
Chi invece in questi anni ha lavorato per offrire il servizio pay per view sul satellite o sul digitale terrestre è di parere opposto: «Rispondo con un dato semplice», spiega Sandro Piccinini, direttore editoriale di Mediaset, storico commentatore e conduttore calcistico, «in Inghilterra e Germania l’offerta calcio in televisione è simile alla nostra, eppure loro hanno stadi stracolmi. È chiaro allora che il problema non sono le tv, anche perché a noi farebbe molto più comodo vedere impianti gremiti. I nostri registi invece a volte devono fare salti mortali per inquadrare un gruppo di tifosi in uno stadio».
«A casa il pubblico può usufruire di immagini perfette, anche in HD, immagini dagli spogliatoi e interviste a caldo», aggiunge Marco Pistoni
I dati però sono inconfutabili. L’aumento dell’offerta tv è coinciso con crollo generale di presenze negli stadi. Perchè?
Pistoni: «Il problema sono proprio i nostri stadi, gli impianti sono obsoleti, non hanno comfort e spesso sono insicuri. In Italia, solo Roma e Milano sono in grado di organizzare grandi eventi, ma neppure loro riescono a fatturare le cifre che all’estero sono routine grazie al merchandising».
Piccinini: «Perdemmo una grande occasione per Italia ’90, la realtà adesso dice che nei nostri stadi si vede male, i prezzi sono alti e non ci sono servizi: se i tifosi avessero la possibilità di sedersi in posti comodi prima della partita, vedersi il match delle 12.30 oppure godersi il Gran Premio, tutto sarebbe diverso. Chi va allo stadio in queste condizioni è un eroe».
Quindi Beretta ha ragione quando dice che gli orari delle partite vanno benissimo così?
Pistoni: «Ho letto delle polemiche riguardanti l’orario delle 12.30, ma quello spazio tv dà possibilità a molti club di avere visibilità quando invece non l’avrebbero avuta. È un’ottima idea differenziare gli orari e vedrete che in inverno anche i tifosi da stadio ne saranno contenti».
Piccinini: «Con Mediaset giriamo tutti i paesi del continente e perfino in Ucraina e Polonia hanno impianti moderni, da noi invece la situazione è disastrosa ma immutata da tempo immemore. La tv è un ripiego per molti tifosi, non la prima scelta».
A Firenze il calo del pubblico è ancora più netto rispetto alla media stagionale.
Pistoni
Piccinini: «La città è umorale e passionale e adesso risente della mediocrità dei risultati. magari con qualche colpo di mercato...».
Leonardo Bardazzi
per "Corriere Fiorentino"