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Fastweb, una svolta costruita attorno alla Iptv

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Fonte: La Repubblica

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Internet e Tv

Risolto il problema Scaglia e stabilizzato l´azionariato, Fastweb si rimette in moto con un carnet piuttosto sostanzioso. Già oggi partono due nuovi canali di Vod, il ?video on demand´: uno di Espn, con i classici dello sport, e uno con il marchio Cartoon Network.

E ancora da oggi sono disponibili, sempre in Vod, le prime cinque puntate di ?Pianeta Terra´, un documentario targato Bbc che in Gran Bretagna ha raggiunto un´audience del 35% e che in Italia è stato acquistato anche dalla Rai, che lo manderà in onda a partire da giovedì prossimo.

Entro l´anno partirà anche l´alta definizione. L´Iptv è al centro delle strategie del gruppo guidato da Stefano Parisi e sta diventando il fulcro attorno al quale di qui ai prossimi mesi si verrà man mano articolando una strategia nuova, un cambiamento di pelle del gruppo stesso. A partire da una nuova struttura dell´offerta tariffaria che vedrà l´offerta tv sganciarsi da quella più tradizionalmente telefonica. «Ma non parliamo di media company - spiega Paolo Agostinelli, responsabile Media e Iptv di Fastweb - Il nostro mestiere è di trasportare contenuti, non di produrli». Insomma, meno telecom e più piattaforma di distribuzione.

Già nelle ultime settimane, comunque, anche con l´Opa di Swisscom ancora in corso, i primi segnali del cambiamento si sono iniziati a vedere. A cominciare dal nuovo rapporto con Sky.

Da marzo i canali di Sky visibili attraverso la videostation di Fastweb non sono più un´offerta gestita dalla stessa Fastweb, diversa da quella via satellite per quantità e per prezzo.

Da tre mesi chi si abbona a Sky attraverso Fastweb ha esattamente gli stessi canali e gli stessi prezzi di chi la riceve via satellite. E paga anche direttamente a Sky.

A prima vista sembra un tagliar fuori Fastweb dalla partita. Ma si può vedere la cosa anche in un altro modo: un allargamento dell´offerta della Iptv che andrà ad avvantaggiare la stessa Fastweb.

FastwebLa avvantaggia in effetti dal punto di vista finanziario. Fastweb non scrive più in bilancio quello che pagano gli utenti Sky della sua Iptv, ma solo la quota che Sky le riversa per la distribuzione e il marketing: il fatturato scende un po´ ma in compenso i margini salgono, perché quelli nel bilancio ci restano.

Ma il vero vantaggio è di sistema. Intanto in questo modo Fastweb comunica agli utenti che la affidabilità della sua Iptv è come quella del satellite: garantisce Sky stessa, offrendo le stesse cose agli stessi prezzi. A fianco di questo, Fastweb lancia la sua offerta vera e propria: individuata da un suo prezzo e distinta da quella di Sky.

Con 14 euro al mese si possono vedere tutti i canali, una cinquantina, tra lineari, come si chiamano adesso i canali tradizionali, quelli con una programmazione giornaliera, e in Vod. In pay-per-view restano soltanto i film, con un prezzo che va da 1,99 a 6,99 euro.

Dentro l´offerta ?base´ di Fastweb ci sono anche i servizi di Replay tv e VideoRec.

Il primo è la possibilità di richiamare in Vod la programmazione dei canali lineari degli ultimi tre giorni. Tipo: avete perso ?Un medico in famiglia´ della domenica sera perché eravate fuori a cena o bloccati nel traffico del rientro? Lo potrete vedere in un qualsiasi momento fino al mercoledì successivo.

VideoRec è la possibilità di videoregistrare un programma affidando il compito alla piattaforma, che agirà direttamente sul server. «Sono servizi che i nostri 170 mila utenti della Iptv richiedono molto - spiega Agostinelli - Ad aprile, su 3,5 milioni di richieste di video on demand, un milione e mezzo sono titoli da catalogo, gli altri 2 milioni sono VideoRec e Replay».

C´è insomma la sensazione di un salto di qualità nell´offerta dell´Iptv. Un balzo in avanti che sta innescando un circolo virtuoso. Più la tv Ip sulle reti di tlc diventa affidabile, più inizia a presentarsi all´esterno come un vero mercato, appetibile per i produttori di contenuti. E l´evoluzione si avverte nei fatti.

