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Tarak Ben Ammar: ''Sky vuole frequenze gratis sul DTT? Mi ridiano i soldi''

News inserita da: Simone Rossi (Satred)

Fonte: Libero Quotidiano

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Sky Italia
Tarak Ben Ammar: ''Sky vuole frequenze gratis sul DTT? Mi ridiano i soldi''Tarak Ben Ammar, è l'incrocio fra un personaggio di Scott Fitzgerald e un Enrico Cuccia geneticamente modificato. Quando ti punta il dito contro non sai mai se, in quel momento, quel dito rappresenti l'indice Mibtel o l'indice alla luna con cui Federico Fellini ordinava i ciak all' aiuto regista.

Produttore televisivo - cinematografico e finanziere, anni 61, laureato in Francia e a Washington, nipote di Bourguiba - il Garibaldi tunisino -, parlatore di sei lingue, Tarak ora consuma la maturità tra Mediobanca, Generali, Telecom nei cui cda svetta.

A proposito di Rupert Murdoch...
«Mi sta chiedendo se sono arrabbiato perché l'Europa, nella gara perl'assegnazione delle frequenze digitali terrestri, mi obbliga a far partecipare il mio amico Rupert che ha già il monopolio della tv a pagamento satellitare ed ha raggiunto fatturati da capogiro...»

Mi legge nel pensiero. Immagino che sarà un tantino alterato, considerando che anni fa la stessa Europa l'ha obbligata a comprargliene due...
«Non sono arrabbiato, basta che qualcuno - governo, Murdoch, Europa- mi ridia i miei soldi. Sono le contraddizioni della Commissione europea. Ricapitoliamo. L'Europa obbliga Murdoch monopolista satellitare voluto dal governo Berlusconi - la gente lo dimentica, ma è stato Berlusconi a far venire Murdoch in Italia contro la volontà dell'Europa- nel 2003 a vendere le 2 frequenze analogiche di Telepiù bianco e Telepiù nero»

L'Europa diceva che bisognava creare o far creare una paytv...
«Esatto. Non c'era l'acquirente, così il sottoscritto decise di investire 110 milioni di euro per le due frequenze analogiche, altri 70 per digitalizzarle ed altri 80 in contenuti per Sportitalia. Adesso arriva la gara delle frequenze e SKY vi partecipa potendosele aggiudicare a titolo gratuito nel cosiddetto beauty contest. Che qualcuno mi ridia i miei soldi e amici più di prima»

La pay tv lei l'ha fatta nel frattempo?
«Ho dimostrato che l'Europa aveva ragione nel far creare un competitor su un'altra piattaforma al monopolista satellitare; il competitor è diventata Mediaset Premium. Invece di dirci grazie, ora, l'Europa anticipa l'ingresso di Sky sulla piattaforma concorrente. E seccante. L'ho detto pure al mio amico Rupert»

E l'amico Rupert, scusi, una volta che glielo ha detto, come ha reagito?
«Ha riso. Mi ha detto: scusa non è una faccenda personale, è l'Europa che mi ha autorizzato. E' un uomo d'affari, prima l'hanno obbligato a vendere a me; mica sapeva che poi cambiavano le regole. Credo che il compito del viceministro Romani, persona intelligente, di fare chiarezza in questa selva di leggi, leggine, contraddizioni dell'Agcom sia complicatissimo. Sono anni che sono qui e non ci ho mai capito...»

Non si preoccupi è normale, anche per chi segue la faccenda da anni, il tutto è coperto da un velo d'oscurità. Di certo, nelle telecomunicazioni, c'è solo che Paolo Romani sta lavorando per sfilare il monopolio delle reti a Telecom. Ha ragione Romani o Telecom? Le ricordo che lei è azionista Telecom.
«Lo so, grazie. Diciamo che Romani sta lavorando per una grande rete aperta a tutti. Ha ragione nel cercare di difendere l'interesse pubblico. Ma dal punto di vista di Telecom noi tuteliamo il nostro interesse privato. Anche perché la rete è costata decine e decine di miliardi; non è che Telecom possa darla gratis. E a chi? Ai suoi concorrenti? L'idea del governo italiano è generosa, ma per noi lo è meno. Dobbiamo fare una trattativa che non ci danneggi...»

