Le giacche di Mughini e gli occhiali di Cesari. La camicie sbottonate di Teocoli e quelle inaÂmidate di Brandi e Piccinini. Le tette della Canalis e quelle della DâAmico. La capigliatura grigioÂriccioluta di Collovati e quella stirata di Sconcerti. Le cravatte londinesi su camicia bianca di Vialli e le cravatte gialle di GalÂliani. I sorrisetti di Jacopo Volpi e i sorrisoni di Franco Lauro.
Le domande dal sapore sempre proÂvocatorio di Enrico Varriale e le domande dal sapore sempre, un attimo per favore, dal sapore semÂpre... insomma saporite di Carlo Paris. Le telecronache sono il miÂgliore di Fabio Caressa. Le teleÂcronache sono il migliore ma nesÂsuno se ne accorge perché in Rai non abbiamo un ufficio stampa che funzioni di Marco Civoli. Le telecronache sono arrivato io per primo e nessuno se ne dimentichi di Massimo Marianella.
Le teleÂcronaca della finale di ChamÂpions di Carlo Pellegatti che urla « Pippo mio, Pippo mio » nemmeno fosse Cesare che viene colpito da Bruto. Totti che stira le camicie, Gattuso che racconta le fiabe ai bambini. Gattuso che scrive libri e Totti che forse li legge. I giornaÂlisti sotto lâufficio di Moratti.
MoÂratti che a volte si ferma e a volte no e nessuno lo rincorre perché se è no è no, eccheccavolo. BerluscoÂni inquadrato in tribuna con la camicia aperta, Berluscuoni che si è messo la cravatta e bacia i gioÂcatori del Milan con una certa prudenza. Quelli che dicono: vedi ha paura che gli saltino i punti ma sono solo i soliti malpensanti probabilmente interisti e già che ci sono comunisti.
I giornalisti davanti alla sede della FedercalÂcio a Roma. Borrelli inquadrato mentre arriva, ha sempre la stesÂsa giacca chissà come mai: forse è la stessa ripresa. Borrelli inquaÂdrato mentre scende le scale. RosÂsella Sensi inquadrata mentre scende le scale. I giornalisti che circondano Rossella Sensi e lei come è piccola e si perde come succedeva a suo padre. Tantâè veÂro che Teocoli ne aveva realizzato una caricatura stupenda quando faceva ridere.
Cobolli Gigli che sussurra, a volte in grigio a volte in maniche di camicia. Blanc che rilascia interviste ( poche) alla scrivania. Del Piero a StrIscia la Notizia. Del Piero e la Chiabotto che parlano con le suore. Del PieÂro che parla con i ragazzini e quelli gli dicono: ma noi siamo del Napoli, tiè.
Del Piero che fa da testimonial alla tv digitale terÂrestre che doveva cambiarci la viÂta e invece al massimo ha camÂbiato la colonna di scatolame tecÂnologico che sta al fianco del teleÂvisore.
Moggi intervistato da Mentana, Moggi intervistato da Vespa, Moggi ospite fisso del proÂgramma del lunedì sera insieme ad una falange di quelli che staÂvano con Biscardi e poi lâhanno abbandonato. Biscardi che dicoÂno vada in onda da unâaltra parÂte ma se qualcuno lo trova ce lo dica che sic transit gloria mundi e va bene però alla fine lâhanno mollato quasi tutti, compresi quelli che gli telefonavano un giorno sì e lâaltro pure per far veÂdere il faccione nella sua trasmissione.
I comici di Guida al Campionato. Enrico Bertolino. Maurizio Mosca. Le sciarpe di Maurizio Mosca. Gli sguardi di Maurizio Mosca che debordano sulla Canalis. La Ventura che sbraita. Gene Gnocchi che dice: la Ventura è nata per fare televisioÂne.
Una frase di un certo spessoÂre, basta interpretarla. I registi che inquadrano gli stadi sempre più a campo stretto, che non si veÂda che sono vuoti e quei pochi che ci sono si urlano schifezze e le scrivono anche sui loro strisconi. Il giorno in cui Alberto DâAguanÂno se nâè andato e la sera in cui ai propri occhi non ci si credeva quando una roba a quattro ruote della polizia girovagava in una piazza fra dementi indemoniati, bottiglie rotte, fumo di fumogeni; ma non ci doveva essere una parÂtita, a questâora?
Frammenti di una stagione di calcio in tv che è finita con poco da ricordare. Cali il sipario, come armonia richiede, con il ritornelÂlo più amato: ma il cielo è sempre più blu. Accontentiamoci e speÂriamo in tempi migliori.
Pietro Valesio
per "Tuttosport"