Come era prevedibile, quella per garantire una copertura televisiva alla serie B si sta rivelando una corsa contro il tempo.
Come era prevedibile, perché il campionato cadetto, privo della nobiltà garantita da Juventus, Napoli e Genoa ha perso molta appetibilità mediatica e molto potere contrattuale. «E infatti l'errore - spiega Sergio Gasparin, dg del Messina - è stato commesso nella passata stagione, quando la B aveva un fortissimo potere contrattuale. Era il caso di valutare gli aspetti contrattuali a media e a lunga scadenza, invece di accontentarsi dell'immediato e chiudere per un anno solo».
Difficile, ora, molto difficile riuscire a "spuntare" i 25/30 milioni che si augurano i dirigenti di Lega, soprattutto considerato il fatto che l'anno scorso (quando appunto c'erano le 3 grandi) il campionato era stato venduto a Sky a una cifra di poco inferiore ai 40 milioni.
L'emittente satellitare, ora, non pare affatto intenzionata ad accollarsi i costi necessari per trasmettere il campionato di B: quelli per i diritti, ma anche quelli (assai onerosi) per la produzione delle partite. In Lega lo sanno benissimo e, infatti stanno lavorando a una "soluzione politica" che coinvolga tutte le reti (dalla Rai a Mediaset, da La7 a Sky fino a Sportltalia) per fornire una ciambella di salvataggio alla Serie B. «Ognuno farà la sua parte - dicono da Via Rosellini - per dare dignità alla Serie B».
Il presidente Antonio Matarrese e il consulente Marco Bianchi sono al lavoro (il primo sul fronte politico, il secondo su quello tecnico) per trovare una soluzione entro le prossime 48 ore. In tempo, insomma, per garantire la copertura televisiva, varare anticipi e posticipi e soprattutto per calmare il malumore crescente dei presidenti.
Perché, fatalmente, si sta ingrossando la lista di coloro che vorrebbero tornare a giocare la domenica qualora ci si dovesse trovare di fronte a un'offerta ritenuta insoddisfacente. Dal punto di vista economico, ma anche da quello tecnico: «No allo "spezzatino"» ha tuonato proprio da queste colonne Mario Moroni, vice presidente del Lecce e vicepresidente per la B in Lega. Ma la sensazione, più passano le ore, è che allo "spezzatino", per quanto indigesto, ci si dovrà rassegnare.
Anche perché riportare il campionato alla domenica presenta una controindicazione affatto secondaria: una controindicazione che può costare 65 milioni di euro di mutualità . Tanti quanti la Seria A, attraverso la delibera ratificata nella primavera del 2006, garantisce all'anno come mutualità fino al 2014. Ma subordinata a una condizione assoluta: che la B scenda in campo in un giorno differente da quello della A.
Il malumore dei presidenti, poi, si unisce a quello "antico" degli amministratori locali che non hanno mai digerito la sistemazione logistica dei cadetti. Ieri è stata la volta dell'assessore allo sport del Comune di Trieste, Paris Lippi: «Le partite di B devono tornare alla domenica. Attualmente - spiega l'assessore che ha scritto a Giancarlo Abete e a Matarrese - non ci sono contratti in essere con Sky che vincolino le squadre a disputare gli incontri al sabato. Anche a fronte di ciò -aggiunge - andrebbe quindi fatto quello sforzo necessario per riportare le partite alla domenica pomeriggio. E' questo - conclude - l'auspicio e il desiderio di tanti cittadini, sportivi, appassionati e non, che mi sento d'interpretare e di far proprio. Per il bene del calcio e di ogni realtà locale».
Stefano Salandin
per "Tuttosport"