Centinaia di telefonate di tifosi imbufaliti hanno tempestato ieri pomeriggio il centralino della Rai regionale a Firenze e le redazioni locali dei quotidiani in mezza Toscana.
Una grandine di rabbia e sconcerto dai tifosi della corsa rosa: «Sto guardando Rai3, non danno il Giro ma Venezia-Pisa di calcio...» e giù improperi, lamentazioni, giuramenti solenni sulle teste dei nipoti di mai e mai più pagare il canone.
La rivolta degli appassionati di ciclismo è scattata d'impeto verso le 16, quando Rai3 in tre quarti di Toscana ha interrotto la diretta della spettacolare tappa numero 14 del Giro d'Italia, la Cantù-Bergamo con la salita più lunga della corsa, per mandare in onda la partita di calcio Venezia-Pisa, andata dei play off di serie C1.
Cortesi ma affannate d'imbarazzo le risposte dalla sede Rai di viale Moro alla gente che si è precipitata ai telefoni.
Anche perché alla Rai di Firenze, nell'immediatezza del fatto sapevano poco o nulla di cosa stesse accadendo: «Nessuno ci ha informato, né da Pisa né da Roma».
Poi, dopo riscontri frenetici mentre i centralini bollivano come lava, qualcosa si è capito. E' accaduto che il prefetto di Pisa ha chiesto alla Rai, uffici di Roma, di trasmettere in diretta la partita di pallone per motivi di ordine pubblico.
Obbedire all'autorità, un obbligo per il servizio pubblico, dal punto di vista tecnico ha significato destinare il ripetitore del Monte Serra a Venezia-Pisa, oscurando così il Giro (salvo nel quarto d'ora d'intervallo della partita) da Lucca a Pisa a Livorno, dalla Versilia a Firenze passando per Massa Carrara.
Mentre a Grosseto, Arezzo, Siena, irradiate da ripetitori diversi, i telespettatori si sono gustate le gesta dei corridori. All'utente paga-canone, ignaro di questioni tecnico-elettroniche, rimane una domanda: è mai possibile che Mamma Rai non sia in grado di selezionare meglio il segnale in modo da non penalizzare tanti per favorire pochi?
Simone Boldi
per "La Nazione"