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Il commento - L'emozionalità di Caressa anche nel nuoto e le critiche immeritate

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Fonte: Digital-Sat (original)

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Sky Italia

«Le te­lecronache olimpiche di nuoto di Fabio Caressa su Sky assomigliano molto a quelle che Giampiero Galeazzi taceva sugli Abbagnale. Con l'unica differenza che nel canottaggio si vincevano i titoli». E' questa una delle più riuscite - a mio avviso - 'critiche' che la stampa (in questo caso Marco Castoro su "ItaliaOggi") ha riservato all'esordio di Fabio Caressa nel commento del nuoto alle Olimpiadi di Londra attualmente in onda su Sky Sport HD.

Di Caressa tutti sanno ormai tutto: telecronista calcistico di punta di Tele+ prima e di Sky poi, divenuto celeberrimo dopo i trionfali Mondiali in Germania (i primi di Sky), in seguito ai quali ha aumentato le sue apparizioni pubbliche, anche sulla tivù generalista, grazie pure al contemporaneo successo della moglie Benedetta Parodi. Capace come pochi di attirare su di sé i complimenti più rispettabili e al tempo stesso le critiche più feroci (basti ricordare ad esempio le accuse dopo un Inter - Roma di qualche anno fa), perché lui è così: o lo ami o lo odi.

E lo stesso sembra stia avvenendo con la sua telecronaca del nuoto olimpico: già dal giorno dell'annuncio ufficiale, arrivato nel corso della conferenza stampa a -100 giorni da Londra, le perplessità erano diffuse. Tra i commenti del nostro Digital-Forum non era difficile imbattersi in messaggi come questo: «sicuramente Caressa è un ottimo giornalista/telecronista che saprà far vivere l'evento agli spettatori con grande partecipazione e coinvolgimento...vedremo se vorrà/saprà essere anche sufficientemente "tecnico" (e riuscirà a "contenersi" un po'...) o se farà solo "l'urlatore"». Qualche settimana dopo arrivò poi l'affondo di Franco Bragagna nel corso del Golden Gala di Roma: «i telecronisti (Sky, ndr) dell'atletica sono molto bravi, molto meno quelli del nuoto, parere personale». E proprio il telecronista bolzanino è divenuto il capofila degli anti-Caressa, lanciandosi nel periodo pre-olimpico in più di una filippica contro il da lui definito "caressismo".

Ora che l'abbiamo visto all'opera con i commenti delle gare, le reazioni sono state, potremmo dire "come da pronostico", alquanto controverse: i critici della carta stampata lo hanno sostanzialmente bocciato etichettandolo come «prezzemolone» (Massimiliano Castellani su Avvenire, 29 luglio), «il divo della tv a pagamento, che punta tutte le sue carte sulle battute e sulle previsioni immancabilmente sbagliate» (Massimo Tosti su ItaliaOggi, 31 luglio) e dotato di una «totale inadeguatezza al racconto del nuoto» (Aldo Grasso sul Corriere della Sera, 2 agosto).

Più analitico si dimostra invece Antonio Dipollina che il 29 luglio su Repubblica ha così scritto: «Si distingue già sullo sfondo la sagoma della superstar Fabio Caressa: già ieri impegnato a commentare il nuoto, dove è chia­mato a fare show, destare scalpore e attirare critiche. E a inventarsi qualcosa di memorabile per la Pelle­grini. È lì per quello, ci stanno già cascando in pa­recchi. Bella mossa». Esagera forse Dipollina quando dice che il suo unico obiettivo è quello di attirare le attenzioni e le critiche, ma sicuramente questa è una delle conseguenze che il buon Caressa si porta dietro ogni qual volta il suo microfono è acceso. E il management di Sky lo sa bene.

Personalmente ero anche io tra gli scettici, tra quelli che erano da un lato curiosi di sentire l'epico narratore della notte di Berlino cimentarsi con il racconto degli schizzi delle vasche dell'Aquatics Centre, ma dall'altro abbastanza timoroso visto lo stile molto calcistico che lo contraddistingue da una vita. Dopo averlo sentito in questi giorni di gara (e anche chi non ha Sky e volesse ascoltarlo può farlo direttamente dal sito di Sky), devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso: sebbene talvolta abbia potuto eccedere in prosopopea, l'entusiasmo che cercava di infondere dalle performance degli atleti (quelli azzurri - ahinoi - in particolare) era quasi da pelle d'oca.

Ecco perché trovo il richiamo al "galeazzismo" uno dei più acuti: fino agli anni '90 il commento di Giampiero Galeazzi era la colonna sonora perfetta per i trionfi dei canottieri azzurri, per via della sua enfasi, del coinvolgimento e della passione che il giornalista romano riusciva a trasmettere (leggere questo articolo di Aldo Grasso datato 3 agosto 1992 per averne conferma). Caressa probabilmente ha cercato di fare lo stesso ma è stato sfortunato perché il suo esordio ha coinciso con l'annus horribilis del nuoto italiano, con il flop di Federica Pellegrini e una situazione di alta tensione all'interno di tutto lo staff azzurro. Se a Berlino il suo esordio 'mondiale' aveva portato bene alla squadra di Lippi, qui purtroppo non è riuscito a ripetersi, tanto è vero che molti commenti su twitter gli attribuiscono (ironicamente ma non troppo) la causa di tale debacle, paragonandolo addirittura anche a Bruno Pizzul.

Ma è proprio su twitter che, al contempo, si possono leggere quotidianamente anche messaggi di apprezzamento per il suo operato a bordo vasca; eccone qualche esempio: «Le telecronache di Caressa sono qualcosa di spettacolare... adrenalina pura, da togliere il fiato!» (Claudia Vignoli), «Caressa anche a fare la telecronaca del nuoto è uno spettacolo.. sembra la Champions...» (Simona Colombo), «A me Caressa riesce a gasarmi anche quando commenta il nuoto» (Claudio Innocenti), «Mi manca "incredibile Fabio" di Beppe Bergomi vicino a Caressa che commenta il nuoto olimpico» (Riccardo Svanera), «La delusione più grande del nuoto ITA non sono i risultati ma i protagonisti.. dagli atleti ai tecnici!! Grande solo Caressa!» (Diego Confalonieri, schermidore medaglia di bronzo nella spada a squadre alle scorse Olimpiadi di Pechino nel 2008).

Se dunque i critici sono impietosi, il pubblico invece non sembra essere così drastico nel giudicare la prova di Caressa in questa che per lui è una materia ancora nuova. Tra i motivi che possono averlo spinto ad accettare questo delicato compito può esserci anche la voglia di una nuova sfida dopo che in fatto di calcio ha praticamente commentato tutto (o quasi) e la volontà di differenziare in qualche modo la 'classica' offerta della Rai, proponendo un racconto più ricco (a cominciare dalle telecamere personalizzate) e più in linea con il pubblico Sky, rendendo comunque possibile la scelta, seppur impari viste le differenze sostanziali in fatto di copertura degli eventi. Chissà se alla fine ci ricorderemo di queste gare di nuoto a Londra più per la magra figura azzurra o per i commenti di Caressa. Probabilmente per entrambi e allora la mossa di Sky, in ogni caso, si rivelerebbe comunque vincente.

Giorgio Scorsone
per "Digital-Sat.it"
(twitter: @giorgioscorsone)

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