Giocare all'ora di pranzo? Il parere di Sky, Mediaset, La7 e Rai
News inserita da: Simone Rossi (Satred)
Fonte: Digital-Sat / Il Corriere della Sport
Continuano in Lega Calcio le riunioni per definire un nuovo format per il campionato di Serie A che metta d'accordo sia i tifosi che si recano settimanalmente negli stadi sia le televisioni che investano milioni di euro nella produzione degli eventi per i propri abbonati. Al proposito pubblichiamo di seguito le opinioni dei dirigenti di Sky, Mediaset, La7 e Rai, apparse oggi all'interno del "Corriere dello Sport"
Andrea Zappia è vicepresidente dei canali sportivi Sky: «Tv e stadi non sono in competizione. Gli appassionati amano sia guardare le gare in tv che andare allo stadio». Detto questo, ok alla proposta: «Il prime time deve restare, ormai lo spettatore identifica il match serale con l'evento più importante. La domenica a pranzo? Collocazione interessante. Ma gli stadi italiani sono pronti a ricevere pubblico a quell'ora? Hanno ristoranti come gli stadi inglesi? No. Negli ultimi 15 anni la tv ha migliorato il racconto live. Gli stadi, purtroppo, sono rimasti gli stessi. Ci rimettono gli spettatori, ma anche la tv. Perché una bella partita in tv è una partita giocata in uno stadio pieno».
Giorgio Giovetti è direttore del settore diritti tv di Mediaset: «Anticipi la domenica alle 13? Noi, essendo una pay per view, saremmo molto favorevoli. Lo dico da un punto di vista commerciale, perché per i nostri clienti ci sarebbe la possibilità di vedere più partite nella stessa giornata. Ma non vorremmo si rinunciasse al posticipo serale». Una critica è rivolta a chi struttura i calendari: «Come si fa a mettere un derby di Milano alle 15 del 23 dicembre? Mi chiedo solo se gli spettatori degli stadi siano davvero convinti di andare alla partita all'ora di pranzo. Ma per la nostra azienda sarebbe una scelta auspicabile».
Il responsabile di La7 Cartapiù, Alessandro Badii, adotta un punto di vista allargato: «Per noi è importante tutto ciò che aumenta la passione per il calcio, non crediamo siano in contrapposizione gli interessi del pubblico allo stadio e quello degli spettatori tv. Anticipi all'ora di pranzo richiederebbero uno sforzo produttivo maggiore, ma crediamo possa servire per aumentare il bacino d'utenza del pallone. Lobiettivo deve essere l'aumento di appassionati, perché i vantaggi sono sia per una tv che per i gestori di uno stadio. Quindi siamo favorevoli a un ulteriore spalmatura delle gare, anche maggiore rispetto a quella attuale».
La Rai è interessata in maniera indiretta all'idea di gare anticipate all'ora di pranzo. Perché attualmente non copre dirette del campionato di serie A. Per viale Mazzini sarebbe auspicabile una maggiore definizione del calendario stagionale, come avviene, per esempio, in Premier League o in Champions. Perché l'assegnazione dei diritti tv passa anche attraverso la trasparenza dei programmi. E questo farebbe comodo anche al pubblico degli stadi, che avrebbe maggiori possibilità di scelta, senza il rischio di dover rinunciare a una partita fissata all'ultimo momento in un orario «scomodo».
Articolo tratto
da "Il Corriere dello Sport"
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