I progetti di rilancio partono spesso da un cambio di nome. E poi succede poco altro. Ma stavolta le premesse sono buone per avviare a soluzione un annoso problema: lâimmagine di noi che offriamo allâestero attraverso la televisione. I nostri connazionali che vivono oltre confine, ora tra lâaltro con possibilità di voto un poâ più agevoli, sono circa 60 milioni. Di fatto unâaltra Italia. Una platea che si moltiplica poi sensibilmente se pensiamo ai tanti stranieri interessati al nostro paese, alla nostra lingua, a tutto ciò che oggi âmodernamenteâ indichiamo col nome di âmade in Italyâ.
E proprio partendo da qui Carlo Sartori, neo amministratore delegato di Rai International, affiancato dal presidente Pierluigi Malesani e dal direttore Piero Badaloni, è partito per una rivoluzione che non esita a definire «copernicana».
A costo zero, perché le spese saranno coperte da sponsorizzazioni e partnership, Sartori, già ideatore di RaiSat, sta facendo nascere la nuova Rai Italia, che a regime conterà su quattro canali, visibile non solo in tutto il mondo (con alcuni canali bilingue) ma anche in Italia. Il che non è solo un arricchimento per noi telespettatori, ma anche una necessaria verifica di un lavoro che negli anni scorsi suscitava spesso, nei viaggiatori di ritorno dai più disparati punti del mondo, reazioni insoddisfatte per cosa veniva trasmesso sotto lâombrello del nome Rai.
La trasformazione più importante del passaggio da Rai International a Rai Italia riguarda naturalmente i contenuti. I canali bandiera della nuova tv saranno due. Un canale generalista, con il meglio dellâofferta Rai (dai varietà ai talk informativi come Porta a Porta) e iniziative autonome, come è oggi il lungo talk condotto da Gigliola Cinquetti o quella punta di diamante della programmazione che è La giostra del gol, il programma che ha lanciato Ilaria DâAmico. A questo si aggiungerà un All News curato da RaiNews 24.
Dovrebbero poi nascere, di qui a tre anni, Rai Cult e Rai Style, il primo dedicato allâopera italiana e alle performing arts, il secondo sul nostro stile di vita, al territorio, allâenogastronomia. Meno nuovi per noi italiani, ma inediti allâestero i quattro canali pronti a breve: Rai Tg presenterà i notiziari delle regioni più importanti per lâemigrazione italiana allâestero; Rai Educational porterà la nostra storia e le sue altre iniziative a una platea certo desiderosa di mantenere legami col nostro paese; Rai Ragazzi sarà una miscellanea dei vari canali Rai per i più piccoli sul digitale satellitare e su quello terrestre; Rai Cinema e Fiction, come dice il nome stesso sarà un canale di alto profilo commerciale, probabilmente in formula âpremiumâ.
«Per il solo fatto di esistere abbiamo già ricevuto offerte interessanti dal privato - spiega Sartori - a conferma che quella cui stiamo lavorando è unâesigenza molto sentita. Per questo - prosegue - ci siamo impegnati anche sul versante della distribuzione del segnale».
Rai infatti ha disdettato lo storico accordo con il gruppo arabo Albaraka, che tante polemiche ha suscitato negli anni scorsi, per dedicarsi a formule di penetrazione dei territori più efficaci.
Tenuto ben celato esiste anche un ambiziosissimo progetto di âinformazione di ritornoâ, che prevedere la realizzazione di un altro canale, ma stavolta fatto allâestero per lâItalia. Un feed back davvero interessante per il nostro paese che dovrebbe debuttare dallâAmerica latina.
Alberto Guarnieri
per "Il Messaggero"