BBC metter a disposizione di You Tube 3 canali
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Il Messaggero
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Internet e Tv
Bbc e YouTube. La gran dama della tv si allea agli intrepidi pionieri di Internet. La società televisiva britannica raggiunge un accordo con il noto sito di video che in soli due anni di vita è diventato uno degli indirizzi più affollati della rete.
La Bbc metterà a disposizione di YouTube tre canali, due di intrattenimento e uno di notizie, attingendo sia alla produzione attuale sia ai propri archivi. I vantaggi sono reciproci.
La Bbc metterà a disposizione di YouTube tre canali, due di intrattenimento e uno di notizie, attingendo sia alla produzione attuale sia ai propri archivi. I vantaggi sono reciproci.
La Bbc ottiene di attirare sui propri canali tv l'attenzione del giovane pubblico di Internet. YouTube guadagna il diritto di mostrare filmati popolari e di alta qualità professionale. Non solo: la Bbc rinuncia a protestare laddove i frequentatori del sito mettessero in rete video piratati.
La società chiederà solo che le immagini "rubate" non violino i diritti d'autore di terzi, e avoca a sé la facoltà di sostituire immagini scadenti con i filmati originali. L'accordo non è senza problemi. C'è chi pensa che l'azienda pubblica televisiva britannica non dovrebbe fare ricorso alla pubblicità, come invece farà in due dei canali aperti su YouTube.
Ma allo stesso tempo l'avventurarsi sulla rete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi spettatori riscuote per la Bbc l'ammirazione di molti.
YouTube dal canto suo continua la sfolgorante carriera di innovatore di Internet. Il sito, nato per consentire ai navigatori di condividere video amatoriali, è stato creato appena due anni fa da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Un anno fa è stato acquisito da Google per 1,65 miliardi di dollari.
La società chiederà solo che le immagini "rubate" non violino i diritti d'autore di terzi, e avoca a sé la facoltà di sostituire immagini scadenti con i filmati originali. L'accordo non è senza problemi. C'è chi pensa che l'azienda pubblica televisiva britannica non dovrebbe fare ricorso alla pubblicità, come invece farà in due dei canali aperti su YouTube.
Ma allo stesso tempo l'avventurarsi sulla rete alla ricerca di nuovi spazi e nuovi spettatori riscuote per la Bbc l'ammirazione di molti.
YouTube dal canto suo continua la sfolgorante carriera di innovatore di Internet. Il sito, nato per consentire ai navigatori di condividere video amatoriali, è stato creato appena due anni fa da Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim. Un anno fa è stato acquisito da Google per 1,65 miliardi di dollari.
Subito popolarissimo in tutto il mondo, è diventato lo scorso autunno anche uno dei fattori determinanti delle elezioni politiche americane di metà mandato, quando gli elettori sono stati chiamati a rinnovare la Camera e un terzo del Senato. In quelle elezioni, i democratici hanno scalzato i repubblicani, e in alcuni casi il ruolo di YouTube è stato cruciale.
Se il senatore Gorge Allen, della Virginia, ha perso a favore di Jim Webb ad esempio si deve al fatto che Allen lanciò delle battute razziste contro un giovane ispanico che era a un suo comizio armato di videocamera: le immagini finirono su YouTube e la campagna di Allen ne risultò affondata.
Memori di ciò, i candidati alle presidenziali dell'anno prossimo si sono affrettati ad avventurarsi su Internet. Anzi, YouTube ha dedicato loro un vero e proprio indirizzo, You-Choose08, dove ognuno può scaricare i propri video e dialogare con il pubblico.
Questa presenza può essere utile per i candidati, ma non necessariamente.
Indubbiamente da loro la possibilità di intervenire subito su temi o crisi particolari. Ieri ad esempio il senatore Barak Obama doveva fronteggiare una strana notizia: un ricercatore sosteneva di aver trovato la prova che i suoi antenati bianchi (Obama è nato da madre bianca e padre di colore) nell'800 possedevano due schiavi. Una rilevazione imbarazzante, da affrontare fulmineamente sulla rete.
Ma non è stato così. Il problema è che i candidati non sembrano aver afferrato lo spirito di YouTube: «Lo trattano come se fosse una televisione, con il video più piccolo», si lamenta l'attivista Michah Sifry. Lo usano per presentare video bell'e impacchettati, invece che per dialogare. E per questo rischiano di perdere per strada migliaia di possibli sostenitori.
Anna Guaita
per "Il Messaggero"
per "Il Messaggero"
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