Tullio Camiglieri, Direttore delle Comunicazioni e Relazioni Esterne Sky Italia risponde sul numero odierno della Stampa all'articolo "Il satellite non salverà la tivù" apparso sullo stesso quotidiano nella giornata di ieri.
"Dalla lettera di Fabio Fazio di ieri sulla Stampa si evince che il conduttore non sa bene cosa sia la tv via satellite e cosa la pay tv, due realtà non necessariamente coincidenti.
La riflessione più amara è che Fazio parli di questa realtà più per sentito dire che per esperienza diretta. Lui la guarda per vedere le donne nude e le partite della Sampdoria, questo è chiaro.
Gli italiani invece la scelgono per tutti quei contenuti che difficilmente troveranno spazio nella programmazione delle televisioni generalista, come i film di Michael Moore o di Sabina Guzzanti trasmessi dai canali di cinema di Sky; le immagini inedite girate nella stazione di Bologna pochi istanti dopo l'esplosione della bomba, trasmesse da History Channel nell'anniversario della strage; il documentario sul caso Rosselli, un delitto italiano, prodotto con il contributo della Fondazione Rosselli e con gli interventi di storici italiani e internazionali, un programma che pubblico e critica televisiva hanno ampiamente elogiato; le dirette di RaiSat dalla mostra del cinema di Venezia e dalla festa di Roma. Ma la lista sarebbe talmente lunga che preferisco fermarmi qua.
Un'altra cosa che abbiamo capito è che Fazio rimpiange Telepiù. Meno male che il conduttore non ha mai avuto responsabilità manageriali, visto che quel modello di tv che rimpiange è drammaticamente fallito: ha dilapidato migliaia di miliardi e ha rischiato di mettere sul lastrico centinaia di lavoratori.
È vero, molti dei canali diffusi dalla pay tv trasmettono anche pubblicità: esattamente come avviene in tutto il resto del mondo, visto che il costo dell'abbonamento, che parte dai 15 euro al mese, non sarebbe sufficiente da solo a garantire la qualità di programmazione dei 150 canali che oggi sono disponibili su Sky.
Ma è giusto ricordare che, in particolare sui canali Premium, la pubblicità non interrompe i film o gli eventi sportivi in continuazione, come accade invece sulle reti in chiaro. Riguardo alla paytv, quattro milioni e duecentomila abbonati possono testimoniare ogni giorno che l'offerta non si limita alle «donne nude e alle partite della Sampdoria».
Caro Fazio non consideri gli italiani così fessi, se non altro lo faccia per rispetto alla sua intelligenza."
Tullio Camiglieri
Direttore Comunicazione e Relazioni esterne Sky Italia