Ibarra (Sky): «Occorre maggior impegno della Serie A contro la pirateria»
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: La Repubblica
L’ad di Sky Italia Maximo Ibarra prima di approdare ai media è stato a capo di gruppi delle telecomunicazioni come l’olandese Kpn e Wind3. A giugno, Sky ha lanciato il servizio Wifi, investendo 230 milioni. E ora Ibarra, parlando con Repubblica, si schiera contro il progetto di una rete unica per la fibra ottica con Telecom operatore unico.
«Penso ciò che pensavo nel 2012 - esordisce - quando mi occupavo di tlc e non di contenuti: la rete unica è auspicabile a patto che resti neutrale, garantisca pari accesso a tutti e non sia verticalmente integrata. E con questo intendo che non sia controllata da un gruppo, come ad esempio Telecom, che fa l’operatore tlc verticalmente integrato».
Non ci può essere un compromesso, separando il controllo e i diritti economici dalla gestione, come accaduto per l’olandese Reggefiber?
«Avendo lavorato per Kpn conosco bene la storia di Reggefiber: stiamo parlando di un operatore che assomiglia a quella che era Metroweb, nato in tempi in cui la copertura e l’utilizzo della fibra erano ancora avveniristici. Ora quel modello avrebbe poche chance di funzionare».
Tim è il maggior operatore. Non le pare normale che ambisca a gestire la rete unica?
«Capisco l’importanza di questo progetto per Telecom e non metto in dubbio che debba essere un partner importante della rete unica. Ma credo anche che debba esserci una governance, e anche un management, dell’infrastruttura che renda la rete indipendente non solo dagli operatori di telefonia, ma di tutti i settori, come i contenuti, la sanità, la sicurezza e così via».
A un mese e mezzo dal lancio, come sta andando Sky Wifi?
«Siamo partiti dal presupposto di mettere al centro il cliente e l’ecosistema che si crea nelle case con il Wifi, e i riscontri sono positivi».
La Lega di Serie A dice voler lanciare un suo canale, con dei private equity. Voi che ne pensate?
«Sono anni che sento parlare di questo progetto, non so cosa deciderà la Lega. Nei mesi del lockdown abbiamo trovato accordi con tutte le leghe calcio europee e sono ancora fiducioso che troveremo un accordo anche in Italia. Mi stupisce però che in questo Paese, dove la pirateria è un fenomeno più rilevante rispetto al resto d’Europa, quello di chi ruba i contenuti sia per la Lega un problema di “serie B”. Per massimizzare il ritorno di questo sport, collaborare per ridurre la pirateria è importante tanto quanto trovare il miglior modo per strutturare la gara».
Quali sono i piani per il calcio?
«Aspettiamo le regole del prossimo bando di gara per il 2022-24, se sarà con pacchetti di partite, come in passato, o se invece darà l’esclusiva per canali. In questo caso, il nostro obiettivo sarà di dare al cliente Sky la libertà, a un costo razionale, di guardare la sua squadra via parabola, via internet o via cellulare attraverso Sky go».
Quando le piattaforme in streaming prenderanno il posto di antenne e parabole?
«Se guardo le dinamiche, lo streaming prende sempre più piede, e tutti gli operatori via cavo sanno che il futuro dei contenuti è quello. Per la sostituzione completa ci vorrà diverso tempo, ma anche se il quadro cambia a seconda dell’anagrafe dei clienti e della geografia dell’Italia, nelle città dove la rete è capillare lo streaming diventerà la tecnologia dominante nell’arco di 2-3 anni».
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