Si parlava di lei anche come mente della...
«...fantomatica fusione Telecom/Mediaset. So anche questo. Ma è una leggenda metropolitana che sa di spy story: Tarak è amico di Berlusconi in Telecom, si prende la La7, ecc. Ma a chi converrebbe? Intanto Mediaset sarebbe in una posizione dominante infernale... E poi non è negli interessi degli azionisti di Mediaset che non ha debiti...»

Però Telecom ha la rete...
«Vero. Ma a Mediaset hanno la tv e il digitale terrestre, non è che possono avere tutto. Tutto il resto sono favole, invenzioni giornalistiche, ancora una brutta sceneggiatura. Soltanto brutti film sto vedendo fino adesso»

Telecom Italia Media con Mentana sta andando bene. Se tocca il 4% introita 40 milioni di euro, può via via ripianare i suoi debiti. Se l'aspettava?
«Come azionista sono contento se Telecom Italia Media non perde più, ora costa una fortuna»

OK. Il concetto è chiaro. Mentana.
«Guardi che Mentana l'abbiamo voluto noi, anche Berlusconi era d'accordo. . .Bernabè me l'ha detto, ho verificato col governo, era tutto a posto. Oggi sono tatti contenti»

Dopo due visite da Berlusconi e sei mesi di purgatorio, però...
"Non è vero. Mentana aveva invece la possibilità di tornare a Mediaset con molti soldi»

L'avrebbero sepolto vivo. Lei ha sempre avuto buoni rapporti con Mediaset. Per esempio era presente quando Berlusconi non vendette a Murdoch su richiesta di Marina e Piersilvio. Fece bene, col senno di poi?
«Sì. Loro gli chiesero: facci andare avanti. Hanno dimostrato che non erano soltanto degli eredi. É sempre meglio avere figli che dimostrano al padre che sono andati un attimo più lontano diluì. Hanno creato la competition sulla pay tv. Il risultato è che Berlusconi, l'uomo accusato di posizione dominante è l'unico che ha creato la competizione di pay in Europa; in tutti gli altri paesi c'è il monopolio, in Spagna, Francia, Germania, Inghilterra. Con la pay Piersilvio ha avuto l'intelligenza di capire che in periodo di crisi mondiale dove la gente cercava il low cost, c'era bisogno di una tv a pagamento low cost»

Lei stesso è tycoon televisivo. In Italia ha Sportitalia. In Tunisia Nessma Tv.
"Sportitalia sta beneficiando dell'effetto digitale terrestre soprattutto nelle aree ali digitai mentre con Nessma dopo un anno e tre mesi siamo il numero uno in Algeria e in Tunisia, i quarti in Marocco e la prima tv privata araba. Abbiamo creato il mercato; anche li perdo il tempo a smentire che i libici siano in Nessma... In Italia c'è libertà di stampa, ma spesso diventa libertà di disinformazione. Bisogna stare attenti che quest'eccesso di libertà ammazza la democrazia, quando si va oltre le regole del gioco»

Bè, a lei il gioco piace. É andato ospite da Santoro. E tutti a chiedersi: perché, se è tanto amico di Silvio, Tarak vada Michele e non da Bruno Vespa?
«Sono andato da Santoro perchè mi ha chiamato Santoro e non Vespa. Non ho esitato, avevo rispetto di Santoro, un arbitro di parte ma corretto; ma quando ha cercato di mettermi all'angolo gli ho ricordato che ero nato nel sud e non doveva fare il furbo con me. Mi è simpatico Travaglio anche se un tantino eccessivo, dovrebbe sorridere di più e così potrebbe fare il cinema gliel'ho anche detto: nella parte di Robespierre. Santoro ha risposto: ma Robespierre è finito male. E io: sono i rischi del mestiere... »

Estratto dall'intervista di
Francesco Specchia
per "Libero Quotidiano"

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