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In UK BT esce dal mercato sportivo, per TIM - DAZN strategia opposta.

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Digital-News (original)

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Satellite / Estero

In UK BT esce dal mercato sportivo, per TIM - DAZN strategia opposta.BT, il maggiore operatore telefonico a banda larga e mobile del Regno Unito, è in trattative con Amazon, Disney e altri per la cessione del ramo di azienda in ambito televisivo dei canali BT Sport come rivelato da un articolo pubblicato dall'edizione odierna del "The Telegraph".

L'operatore UK di telecomunicazioni ha incaricato la banca d'investimento Lazard di avviare una esplorazione per la vendita di BT Sport dato che la società intende potenziare i suoi investimenti nel settore della banda larga britannica.

BT, sotto la guida di Philip Jansen, infatti è ora concentrata su un piano ambizioso per lanciare la banda larga in fibra (FTTH) a 20 milioni di case e aziende in questo decennio, richiedendo 12 miliardi di sterline di investimenti. La società ha sospeso il dividendo lo scorso anno per rafforzare il proprio bilancio per resistere alla pandemia, una "decisione difficile" che Jansen ha detto era necessaria per allocare il capitale per aumentare il valore. Gli analisti di Jefferies hanno affermato che da quando BT Sport è stato lanciato nel 2013, BT ha avuto difficoltà a definire il proprio contributo in termini di valore. BT ha dichiarato a ottobre che la riduzione del reddito di BT Sport ha contribuito in modo determinante a un calo dell'8% dei ricavi complessivi del primo semestre.

«Oltre ai resoconti dei media, BT può confermare che le prime discussioni sono in corso con una serie di partner strategici selezionati, per esplorare modi per generare investimenti, rafforzare la nostra attività sportiva e contribuire a portarla alla fase successiva della sua crescita», ha affermato BT .

Tra le aziende che sembrano interessati al progetto oltre a fondi di private equity interessati a un potenziale investimento nel business c'è anche DAZN, impresa internazionale di streaming sportivo finanziata da Sir Leonard Blavatnik, che così potrebbe espandere il suo servizio approndando anche nel territorio inglese, da sempre ritenuto anticipatore e come guida nelle scelte dei broadcaster anche negli altri territori dove gli stessi operano.

BT è entrata nel campo dell'acquisizione dei diritti sportivi nel 2012 con il deal relativo ad alcuni diritti minoritari della Premier League ponendosi come alternativa a Sky Sports e diventando nel Regno Unito il canale di riferimento per la trasmissione della Uefa Champions League con un investimento di 900 milioni di sterline (rinnovata già fino al 2024). La battaglia tra BT e Sky, che ora è di proprietà di Comcast, ha portato i diritti della Premier League a livelli record, con i due che hanno sborsato complessivamente 5,14 miliardi di sterline (7,17 miliardi di dollari) nel 2015 per tre anni di copertura. I rivali hanno raggiunto un accordo per "scambiarsi" la visione dei canali sportivi a partire dal 2019, contribuendo a porre fine a un periodo di inflazione dilagante.

Le ragioni gli analisti riportano circa la decisione di abbandonare questa attività sono che secondo BT il mercato dei diritti sportivi in questa era post pandemica non sono più un affare, c'è talmente tanta incertezza che per una azienda che vuole solidità e vuole prospettive per il futuro, questo tipo di opportunità non è più un investimento fruttosio in quanto ma gli abbonamenti sportivi sono stati influenzati da COVID-19, sia per i consumatori che per i pub e i club che sono stati chiusi per gran parte dell'anno.

MA IN ITALIA? - Interessante quindi è spostare il ragionamento sul caso italiano, dove si è verificata la situazione esattamente opposta con TIM (il principale operatore telco del nostro paese) che ha recentemente stretto un accordo con DAZN per la trasmissione in streaming dal 2021 al 2024 di tutte le partite della Serie A utilizzando la propria infrastruttura tecnologica promettendo investimenti e miglioramento a supporto di questa nuova offerta esclusivamente in modalità OTT.

Una risposta su quale sia la strategia migliore per adesso è impossibile darla, come abbiamo riportato nei giorni scorsi su Digital-News.it secondo i dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, la diffusione dei servizi di banda ultralarga ad almeno 30 Mbps nel nostro paese ha raggiunto una copertura complessiva del 66%: circa due italiani su tre possono dunque usufruire di questa importantissima tecnologia e si attesta invece al 20% la copertura per quel che riguarda la banda ultralarga ad almeno 100 Mbps ma questo in ogni caso non può essere l'unico fattore da tenere in considerazione per una corretta fruibilità di un prodotto così "sensibile" come la visione del calcio in tv.  

Articolo di Simone Rossi
per "Digital-News.it"
(twitter: @simone__rossi)

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