Eleonora Riso è la vincitrice di MasterChef Italia. 27 anni, cameriera a Firenze, è lei la trionfatrice di questa stagione del cooking show Sky Original prodotto da Endemol Shine Italy. Sul podio, grandi protagonisti con lei di una finale carica di emozioni, Michela Morelli, personal trainer 44enne di Appiano sulla Strada del Vino (Bolzano), e Antonio Mazzola, 28 anni geometra che vive a Monaco di Baviera tenendo sempre nel cuore la sua Palermo.
Al quarto posto si piazza Sara Bellinzona: impiegata di 24 anni di Montalto Pavese (Pavia), ha dovuto togliere il grembiule un attimo prima dell’ingresso della finalissima a 3, eliminata dopo la Mystery Box e l’Invention Test per i quali è arrivato in cucina Andreas Caminada, vero genio della cucina mondiale (3 stelle Michelin, 19 punti Gault Millau e, dal 2010, un posto nella classifica World’s 50 Best Restaurants con il suo ristorante Schloss Schauenstein).
Eleonora è stata proclamata pochi minuti fa, nell’episodio conclusivo di questa edizione su Sky e in streaming su NOW, dalla viva voce di Bruno Barbieri. Lui e i due colleghi Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli hanno assaggiato i tre menù – molto strutturati, intensi e profondamente personali – dei finalisti, dopodiché hanno scelto la giovane proveniente dalla Toscana, regione che per la prima volta arriva sul traguardo più alto dello show.
Con la sua vittoria, Eleonora – che dai pronostici era indicata come la favorita della vigilia – conquista 100.000 euro in gettoni d’oro e l’accesso a un prestigioso corso di alta formazione presso ALMA - La Scuola Internazionale di Cucina Italiana; in più, come da tradizione, conquista la possibilità di pubblicare il proprio primo libro di ricette grazie alla casa editrice Baldini+Castoldi: “Laboratorio di sapori”, in uscita l’8 marzo.
Prima di entrare ufficialmente nella Masterclass, Eleonora si definiva una ragazza «fuori dagli schemi», quasi come i suoi capelli che negli anni hanno cambiato frequentemente lunghezza e colore (li ha avuti blu, verde, bianconeri, corti e lunghi, mentre nella gara culinaria di Sky si è presentata con taglio corto e un colore scuro). La sua storia è singolare: nata e cresciuta in provincia di Livorno, dopo aver vissuto a Pisa per l’università si è trasferita per due settimane in Francia a fare la vendemmia, quindi è tornata a Firenze dove ha deciso di vivere in mezzo alla natura, in una «casa nel bosco» che è una sorta di “comune”: qui Eleonora ha imparato a tagliare la legna, coltivare l’orto e raccogliere le uova delle galline, oltre ad apprendere anche i segreti dell’apicoltura. Nel capoluogo toscano si mantiene facendo la cameriera in un ristorante nel quale, racconta, «mi sono emozionata ad assaggiare un piatto tipico che fanno lì: una roba con le frattaglie, quando l’ho assaggiato ho pianto».
La cucina, una delle sue passioni, l’ha aiutata nel superare disturbi alimentari avuti negli anni. Da qualche tempo cucina perlopiù piatti vegani e vegetariani «per una questione etica e di salute», sposa pienamente la filosofia della cucina anti-spreco. La sua cucina è legata alla tradizione e ricca di sapori e spezie, ricerca gli ingredienti ed è attenta alle materie prime. Tra le sue altre passioni c’è «tutto quello che è arte», quindi ama musica, cinema, lettura e disegno.
Iscrittasi a MasterChef Italia perché, diceva, «mi voglio divertire», nel suo percorso all’interno del cooking show non si è mai risparmiata sia nelle emozioni mostrate ai giudici, sia nei suoi racconti, sia – soprattutto – nei piatti: spesso giudicati di altissimo livello dal trio di chef, il suo percorso è stato davvero trionfale.
Nel corso della finalissima di MasterChef Italia, la nuova detentrice del titolo ha presentato un menù chiamato “Ichigo Ichie - Quant’è bello leggere tra le righe”, che lei racconta così: «Qualche anno fa ho letto un libricino che descriveva in modo semplice e comprensibile a noi occidentali il concetto giapponese di “ichigo ichie”. Sintetizzando, stiamo parlando di un momento presente che va vissuto appieno, perché la vita è un susseguirsi di avvenimenti ognuno dei quali è unico e irripetibile: l’invito è quello di non rimandare, provando a fare cose mai fatte prima, cambiando le cose se non ci sentiamo bene, rincorrendo i momenti speciali e respirando. Ho cercato quindi di placare il caos che avevo dentro – spiega ancora Eleonora – è impulso ed emozione, ma può essere anche distruttivo. Mi sono accorta di non avere nessun altro vero obiettivo nella vita se non quello di ricercare un minimo di equilibrio. Così per il mio menù ho deciso di ispirarmi alla cucina giapponese, intrecciandola alle mie tradizioni e alle mie esperienze rendendo protagonisti gli ingredienti a cui sono affezionata, perché mi ricordano dei momenti importanti e significativi della mia vita. Il mio menù sarà semplice, giocoso ed equilibrato».
