pur meno seguita di campioni come ‘The walking dead’, è però esplosa sui Social, mantenendo fino all’ultima puntata la capacità di ‘incollare’ al teleschermo il pubblico anche per tutta la durata degli intervalli pubblicitari. “In Italia - dicono gli autori - su 8-10 miliardi di investimenti in pubblicità televisiva l’anno, l’on line video arriva appena a 0,090, pur con una crescita nel 2012 dell’85%”.
Qualcosa però sta cambiando. “Fino all’anno scorso il record da battere era di 20 mila Tweet per una sola trasmissione. Con lo scontro Santoro-Berlusconi su La7 siamo balzati a 200mila e dopo il prossimo Sanremo saremo probabilmente a 500 mila. Gli editori si muoveranno velocemente nel momento in cui vedranno che c’é massa critica e quindi ritorno economico. Chi sarà più veloce guadagnerà di più. Anzi, basterà toppare di un anno per accumulare un ritardo forse incolmabile”.
Ecco dunque, quasi 200 pagine di analisi, esempi e strategie industriali su come ‘ripensare’ la tv e metterla in connessione tra i vari media per rimodellare gli ascolti tra smartphone e tablet, pc e consolle. Ma le 10 regole d’oro esistono anche per gli spettatori, soprattutto quelli con i capelli d’argento, che non vogliono rimanere indietro.