«E´ più facile il rapporto con le major - spiega Agostinelli - Prima diffidavano, e questa sfiducia si sostanziava nella richiesta di minimi garantiti che costituivano una barriera forte di ingresso. Ora si sta invece affermando la soluzione condivisa, la ?revenue sharing´, che riconosce una quota sui ricavi effettivi che l´Iptv incassa, in base quindi al numero di utenti o alla effettiva richiesta in pay-per-view di un dato titolo. E questo consente anche a realtà come noi di accedere ai grandi magazzini di titoli. E´ di revenue sharing l´accordo con Bertelsmann. Stessa cosa con Mediaset, che ci ha dato i diritti per offrire in Vod, a catalogo, le loro serie di fiction tv che hanno già trasmesso. Per loro sono costi già ammortizzati che ora producono ulteriori ricavi».

E´ proprio grazie alla revenue sharing quindi che ora l´Iptv può offrire una disponibilità di titoli così ampia. Un vantaggio, per esempio, di comprare i contenuti di Sky con l´Iptv è che in questo modo gli utenti potranno accedere all´intero magazzino di Sky senza sottostare ai limiti dell´offerta via satellite, che non può rendere disponibili tutti i titoli contemporaneamente. «Su questi aspetti stiamo ancora trattando con Sky, sia per l´accesso al magazzino che per estendere VideoRec e Replay. Ci sono dettagli tecnici da definire», spiega Agostinelli.

Ma anche la tecnologia ha dato il suo contributo. In particolare l´adozione dello standard Mpeg4 che abbassa la necessità di banda senza penalizzare la qualità. E questo vuol dire che aumentano i canali.

«Ora servono 4 mega di banda garantita e stabile - conferma Agostinelli - Certo, dobbiamo essere sicuri della qualità del doppino di rame che arriva in casa degli utenti. E per questo abbiamo una procedura che testa le linee per 72 ore per essere sicuri di garantire agli utenti, ma anche ai fornitori di contenuti e, in definitiva, a noi stessi, lo standard di qualità necessario. E questo ci consente di iniziare a parlare anche di Hdtv, la tv ad alta definizione su Internet. Iniziamo in questi giorni un test con circa 200 utenti: non è solo il problema dell´algoritmo di compressione, anche coniugare il Vod con l´alta definizione richiede la soluzione di alcuni problemi tecnici. Ma prevediamo il lancio commerciale entro quest´anno. Intanto abbiamo già i primi titoli in Hdtv. Come ?Pianeta terra´ della Bbc».

C´è poi anche il digitale terrestre. Le nuove videostation che Fastweb sta distribuendo, se collegate alla tradizionale antenna tv, ricevono i canali del Dtt. «Siamo anche attrezzati per ospitare le carte prepagate per i canali in pay-per-view. Gli accordi con Mediaset e Telecom per ottenere le specifiche tecniche da inserire nel decoder sono ancora in corso. Anche qui ci sono problemi di natura tecnica da superare», afferma Agostinelli.

In questo scenario sta dunque maturando quella che potrebbe essere la svolta più rilevante di Fastweb: «Fino ad oggi abbiamo offerto la tv come un di più rispetto all´accesso ad Internet e alla telefonia - argomenta Agostinelli - Adesso stiamo immaginando di poter offrire ogni prodotto autonomamente. Chi vuole solo Internet, avrà Internet, come ora, ma anche chi vuole solo la tv potrà avere solo la tv. E anche qui, potrà avere da noi solo Sky o solo la nostra tv o entrambe. Già oggi a chi prende Sky da noi offriamo la nostra tv a 9 euro al mese anziché 14».

Una struttura del genere porta implicitamente con sé anche il ridisegno dell´offerta ?double play´ di Fastweb, che è ancora oggi la più cara del mercato, se si guarda alla navigazione ?flat´ che è il punto di approdo di tutto il mercato Internet.

Proprio perché un utente Fastweb, anche se non prende la tv, si trova a disporre di una quantità di banda garantita di cui, senza la tv, non ha probabilmente bisogno. Ma se ora Fastweb può offrire la tv separatamente, vuol dire che è anche in grado di offrire il solo accesso Internet, o la voce, impegnando una minore quantità di banda.

E allora anche i prezzi di Internet potrebbero scendere a livelli più competitivi con quelli della concorrenza, che vede oramai voce su rete fissa e Internet ?flat´ ben sotto i 20 euro al mese. «Ci stiamo lavorando», conferma Agostinelli.

Stefano Carli
per "La Repubblica"

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