I piatti che ha portato all’assaggio sono stati: l’antipasto Nonno Umami, chips di carta di riso, con “insalata russa” scomposta, concentrato di acciughe e vin santo, wasabi; Fiume Sacro, dei ravioli al vapore ripieni di patate aromatizzate al rosmarino, tartare di trota marinata, pompelmo, brodo dashi; Pelle Ribelle, anguilla in doppia cottura e laccata, salsa di albicocche e alloro, insalatina di sedano, cetriolo, mela verde, rafano e zenzero; infine, Mochi = Grande Fortuna, mochi ripieno di bavarese al cocco e cardamomo con frutta fresca, bubble tea con sfere al caffè e tè matcha.ù
Interessanti e molto strutturati anche i menù degli altri due aspiranti chef sul podio di questa edizione.
Legatissima al suo territorio, Michela ha presentato “Mountain Experience”, che lei descrive così: «Nei luoghi che amo trovo me stessa, le cose più care e i sapori che formano le mie origini. Partendo dal Lago di Garda dove lo sguardo non ha confini, arrivo sulle mie Dolomiti e il viaggio è un invito a scoprire la mia cucina, quella che rappresenta una parte di me. Mi accompagnano – aggiunge Michela – ingredienti che abbracciano altri posti, ognuno è la somma di origini ed esperienze».
I piatti quindi erano: Riflessi di lago, filetti di salmerino affumicati al ginepro e pino, su insalatina di erbe selvatiche e maionese agli agrumi; il primo Fioritura, fiori di loto alla barbabietola ripieni di finferli, adagiati su crema al tartufo estivo del Baldo con tuorlo fritto; Der Wald, carrè di agnello in crosta di erbe con purea di topinambur e cipolle rosse agrodolci; infine, Arrivo a casa, un semifreddo alla mela verde Granny Smith, namelaka alla vaniglia, streusel alla cannella e uvetta.
Antonio invece ha creato quattro portate dal titolo “La chiave di tutto”, sintetizzato in queste parole che non possono che partire dalle sue origini: «Il nome del mio menù si rifà a una citazione dello scrittore di origine tedesca Johann Wolfgang von Goethe, che durante il suo viaggio in Italia disse: “L’Italia senza la Sicilia non lascia alcuna immagine nell’anima, perché e? in Sicilia che si trova la chiave di tutto”. Ecco, il mio menu? vuole essere un omaggio alla mia Terra – dice – Come Ulisse, che per 10 anni e? stato lontano dalla sua Itaca e poi riesce a farvi ritorno, anch’io dopo dieci anni ho l’opportunità di ritornare a casa».
I piatti del suo menù avevano molti legami alla Sicilia: Arche?, lumache di terra, pesto di tenerumi, salsa ai fichi d'India, colatura di ricci di mare e finocchietto selvatico; Sacro e Profano, bottoni di tumminia ripieni di ricotta di pecora ed essenza di gambero rosso di Mazara, la sua bisque, gambero crudo, fondo di agnello e basilico fritto; La mia Odissea, astice blu nel suo brodo, taccole, porro, cardoncelli, zest di limone; infine, Punto e a capo, semisfera di ricotta di pecora e scaglie di cioccolato di Modica, glassa al cioccolato bianco, salsa alle more e crumble di torrone alle mandorle e pistacchi.
Quarto posto, eliminata nel corso del penultimo episodio di stagione, Sara Bellinzona, impiegata di 24 anni di Montalto Pavese (Pavia). Il suo sogno si è interrotto all’ultimo scoglio prima della finalissima, dopo la Mystery Box e l’Invention Test per i quali è arrivato in cucina Andreas Caminada, vero genio della cucina mondiale che ha basato tutta la sua attività in Svizzera, nel paesino di Fürstenau (una delle città più piccole al mondo, meno di dieci residenti tutto l’anno): nel 2003 ha aperto il suo ristorante Schloss Schauenstein grazie al quale è riuscito a influenzare un’intera generazione di giovani chef, tanto che appunto ora è ormai consuetudine parlare di “generazione Caminada”, e che negli anni ha conquistato 3 stelle Michelin, 19 punti Gault Millau e, dal 2010, un posto nella classifica World's 50 Best Restaurants.
Intanto sono sempre aperte le selezioni per la prossima stagione di MasterChef Italia: tutte le informazioni sono disponibili al link masterchef.sky.it/casting.