Inchieste, servizi speciali dedicati alla politica e al sociale, cultura e spettacolo. E ancora: un Tg donna e un canale interamente dedicato alle «Pari opportunità».
È solo una parte del palinsesto di «Donna Tv», la prima televisione web al femminile, che nasce a Roma e si presenterà al pubblico mercoledì prossimo, il 28 febbraio.
Nasce quasi alla vigilia dell'8 marzo e vuole essere «una voce nuova nel panorama dei media», come racconta il suo direttore responsabile Eleonora Selvi.
La «direttora» ha trent'anni, ma la redazione, composta in tutto da sei donne (ovviamente) comprende presenze di tutte le età: da Mariella De Nardis, esperta in pubbliche relazioni, che di anni ne ha quasi il doppio di Eleonora, a Salima Balzerani, attrice di teatro, a Lucilia Salerno, esperta di economia e Ginevra Salerno, che è docente universitario. E il panorama di chiude con Cristina Canuzzi.
Si sentono un po' delle «pioniere», e la loro scommessa è quella di «reggere l'impatto con il pubblico», racconta Eleonora Selvi. Loro si sono conosciute per caso, nel 2005, all'università di Roma Tre (con cui intendono collaborare), dove frequentavano un corso per promuovere le «pari opportunità» e avvicinare le donne alla politica e le istituzioni.
«La nostra è stata una casuale alleanza - aggiunge il direttore responsabile - ci siamo trovate con lo scopo di lanciare una sfida positiva alle donne, quella di impossessarsi dei nuovi linguaggi e delle tecnologie dell'informazione, per superare quel digital divide di genere che le rende ancora minoritarie tra gli utenti della rete».
Per questo la prima web television al femminile, gratuita ed autofinanziata, almeno per il momento, è aperta a tutti, anzi a tutte, perché vuole essere anche un invito alle loro «colleghe» a unirsi al popolo degli internauti, non solo «come fruitrici delle risorse del web, ma come produttrici di informazione e cultura, per diventare protagoniste attive. Noi ci siamo trovate per lanciare un'iniziativa incisiva - aggiunge - perché ci sono tante azioni, tante attività, che però non hanno visibilità perché nessuno lo sa, e così non sono neppure conosciute».
La redazione è, infatti, aperta: chiunque può collaborare, proporre idee, filmati, inviare contenuti di carattere giornalìstico o culturale. «L'utente può diventare produttore, ma non siamo You tube - precisa Eleonora - perché non è che qualsiasi filmato e Dvd che arriva sarà necessariamente messo in rete. Faremo una selezione, ci deve per forza essere una sorta di filtro visto che c'è anche un "direttore responsabile", e devono essere conformi alla linea editoriale della testata».
Ma non sarà una Tv di colore solo «rosa». Si parlerà di problemi e iniziative al femminile, ma «non vogliamo certo avere un atteggiamento "separatista" - racconta ancora Eleonora Beivi - vetero-femminista e ghettizzante. E neppure quello dì tanta stampa femminile. Quello che manca' aggiunge - è capire la nostra "specificità", perché spesso non c'è rapporto tra le stesse donne. Il nostro impegno è dunque quello di volercambiare un atteggiamento culturale, anche da parte "loro". La logica è quella delle "Pari opportunità", per cui saranno affrontati temi come quello della perequazione economica negli stipendi».
I primi programmi sono già pronti: telegiornale a parte, ci saranno filmati dedicati a valorizzare le artiste emergenti, «Identikit donna». E ancora: interviste alle storielle protagoniste del femminismo, come Lidia Ravera o Manuela Freire; le attività della Casa internazionale delle Donna. E poi le interviste anche con «lui, con gli uomini, cominciando da Stefano Ciccone, del «Movimento maschile plurale».
Per «diventare protagoniste attive dell'era della democrazia digitale», filmati e Dvd si possono inviare a un indirizzo postale in via della Divisione Torino 80, al quartiere dalmata (00143 Roma). Il sito è www.donna-tv.it.
Lilli Garrone
per "Il Corriere della Sera"